mercoledì 12 settembre 2012 - angelo umana

La lezione di Napolitano a Mestre: alta politica

Se viene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella vostra città a tenere una lezione, penserete almeno un attimo che valga la pena andare a sentirlo. Giovedì 6 settembre 2012 Napolitano è venuto a Mestre, invitato dalla Fondazione Gianni Pellicani nell’ambito del Festival della politica.

Al sindaco Orsoni, che esprimeva l’auspicio che tutta l’IMU vada ai comuni e al presidente della fondazione ed ex-sindaco Massimo Cacciari che chiedeva semplicemente “Dove va il nostro Paese?” e parlava dell’impoverimento culturale impressionante dei partiti, Napolitano non ha nemmeno risposto, a Cacciari ha solo detto che servirebbero numerose altre riunioni per discutere dei suoi temi, cosa che pare un benevolo “sfottò”.

Napolitano aveva il suo discorso pronto (viene da pensare alla preparazione che sta dietro a un discorso ufficiale, le virgole, le pause, le squadre di consulenti forse), che ha letto con la consueta passione, un discorso alto che partiva dall’Europa,passaggio della democrazia al sistema comunitario, rinuncia volontaria di ogni nazione a parte della propria sovranità”, invocazioni, moniti auspici, inviti ai partiti perché “riacquistino il più alto senso della missione… partiti sintonizzati e organizzati su scala europea” (?, campa cavallo), ramanzine ai movimenti di stampo populista, dei quali preconizza la “marginalizzazione e irrilevanza”. Questa dei cosiddetti populisti, es. M5S, deve essere una spina nel suo fianco, visto che non ne sente il “boom”.

Immancabile l’invito ai giovani, “Cercate ogni varco per far sentire la vostra voce”, e ci si chiede come nella pratica può venir tradotta e applicata una simile frase, se poi i giovani magari fanno parte dei movimenti “populisti”, di cui sopra, e la platea era soprattutto di teste grigio-bianche.

Non ci si può non chiedersi a che servano eventi così, oltreché quanto ci costano, il presidente vola alto come l’elicottero della sicurezza che volteggiava sopra le nostre teste, un applauso scrosciante all’arrivo delle auto blu e Giorgio che si ficcava di premura dentro il teatro, uomini e mezzi impiegati a piene mani: i giornali faranno dei titoli sulle frasi più significative, addetti ai lavori ne parleranno quel tanto che occorre, ma si tratta di un linguaggio incomprensibile ai più, quello di Napolitano. Le persone – di cui d’altra parte non sono previste domande o interventi - sono alle prese con ben altro, i suoi temi e la sua vita stessa hanno scarso contatto con il loro quotidiano, nonostante i suoi oltre sei decenni in politica; la gente avrebbe bisogno di risposte e linguaggi chiari, il più delle volte resta con l’amaro in bocca. Napolitano, da europarlamentare, di risposte non ne diede nemmeno a quel giornalista tedesco che, all’arrivo del suo volo low-cost Virginia Express a Bruxelles, gli chiese come mai riceveva dal suo parlamento un rimborso di 800 euro per quel viaggio, avendone spesi solo 90.

Da notare, e significative, due chicche sull’avvenimento. 1) Napolitano in chiusura ha salutato singolarmente un gruppetto di giovani studenti invitati sul palco, la presa della sua mano era una mezza presa, sfuggente e molle: dai testi sul linguaggio del corpo questo significa non aver fiducia in se stessi e neanche negli estranei e che si usa questo modo per tenere le distanze. 2) Ironia della sorte, alla fine scorrevano su uno schermo foto in bianco e nero del passato, con un presidente, in varie età più giovani e in cariche diverse: è sempre stato là, è ancora là a dirci come fare.



3 réactions


  • (---.---.---.100) 12 settembre 2012 17:05

    Io un varco lo farei in una cella per ALTO TRADIMENTO !
    Koenig m.b.


  • (---.---.---.152) 8 ottobre 2012 09:26

    Non ci si può non chiedersi: trattasi di refuso, corretto è non ci si può non chiedere o non possiamo non chiederci. Prima di Giorgio poi andava un "re", re Giorgio.


Lasciare un commento