mercoledì 11 settembre 2013 - antonio cianci 251039

"L’intelligenza" di Berlusconi

“Cala il sipario sul buffone di Roma” – ha titolato dopo la condanna definitiva il Financial Times. Volge al termine, infatti, un dramma con risvolti farseschi, che dura quasi ininterrottamente da una quindicina d’anni.

“Io sono innocente perché lo dico io e tutti hanno il dovere anzi l’obbligo di credermi. Perciò pretendo che tutti, dal presidente della Repubblica al mio maggior avversario il Partito democratico, mio alleato politico nel sostenere il governo Letta, mi liberino dall’infamia di una condanna ingiusta concedendomi la grazia tombale, ossia un provvedimento di clemenza che cancelli non solo la condanna penale, ma anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici”.

Questa la logica berlusconiana: farneticante.

Ed in cambio promette di far cadere o non il governo, secondo che il suo diktat-ricatto venga o meno accettato.

L’uomo è disperato e si vede perduto. Sembra un animale ferito a morte, si agita nella gabbia senza trovare la via d’uscita e non sapendo che fare, vorrebbe trascinare tutto e tutti con sé.

Anche coloro che lo circondano e sono più interessati alla sua sorte, hanno smesso di minacciare, perché si sono resi conto che l’uscita di scena del cavaliere è vicina ed ineluttabile.

Il giudice della situazione è il PD, che non può mancare questo autentico match-point, per chiudere la partita col suo più accanito e resistente avversario politico, pena la perdita della credibilità e del consenso elettorale a favore delle altre formazioni politiche, che gradirebbero un ennesimo grave errore del maggiore partito della Sinistra.

Inoltre la Storia ci ha mostrato, in diverse circostanze ed in diverse personalità, che la presunzione può diventare prima arroganza e poi addirittura trasformarsi in dramma. La furia disperata di un uomo acceca la mente, toglie il senno e può generare gravi danni.

Cadrà il governo, in realtà debole ed in balia di se stesso? Non so.

Ma mi auguro che la sua eventuale caduta non aggravi le condizioni del Paese, già in crisi perché unico paese occidentale che non cresce anzi è in recessione. Che il Cavaliere mostri un residuo di intelligenza vera della realtà, pensando anche alla sorte delle sue aziende, della sua famiglia, della gente in preda alla miseria.

Non dico si rassegni, ma vivaddio lasci una volta per tutte spazio ai più giovani e capaci della sua parte, e, se ne ha la stoffa e la vocazione culturale, permetta la nascita di una Destra liberale, che non è mai nata in questo paese, anche per sua colpa ed irresponsabilità.

 

Foto: Wikimedia



1 réactions


  • (---.---.---.31) 11 settembre 2013 14:06

    Mandatelo via! un primo ministro che paga il pizzo per proteggere la sua famiglia non e’ degno della carica che gli Italiani gli hanno dato in buona fede. Eppoi la sentenza dell’evasione delle tasse... che bell’ esempio.... Via, via!

    franco beltrame

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