martedì 13 gennaio 2015 - Doriana Goracci

La barbarie uccide a Parigi come a Kobane

Nulla va perso come il coraggio della pace. 

 

Alcuni giorni fa, proprio il 6 gennaio scrivevo e inoltravo l’Appello “Solidarietà e nessun silenzio per Sakine Fidan Leyla 9-10 gennaio Roma e Parigi“, nel quale ricordavo che “Era un mercoledì del 2013, il 9 di gennaio, quando Leyla Saylemez 25 anni, Dogan Fidan 31 anni,  Sakine Cansiz, 54 anni furono assassinate a Parigi presso la sede del Centro di informazione Kurdistan (CIK): avevano in comune la lotta per la libertà del popolo curdo…”

 

Tutti ormai sapete cosa è successo il 7 gennaio e di seguito. Non sapevo nemmeno io come ricordare questo appuntamento e l’ho taciuto, non ho ricordato niente a nessuno, se non con quella pubblicazione. E invece la sorpresa di un amico molto caro quale è Andrea De Lotto che mi scrive una mail stasera e mi rende felice, ha per titolo “Cara Doriana, nulla va perso, nulla va perso…”. Ve la scrivo con le fotografie che l’accompagnano. Dobbiamo stare uniti, insieme, contro la guerra.Grazie.

 
Una settimana fa scrivo ad un mio amico fumettista che sta a Parigi, gli racconto che di lì a poco, sabato, ci sarà una manifestazione per le tre donne curde assassinate a Parigi 3 anni fa, ricordate? Una storia tremenda, troppo dimenticata, lo spiega bene questo articolo. Lo invito ad andare, se può, mi risponde che ci andrà, è vicino al suo quartiere. Due giorni dopo: la strage, sempre a Parigi, a Charlie Hebdo.
 
Gli scrivo attonito, senza parole, lui è sconvolto, mi dice che uno dei fumettisti assassinati lo conosceva bene, l’aveva visto prima di Natale. Non ho più il coraggio di rinominargli la manifestazione curda, sgomenti, frastornati, e invece mi scrive così ieri… e mi allega queste foto, bellissime.
 
Caro Andrea, stamattina sono andato alla manifestazione, con un pò di paura, pensando di trovare un centinaio di manifestanti. Invece mi sono trovato in mezzo a migliaia di persone, un vero fiume con il quale ho attraversato le strade della città ritrovando un pò di speranza dopo questi giorni bui. Abbracci A.

 



2 réactions


  • (---.---.---.112) 13 gennaio 2015 20:15

    Discriminante >


    Ciascuna comunità locale (cristiana, ebraica, musulmana, …) è in grado di rilevare nell’area d’insediamento la presenza di soggetti “disomogenei” per valori, convinzioni e stile di vita. Tanto più quando si prefigurano come fattori di minaccia o di potenziale pericolo.


    Le comunità locali costituiscono di fatto un “angolo” privilegiato di osservazione ed analisi del microcosmo sociale. Sempre che siano animate da un forte spirito di coscienza collettiva. In pratica.


    Delle plausibili segnalazioni fatte pervenire agli organi competenti possono rivelarsi prezioso contributo alla tutela “preventiva” del comune interesse a una coesistenza civile e pacifica. Interesse che riguarda, in egual misura, tutti i cittadini residenti al di là del credo politico o religioso.


    Questa è la vera discriminante della consapevolezza maturata nel “praticare” il senso di appartenenza. Accampare dei richiami alle radici è solo escamotage da teatrino di Pantomima e Rimpiattino


    • (---.---.---.17) 26 gennaio 2015 20:12

      la invito ad essere più chiaro, quasi fossi una scema perchè così come lei ha scritto io non capisco cosa voglia dire e forse anche altri come me si trovano nella stessa situazione e non giova...Grazie


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