giovedì 19 gennaio 2023 - Mario Barbato

La cattura di Matteo Messina Denaro e l’ipocrisia del governo

La cattura di Matteo Messina Denaro ha sollevato un tripudio di lodi da parte del governo che parla di una efficace lotta alla mafia. Tra questi c'è pure lui, Silvio Berlusconi, il quale ha dichiarato: “Lo Stato è più forte e la mafia non vincerà. Con i nostri governi abbiamo dato nuovo impulso alla lotta contro la criminalità organizzata”. 

È difficile adesso capire se Berlusconi abbia il titolo per parlare di lotta alla mafia. Proprio lui che la Corte di Cassazione ha certificato essere stato un pagatore di Cosa Nostra da 1973 al 1994, ovvero, fin quando diventò per la prima volta capo del governo. Difficile anche capire se l'ex Cavaliere abbia inserito nel novero dei mafiosi il suo braccio destro Marcello Dell'Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, o il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, la cui condanna a sei anni per collusione mafiosa è diventata definitiva giusto un mese fa. 

Da quando è stato fondato, nel 1994, Forza Italia si è distinto per essere stato uno dei partiti più infestati di personaggi indagati per legami con la mafia. Ma questo sembra non preoccupare l'ex Cavaliere che dice che "la mafia non vincerà" e poi continua presentare liste di candidati impresentabili perché in odor di mafia. Soggetti che-proprio come Marcello Dell'Utri, hanno avuto la sfrontatezza di candidarsi alle elezioni e sono stati pure eletti e mandati in quel Parlamento che, tra le altre cose, dovrebbe combattere proprio la criminalità organizzata.

Molti si sono chiesti come mai Matto Messina Denaro sia rimasto libero per così tanto tempo. La risposta non è difficile da trovare: il boss di Trapani ha potuto contare sull'appoggio, sulla complicità e sulla protezione di quei “colletti bianchi” che con la mafia fanno affari. La mafia di oggi è cambiata rispetto al passato. Spara di meno ma, in compenso, fa più affari. Al piombo preferisce le tangenti da elargire ai quei politici che l'aiutano a penetrare nell'economica nazionale, aggiudicandosi appalti e subappalti, lavori pubblici e commesse statali. Se proprio si vuol parlare di lotta alla mafia, allora si dovrebbe iniziare a far terra bruciata intorno ai loro colletti bianchi, epurando i partiti dai quei soggetti che con la mafia vanno a braccetto e che in politica manco dovrebbero esserci.

Ma noi siamo un Paese diretto da un governo ipocrita che parla di contrasto alle organizzazioni malavitose e poi elabora leggi per salvare i corrotti che sono i principali fiancheggiatori della mafia. La latitanza di Messina Denaro è stata aiutata non solo dai criminali, ma anche da “una fetta di borghesia“, come ha detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. Tenere la borghesia mafiosa fuori dai palazzi del potere, dovrebbe essere il primo passo per fronteggiare efficacemente la mafia. Ma vedrete che, passata l’euforia per la cattura di un boss, ricominceremo a vedere nelle liste dei partiti di destra candidati impresentabili e a sentire Berlusconi parlare della necessità di applicare quel garantismo che serve innanzitutto ad assicurare l'impunità alla borghesia mafiosa. 

Foto Wikipedia



1 réactions


  • Libero Gentili Libero Gentili (---.---.---.67) 20 gennaio 2023 18:52

    Come sempre chiaro, preciso e inflessibile… continua così!


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