mercoledì 19 ottobre 2016 - Pleo

La Copertina di Crozza a diMartedì: "Le mor che non pagate Amor condona"

La copertina di Maurizio Crozza ieri sera, 18 ottobre, a diMartedì, il programma di La7 condotto da Giovanni Floris. Ospide in studio il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

"Le mor che non pagate Amor condona’. Quelli che pagano sempre le tasse? Mi odiano", Crozza interpreta il premier Renzi: "Votiamo subito, perché tra bonus e condoni, ogni giorno che passa è peggio". Secondo il comico una serie di misure volte proprio ad orientare gli elettori in vista del prossimo Referendum costituzionale del 4 dicembre: "Se aspettiamo il quattro dicembre Renzi, per raccattare qualche voto in più, potrebbe inventarsi incentivi per chi parcheggia sui marciapiedi, buoni benzina per gli spalloni e la detrazione sui controsoffitti costruiti per nascondere il nero". 

Un siparietto dedicato anche all'ultima dichiarazione "Non è un condono" rilasciata dal Premier, Crozza replica: "E’ vero che si aboliscono tutte le sanzioni e si azzerano tutti gli interessi sulle sanzioni come un condono. Ma non è un condono”. E aggiunge: “E che minchia è allora?".

"I dati dicono che per ogni due italiani che pagano le tasse, tre non versano niente. Altro che ‘Cambia verso’, qui è ‘Non verso un cazzo'”.



1 réactions


  • pv21 (---.---.---.163) 19 ottobre 2016 19:49

    SENZA costrutto >


    Tra i vari Comitati per il SI ce n’è uno che, tramite dei video, usa delle “mezze verità” nel tentativo di smontare le “bugie” che attribuisce a dei noti accoliti del fronte avverso. Un esempio su tutti.


    PER RIBADIRE la controversa “legittimità” della vigente Legge elettorale (ITALICUM) si ricorda, tout court, che, in base al dettato della Sentenza n.1 del 2014 emessa dalla CONSULTA, l’attuale Parlamento “è perfettamente legittimato a legiferare”.

    Si dimentica (?) tuttavia di fare un qualche accenno alle motivazioni che gli stessi Giudici hanno esplicitato in merito al dispositivo di tale responso.

    Ossia.


    SE SI DA’ per assodato il “principio fondamentale della continuità dello Stato”, ne consegue che le Camere, quali “organi necessari e indefettibili”, non possono “cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare” (vedi, a proposito, la “prorogatio” dei poteri delle Camere sciolte fino all’insediamento dei nuovi eletti). Tanto più che la suprema Corte può venire interpellata anche dopo diversi anni.

    Ancora.

    I Giudici non hanno “censurato” tutta la Legge, ma soltanto le parti dichiarate incostituzionali.

    Quali l’abnorme “premio” che regala la maggioranza assoluta dei seggi prescindendo da una pur minima soglia di voti da ottenere e così “produce un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica”.

    Di più.

    Nel ribadire la piena “discrezionalità” del legislatore nella scelta del sistema elettorale, la Consulta specifica che quanto appena cassato “produrrà i suoi effetti” soltanto in occasione di una nuova consultazione elettorale (purché non venga varata una nuova Legge).


    Appendice.

    Per tutto quanto sopra, appare più che opinabile il sostenere che, per garantire la necessaria “continuità” dello Stato, sia da riconoscersi piena “legittimità” anche ad una incisiva MODIFICA della Costituzione voluta da una maggioranza “dopata”.

    MISTIFICARE la realtà giova solo a interessi e privilegi di una casta di Primi Super Cives


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