martedì 26 novembre 2013 - antonio cianci 251039

La classe politica inutile, corrotta, pessima

Diceva Giustino Fortunato, parlando della Questione Meridionale, che la questione meridionale aveva prodotto solo meridionalisti, ovvero solo studiosi dell'argomento. Dopo un secolo nel costume italiano non è cambiato granché.

Infatti ogni necessità politica non favorisce azioni politiche, ma solamente discussioni polemiche e trasmissioni televisive. Le quali il più delle volte sono frequentate dagli stessi protagonisti della classe politica, che ci erudiscono su quel che bisogna fare, come se fossero gli ascoltatori o i cittadini a dover fare certe cose anziché loro stessi che le propongono e le commentano.
 
E' il modo di fare, da un trentennio almeno, del nostro ceto politico. Si continua ad annunciare una miriade di riforme. Dalla legge elettorale alla riduzione dei parlamentari, dall'abolizione di ogni scandalosa forma di finanziamento della politica a quella delle province, dalla riduzione del debito all'abbassamento della pressione fiscale, dalla riforma del welfare a quella del mercato del lavoro, dall'abolizione e ristrutturazione delle tasse locali alla semplificazione della burocrazia, dalla riforma della giustizia, cioè del processo, allo svuotamento delle carceri.
 
Le loro promesse o intenzioni abbracciano tutte le attività produttive ed i servizi di una nazione. Ma nessuno di noi cittadini in vent'anni di seconda repubblica ha visto un bel nulla, se non la resistenza dei privilegi di Lorsignori, la crescita non quella economica, ma quella delle loro sinecure, delle rendite di familiari e clienti, e quella inarrestabile del debito e dell'imposizione fiscale.
 
L'affluenza alle urne della elezione regionale in Basilicata testimonia della disaffezione e del disprezzo che circonda questa classe politica a tutti i livelli e a tutte le latitudini. Credetemi, per lunga esperienza, posso affermare che il nostro paese non ha mai avuto una classe dirigente tanto inetta, inefficiente, abulica, irresoluta, corrotta, in una parola pessima. E quando mi chiedo cosa si possa fare e come per cambiarla, non trovo altra soluzione che ignorarla e dimostrarle tutto il disprezzo e rancore possibili, astenendomi dal voto.
 
Sono sinceramente scettico e pessimista sulle sorti future del nostro Paese. Anche perché i rimedi che si vorrebbero adottare, per porre qualche riparo ai disastri della nostra politica, si ispirano alla vieta e trita retorica di solidarismo, ambientalismo, pacifismo, ed utopie varie. Amen.
 


1 réactions


  • luca (---.---.---.2) 3 gennaio 2018 09:17

    Ma agli Italiani evidentemente va bene cosi’ visto che quando ne hanno la possibilita’ continuano ad andare a votare per questo "letamaio"di politica e politici.


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