lunedì 23 luglio 2018 - Riccardo Noury - Amnesty International

LGBT | Bielorussia, condannata per “protesta di massa”. Ma era sola…

La sentenza emessa il 16 luglio da un tribunale di Minsk, la capitale della Bielorussia, è tra le più paradossali in cui mi sia recentemente imbattuto.

I fatti. A maggio l’ambasciata del Regno Unito espone la bandiera arcobaleno per mostrare solidarietà nei confronti della comunità Lgbti bielorussa.

Il 20 dello stesso mese sul portale del ministero dell’Interno viene pubblicato un articolo non firmato contenente, tra l’altro, questa frase: “La comunità Lgbti, tutta questa lotta per i diritti e la Giornata della comunità Lgbti sono cose false”.

Quattro giorni dopo un’attivista, Viktoria Biran, si fa scattare una foto da un’amica nei pressi dei palazzi del ministero dell’Intero, dei servizi di sicurezza e del governo. In mano ha un cartello, formato A4, con la scritta “I falsi siete voi!”. Poi pubblica le fotografie sui social.

La scena, ripresa dalle telecamere a circuito chiuso che presidiano gli edifici, dura esattamente tre secondi.

Ma per la giustizia bielorussa Viktoria ha violato l’articolo 23.34 del codice amministrativo relativo alla “procedura per l’organizzazione e lo svolgimento di eventi di massa”.

La sentenza, per quanto mite (una multa di 367,50 rubli bielorussi, al cambio 150 euro), è decisamente assurda.




Lasciare un commento