sabato 7 marzo 2015 - Antonella Policastrese

L’ingiustizia è donna

Globalizzazione, mercati, sviluppo, tecnologia modernità. Nonostante tutto siamo un mondo che mantiene intatta la divisione tra ricchi e poveri, uomini e donne, senza che il cambiamento tocchi in toto le vite di quest'ultime considerate inferiori quindi suddite, educate all'obbedienza. Donne con chador, col burqa, ragazze sottoposte all'orrenda pratica tribale dell'infibulazione anche quando vivono nel cosiddetto Occidente, che fa fatica ad affermare i diritti fra cittadini, figurarsi quella delle donne.

Donne che anche da noi non vivono al massimo delle proprie aspettative. A testimoniarlo la differenza in busta paga tra il loro stipendio e quello dei loro colleghi uomini; per non parlare della politica dove le cariche più alte le escludono ancora da posti di prestigio. Eppure la storia pullula di donne che hanno segnato il loro tempo da Anna Kuliscioff a Rosa Luxemburg alla stessa Nilde Iotti. Figure dimenticate ma che riuscirebbero a parlare se si desse spazio alla creatività delle donne, alla capacità intellettiva, invece che considerarle per la loro prestanza fisica o per un corpo capace di stimolare la fantasia maschile. In occidente ci sono modelli che si sono imposti e l'apparire invece che essere, continua ad essere un mantra ossessivo da ripetere da trasmettere in ogni tempo...

Trovo che nonostante ogni anno si ripeta la pratica inutile ed idiota di celebrare una giornata all'insegna del consumismo, si arrivi a questo appuntamento privo di reali riscontri effettivi e tra un otto marzo e l'altro la vita scorre, con il pretesto assurdo di aver raggiunto un falso traguardo. Sono sempre più convinta che bisognerà ripartire da un concetto semplice: riprendersi i propri diritti attualmente negati e questa volta pretenderli per uomini e donne che contano sempre meno. L'otto marzo che vorrei è quello di tante donne sconosciute che vivono la loro vita in silenzio andando avanti senza arrendersi, che non si guardano indietro ma continuano ad avanzare guardando avanti sempre avanti. L'otto marzo è senz'altro per tutte quelle donne che come fiori di campo espandono nell'aria il profumo della libertà accendendo con un sorriso i cieli plumbei ,carichi di nuvole.

L'otto marzo appartiene a quelle donne che sanno tessere i fili della speranza ,sanno porgerti la mano per dirti coraggio, domani è un altro giorno e niente è perduto. L'otto marzo è di tante donne coperte, bistrattate, maltrattate che dovranno trovare un giorno il coraggio di bruciare i burqa che copre i loro corpi, per poter mostrare la fierezza dei loro volti perchè avranno capito che la vita va al di là di un libro di Leggi da contemplare ed osservare; quella vita che vedono scorrere dietro dei paraventi e non riescono a viverla nella pienezza dei loro gesti, dei loro atti. L'otto marzo attualmente è niente. E' solo un deserto che avanza, tante parole, vuoti concetti che nel vuoto si disperdono.



4 réactions


  • (---.---.---.203) 8 marzo 2015 10:45

    IL PARLAMENTO OGGI
    Da Cittadino neutrale lo paragono al Mercato delle Vacche.
    Da ragazzino andavo a scuola alla Dante Alighieri di Firenze 
    Ricordo che in piazza della Signoria tutti i venerdi Sensali e Contadini si incontravano per discutere eventuali compra vendite.
    I Contratti? li sigillavano sputandosi sulla mano prima di stringersela.

    Ciò che ci differenza dal Passato? 
    La Mancanza di serietà è il non rispetto della parola data. 
    Il Popolo per tutti gli abusi subiti dovrebbe chiedere Giustizia Dando vita ad un Tribunale del Popolo che giudichi veramente chi approfitta di cariche Istituzionali per fare i loro Interessi. La punizione dovrebbe essere di esempio non depenalizzata Come avviene nei Tribunali che permettono a gli avvocati di menare il can per l’aia sino alla prescrizione del reato. VITTORIO.A


    • (---.---.---.246) 9 marzo 2015 12:46

      Ciò che attualmente manca è il senso di giustizia. Ciò che si sta facendo è rottamare Democrazia e Costituzione. Questo è un governo di nominati si dovrebbe andare al voto e chiedere una class-action o contro questo parlamento o verso la Consulta che pur avendo dato in merito il suo responso continua ad essere ignorato dai nominati. Così non va.


  • GeriSteve (---.---.---.183) 9 marzo 2015 02:05

    Il commento precedente appare "stonato" con l’articolo, ma in realtà a me sembra molto pertinente.

    Quando si citano Anna Kulishoff o Rosa Luxemburg (la Iotti io la lascerei stare) oppure le fasi più rampanti del femminismo, si citano periodi in cui c’era una forte aspettativa dell’ampliamento dei diritti del cittadino, sia individuali che collettivi. Era giusto e logico che in quell’ampliamento le donne volessero recuperare i loro svantaggi, come la mancanza di diritto di voto politico.

    Oggi invece quei diritti di tutti i cittadini (maschi o femmine) sono attacccati o svuotati dal potere finanziario globale, da quelli locali e da caste di politicanti corrotti e inamovibili.

    In questi contesti la possibilità di progressione sociale delle donne in forma meritocratica e paritaria è sempre più difficile e meno credibile, mentre appare più praticabile la progressione basata sull’attraenza sessuale: veline, prostitute, amanti o mogli di ricchi o potenti privilegiati; proprio l’opposto dell’essere piuttosto che apparire e dell’emancipazione femminile.

    In Italia poi, la crisi economica spinge molti giovani a rinunciare a metter su famiglia, umiliando così le naturali e legittime aspirazioni di paternità e -ancor più- di maternità.

    GeriSteve


    • (---.---.---.246) 9 marzo 2015 12:43

      Condivido ciò che dice. La penso esattamente come lei. Inoltre sono sostenitrice della famiglia intesa come nucleo formata da uomo, donna e figli. Non mi piace che in nome di pseudo diritti si voglia stravolgere l’ordine naturale delle cose. Quello che oggi si sta facendo è far passare il revisionismo come riformismo.


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