venerdì 27 marzo 2020 - Phastidio

La Federal Reserve e la circolazione extracorporea di credito alle imprese

La Federal Reserve ha annunciato altre misure di emergenza per sostenere l’economia statunitense attraverso l’aiuto alle imprese, colpite (come quelle del resto del mondo) da un collasso di attività destinato ad azzerare di fatto i ricavi.

 L’angosciosa domanda che ci si pone è: quanto può resistere il sistema delle imprese alla evaporazione dei ricavi, in assenza di sostegno pubblico? Per ora, la Fed sta facendo il suo.

In dettaglio ma senza tediarvi con eccesso di tecnicismi, possiamo dire che questa tornata di interventi della banca centrale guidata da Jerome Powell si contraddistingue per un’azione energica sul segmento del credito societario (corporate), con la creazione di alcuni veicoli di sostegno.

Come da tradizione ultradecennale, ogni facility è denominata con un acronimo. A questo giro, a sostegno del credito per grandi datori di lavoro, abbiamo la Primary Market Corporate Credit Facility (PMCCF), che acquisterà obbligazioni e sottoscriverà prestiti all’emissione, cioè sul mercato primario, e la Secondary Market Corporate Credit Facility (SMCCF), che fornirà liquidità alle obbligazioni corporate in essere, cioè le comprerà per puntellarne i prezzi.

La PMCCF permetterà alle imprese con merito di credito investment grade di accedere al credito per mantenere la propria operatività (meglio sarebbe dire sopravvivenza) sino alla fine della pandemia. Verranno offerti finanziamenti-ponte sino a quattro anni. I debitori potranno optare per il differimento del pagamento di capitale ed interessi durante i primi sei mesi del prestito, prorogabili a discrezione della Fed, per disporre di ulteriore liquidità per pagare i dipendenti (quelli che le aziende sceglieranno di tenere, almeno).

Tecnicamente, per usare la PMCCF verrà creato un veicolo (SPV) con capitale fornito dal Tesoro, a cui la Fed concederà prestiti. Il veicolo erogherà i prestiti ai richiedenti. Il Tesoro indennizzerà la Fed per perdite su crediti, che rischiano di non essere basse, per usare un eufemismo.

Come si può intuire, questo veicolo e questo programma serviranno per creare una sorta di “circolazione extracorporea” di credito alle imprese, supplendo alla scomparsa del mercato primario causata dalla pandemia.

Invece, la seconda facility, destinata al mercato secondario, cioè ai titoli già emessi, sarà utilizzata per comprare corporate bond già esistenti ed anche Etf, cioè fondi passivi che investono in obbligazioni societarie statunitensi. Anche in questo caso, il Tesoro crea un veicolo di scopo e tiene indenne la Fed per eventuali perdite. Anche qui, la Fed crea un “mercato” a pie’ di lista o quasi per sostituirsi al mercato secondario, che al momento è pressoché paralizzato.

Sin qui, la descrizione di due strumenti tra i molti attivati e riattivati a causa della crisi. Gli importi destinati a queste linee di credito lieviteranno rispetto alle previsioni iniziali ed altri interventi seguiranno, ad esempio quello con cui la Fed presterà alle piccole e medie imprese attraverso simili veicoli.

Al momento non sono previsti acquisti sul mercato azionario; la priorità è quella di evitare il collasso del mercato del credito, che porterebbe con sé l’azionario. L’intervento è limitato all’investment grade, per ora. Il che vuol dire che i debitori più deboli, quelli con rating junk (high yield) potrebbero essere lasciati al loro destino, con interventi successivi per “ripulire” il mercato dai default.

Ovviamente, la Fed ha annunciato acquisti illimitati di titoli di stato statunitensi, per assorbire il debito pubblico che lieviterà per evitare che l’economia collassi.

Tutto verte su uno ed un solo punto: quanto tempo servirà per piegare la pandemia, e quanto tempo il sistema resterà in stato di animazione sospesa. A tutto il resto, incluso il calcolo dello stock di debito privato generato con questa circolazione extra corporea in supplenza di fatturati, penseremo dopo.

Foto: Wikimedia Commons



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