mercoledì 16 febbraio 2011 - Fabio Barbera

L’immondizia è protagonista tra il Museo dei Rifiuti e il cassonetto intelligente!

A segnalare la curiosa iniziativa sono i due autori Marco Presta e Antonello Dose che sul Messaggero scrivono: "La battaglia contro l’immondizia è stata vinta. Dall’immondizia". Proprio per questo, seguendo il detto “se non puoi batterli unisciti a loro”, è stato creato un museo che aprirà a novembre del 2011 e che usa la rumenta come tema nevralgico: un museo sull’immondizia. La location scelta da Renzo Piano (l’autore del progetto) è Genova, all’interno dei Magazzini dell’Abbondanza, una scelta forse simbolica ma sicuramente azzeccata, visto che proprio l’abbondanza e il consumismo rappresentano il motivo che ha portato ad una così sovrabbondante produzione di materiali di scarto e rifiuti. Scrivono Dose e Presta sul Messagero: “Inizialmente, s’era pensato di realizzare uno Spazzatour, cioè un giro in pullman per visitare Chiaiano, Terzigno e Malagrotta, le più famose discariche italiane. In seguito, però, il fascino di un comodo e attrezzato polo museale, interamente dedicato al pattume, ha avuto la meglio”. Il Museo conterrà un’area dedicata alle nozioni essenziali sul ciclo dei rifiuti e un’altra dedicata alle opere d’arte create con i materiali di scarto.

L'immondizia attira l'attenzione su se stessa, evidenziando il problema. Con analoga passione ed eguale obiettivo nascono i Cassonetti per la spazzatura trasparenti, intitolati: “Rifiuto con affetto!”. L’immondizia ormai è un elemento integrante della nostra società, ci conviviamo come se fosse un vicino un po’ inopportuno ma di cui non possiamo fare a meno. Allora c’è chi ha avuto una geniale intuizione: “E se non pensassimo proprio più al concetto di rifiuto o di riutilizzo, ma pensassimo semplicemente ad allungare la vita agli oggetti?”. Un oggetto può non servire più a me, ma prima di essere buttato può tornare utile a qualcun altro. L'idea (di cui vi abbiamo parlato nella rubrica Te la dò io l'Italia) è di tre studentesse di architettura dello IUAV di Venezia, che abbiamo intervistato anche attraverso Pandolfo a Colazione su Radio Alcamo Centrale, tali Roberta Bruzzecchese, Maddalena Vantaggi, Maria Zanchi (nella foto accanto alla loro invenzione). La loro idea è semplicissima. A chi non è mai capitato di pensare, passando davanti ad un cassonetto della spazzatura: “Ma guarda quel tavolino/armadietto/orologio/lampadario/quadro/fumetto, ma come gli è venuto in mente di buttarlo?”. Le tre studentesse hanno così inventato RCA (l’acronimo di Rifiuto Con Affetto, www.rifiutoconaffetto.it), un cassonetto grosso più o meno come quelli normali, ma trasparente e con delle mensole interne dove riporre quello che si vuole lasciare. Così al suo interno si possono inserire oggetti di ogni tipo che altri possono poi prendere. 

Lo scambio è libero, volontario, asincrono e totalmente gratuito. Chi primo arriva meglio sceglie! Ma non parlate di riciclo. L’idea è quella della riaffezione. L’oggetto gettato può tornare a vivere a casa di qualcun altro e questo ci porta a parlare del prossimo caso… il sito perso per perso.



1 réactions


  • (---.---.---.166) 13 luglio 2012 17:30

    Ho letto su quotidiano giovani che a Genova c’è il museo della spazzatura di Palazzo Verde che offrirà ai visitatori le informazioni sul ciclo dei rifiuti...ci porterò mia figlia, perchè una corretta educazione verso questi temi bisogna impartirla di piccini


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