lunedì 21 febbraio 2011 - Fabio Chiusi

L’ospite non è sacro

Lo aveva chiamato il suo «amico». Gli aveva baciato la mano. Lo aveva lasciato mettere in piedi una umiliante baracconata nella splendida cornice della Roma di fine agosto. Con tanto di tenda beduina, centinaia di ragazze trattate come oggetti da conversione, richieste miliardarie per evitare che l’Europa diventasse «nera». E auspici di islamizzazione del Continente. Del resto, come chiosava splendidamente il ministro La Russa, «l’ospite è sacro».

A questo modo Silvio Berlusconi aveva barattato la dignità con gli affari. Un requisito, è bene ricordarlo, non necessario per firmare un contratto. E le violazioni dei diritti umani? Macché, «Il passato del popolo libico carico di sofferenza è consegnato ai libri di storia», pontificava il Cavaliere, tra una canzonetta e un moto di grandeur. Allora le sparate del raìs piacquero al solo Berslusconi. La Lega non digerì il mancato richiamo alle radici cristiane del leader musulmano, i finiani parlarono di Disneyland e insorse perfino l’ordine dei Templari.

Oggi l’uomo che un gruppo di fedelissimi candidò al Nobel per la pace si trova di fronte allosgretolamento dei propri sogni geopolitici. In Medio Oriente un dittatore dopo l’altro sta capitolando o reagendo alle rivolte con una ferocia degna del proprio titolo. E per il popolo libico le sofferenze che Berlusconi immaginava dimenticate grazie a Gheddafi riemergono con violenza: centinaia di morti, razzi sui manifestanti, cecchini che sparano su un corteo funebre.

Ma Berlusconi fa orecchie da mercante. Il Colonnello è impegnato, meglio non disturbarlo. Nemmeno se, come vantava il ministro Frattini a La Stampa il 2 settembre 2010, «i rapporti che l’Italia ha con Gheddafi non li ha nessun altro Paese». Una posizione che, se reale e fatta valere, potrebbe forse significare il salvataggio di vite umane. Ma delle licenze che Berlusconi concede ai dittatori sappiamo, così come del suo spregiudicato utilitarismo.

Resta da capire, tuttavia, se i tanti che avevano sorvolato sulle atrocità commesse da Gheddafi pur di giustificare i suoi amichevoli rapporti con il Cavaliere, avranno la dignità di ritornare sui loro passi. Affrontare l’idea che con il «così fan tutti» (il Quirinale ricevette Arafat, la sinistra faceva affari con Chaveznon ci si lava la coscienza. E dire che sì, a volte per difendere l’indifendibile si finisce a guardare un massacro sedendo dalla parte del torto.



6 réactions


  • poetto (---.---.---.19) 21 febbraio 2011 13:18

     Il comportamento di Gheddafi nel nostro Paese è stato veramente imbarazzante, ma ancora più imbarazzo l’ha provocato l’atteggiamento del nostro governo che ha permesso l’allestimento di quella specie di circo al centro di Roma.

    Ora che Gheddafi spara contro i manifestanti, facendo meglio comprendere a tutti, caso mai ce ne fosse stato bisogno, che razza di dittatore violento sia, il nostro Capo del Governo tace.

    Prima baci e abbracci e ora il silenzio.

    Un eventuale crollo di Gheddafi potrebbe esporre il nostro Paese a gravi rischi, nel senso che potrebbe essere preso d’assalto da un enorme numero di nord africani.
     
    Visto che erano così amici come mai non è stata prevista, da parte dei nostri servizi, una situazione così grave?

    Visto che il premier è distratto da altri problemi, non inerenti la sicurezza nazionale, come andrà a svilupparsi tutta questa vicenda?

    Dobbiamo attenderci Gheddafi ospite a Arcore?


    • Fulcanelli (---.---.---.25) 21 febbraio 2011 15:17

      Piuttosto a Villa Certosa: vi si arriva via nave, elicottero, sottomarino ed idrovolante.

      Comoda per arrivi e partenze

      Manca solo il teletrasporto di Star Trek...

  • Il Gufo (---.---.---.35) 21 febbraio 2011 15:49

    Mi sembra un articolo "fuori fuoco".
    Il problema non è lisciare quel matto di Gheddafi per poter fare affari con la Libia (importantissimo partner commerciale dell’Italia, non da oggi): fa parte del lavoro sporco della diplomazia ed è persino giustificabile farlo.
    Il problema è stata la mancata vigilanza sulla situazione politica libica, non influenzare con consiglieri diplomatici e militari le mosse di uno che è capace di ogni follia.
    Si può vendere la diginità di un week-end agostano per commesse da miliardi di dollari, quello che è indecente è il non aver tutelato i propri interessi nazionali strigendo intorno al Colonnello una rete di sicurezza italiana, trattando la Libia come quel che è: un ricco socio d’affari guidato da un pazzo.
    E’ sintomo evidente dell’incompetenza di una classe dirigente.


  • giordano (---.---.---.146) 21 febbraio 2011 17:49

    Siamo guidati da persone che non sanno fare il loro lavoro e non hanno rispetto dei popoli, quindi nemmeno di noi. Hanno l’uccello sempre duro ma non hanno i coglioni per intervenire politicamente in una situazione come quella libica con queste stragi che rappresentano uno scandalo umanitario pazzesco. Scusate le parole ma la vedo proprio così. Berlusconi con il suo teatrino romano ci rende complici morali di quello che sta succedendo. Di questa gente sono stufo.


  • (---.---.---.230) 21 febbraio 2011 18:22

    ma il popolo libico gheddafi se l’e’ tolto dai coglioni mentr quest’accozzaglia di servi che chiamiamo per convenzione "popolo italiano" si tiene ben stretto lo psiconano mafioso... sic che pena. W IL MAGREB LIBERO.


  • pv21 (---.---.---.72) 21 febbraio 2011 19:38

    Golpe strisciante >

    I Padri costituenti formularono l’immunità parlamentare avendo sperimentato i Tribunali asserviti al regime fascista e non potendo rimpiazzare, in un sol colpo, l’ordine giudiziario del paese. Non meraviglia pertanto che, all’epoca, detta immunità escludesse l’avvio di un procedimento penale senza la preventiva “autorizzazione” della Camera di appartenenza.

    Nel 2008, con il 36% di consenso elettorale, la Legge “porcellum” ha assegnato al governo una maggioranza di 340 Deputati. Maggioranza “blindata” dal 54% dei membri della Camera: 24 voti in più della maggioranza “assoluta”(316).
    Ciononostante è tuttora richiesta, per l’autorizzazione a procedere come per le Leggi ordinarie, la maggioranza “semplice” dei membri votanti. (Sono ormai tre mesi che il governo ottiene la “fiducia” con meno di 316 voti).

    I Padri costituenti non immaginarono un Parlamento di “nominati” e, tanto meno, delle maggioranze “blindate”. Altrimenti avrebbero previsto apposite procedure atte a contrastare possibili evoluzioni e/o tentazioni  autoritarie”.
    Non avrebbero certo dato spazio alle “alchimie politiche" di una casta di Primi Super Cives attenta a privilegi, interessi ed immunità …


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