venerdì 18 giugno 2021 - Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica

L’evoluzione della ricerca del piacere femminile

Lucio Dalla è stato uno dei primi cantautori a parlare apertamente di autoerotismo con il brano “Disperato erotico Stomp” nel 1977. Grazie alla sua audacia, il brano, pienamente in stile dalliano, fa luce su un argomento da sempre considerato tabù, e se ancora oggi rimane uno dei testi più conosciuti del cantautore bolognese, qualcosa dovrà pur significare.

Esiste una secolare ritrosia a parlare di masturbazione, senza tener conto che per molto tempo, essa è stata relegata nel novero delle patologie di natura psichiatrica. Questa lunga storia di condanna sociale rispecchia l’aspetto moralistico di stampo religioso, sia nel mondo cristiano cattolico che in quello musulmano. Nel cristianesimo, infatti, l’ostilità nei confronti dell’autoerotismo nasce dal concetto stesso di piacere che non dovrebbe appartenere al godimento scaturito dai bisogni terreni.

Dal punto di vista etimologico il termine “masturbazione” deriva dal latino “manus”, ossia mano e “turbare”, ossia agitare, e da ciò ne deriva che per masturbazione si intende una sorta di “massaggio della mano” sui genitali maschili e femminili, il cui scopo è il piacere culminante nel raggiungimento dell’orgasmo. La masturbazione, definita anche come autoerotismo, nella sessuologia moderna non viene più considerata come un surrogato sessuale, ma come uno spazio di intimità individuale, che assume un ruolo significativo anche nella qualità del rapporto di coppia, oltre ad essere un momento fondamentale nello sviluppo psicosessuologico di ciascun individuo.

Il cambiamento nelle rappresentazioni della pratica masturbatoria, una pratica comunemente intesa come tabù per il genere femminile e generalmente associata esclusivamente al maschile, negli ultimi anni, ha subìto una lenta, ma progressiva normalizzazione nell’immaginario comune, sebbene il processo non si possa ancora definire concluso.

Per avere una panoramica del fenomeno rispetto al momento attuale, possiamo analizzare una riflessione risalente al 2019, nei mesi immediatamente precedenti all’emergenza sanitaria da Covid-19. Secondo i dati pubblicati dal portale Pornhub, da cinque anni il numero di fruitrici di pornografia è in costante aumento. Come interpretare questo dato alla luce dello stereotipo che vedeva la pornografia come ad unico appannaggio del sesso maschile? La parità dei sessi passa anche per la pornografia.

Le donne hanno accesso ai consigli di amministrazione delle multinazionali ed occupano le poltrone più ambite e puntano anche a quello che è sempre stato considerato il fortino esclusivo dell’universo sessuale maschile: il porno. Negli ultimi anni, infatti, le donne guardano sempre più frequentemente video pornografici, una tendenza che sebbene possa scuotere l’animo delle femministe storiche, forse simboleggia anche una nuova frontiera dell’emancipazione. Questo è quanto certifica Pornhub, una delle piattaforme maggiormente conosciute del settore, che in uno dei suoi ultimi report annuali dedicato alle visualizzazioni del 2018 ha evidenziato come le donne costituiscano ormai il 29% della sua utenza, il 3% in più rispetto all’anno precedente.

Il pubblico femminile è in costante aumento almeno dal 2014, anno in cui Purnhub pubblicò per la prima volta i suoi insights. Questa piattaforma analizza ormai la navigazione dei suoi utenti non solo su base annuale, ma anche in occasione di eventi specifici come il Superbowl o il festival di Sanremo, e lo scorso anno ha effettuato una pubblicazione specifica sulla Festa della Donna. L’8 marzo sul motore di ricerca del sito è stato rilevato un importante aumento dell’espressione Womens Day. Non solo, Pornhub sempre in quell’occasione, ha registrato un’impennata di tutti i termini legati al piacere femminile, come Eating pussy o Pussy licking, e addirittura qualcuno ha inserito la parola Femminist.

Tenendo conto di questo nuovo tipo di pubblico, l’industria del porno si sta evolvendo. Un esempio è Popular with women, la nuova categoria di Pornhub che a dicembre del 2017 ha sostituito Friendly with female. A differenza di quest’ultima che includeva le preferenze presunte dalle donne, la nuova sezione racchiude i contenuti maggiormente preferiti dal sesso femminile nella realtà e varia l’offerta a seconda dell’area geografica: di fatto, dunque, propone le categorie di video più cercate dalle donne. Per Pornhub questo è stato un vero e proprio successo, poiché a pochi mesi dal lancio di Popular with women, il tempo dedicato dalle donne ai video hot è aumentato di circa un minuto. Ogni sessione ora dura in media 10 minuti e 30 secondi, contro i 9 minuti e 36 secondi del periodo precedente.

L’aumento del pubblico femminile su queste piattaforme comporta anche un cambiamento sui contenuti offerti dalla pornografia. Ad oggi persiste un predomino rispetto alla proposta di prodotti che vede l’uomo protagonista, con una scarsa o relativa preoccupazione per il pubblico femminile, ma gli effetti di Popular with women testimoniano che la trasformazione può essere ancora più netta. Ad esempio, la regista svedese Erika Lust, che da anni lavora per creare contenuti pornografici dedicati a “lei”, ultimamente ha pensato di trasformare in cortometraggi le fantasie sessuali espresse in forma anonima da alcune donne tramite il sito xconfessions.com.

Nel nostro Paese, le utenti su Pornhub, nell’ultimo anno, sono aumentate del 6%. Non emergono particolari differenze con gli uomini rispetto ai gusti sessuali, le categorie preferite all’unanimità da entrambi sono Italian, Mature e Milf. Un ideale sessuale che a Pornhub ricorda l’amore degli italiani e delle italiane per la mamma, quasi un complesso edipico tuttora in atto a livello nazionale. A queste categorie, le donne italiane, in linea con la tendenza internazionale, aggiungono la sezione Lesbian. Osservando le preferenze relative Pussy Licking, Female Friendly e Solo Male vanno per la maggiore.

Analizzando il cambiamento dell’utilizzo della pornografia alla luce di questo anno e mezzo di emergenza sanitaria emerge come, sempre rispetto ai dati ufficiali pubblicati da Pornhub, ci sia stato un picco del 57% il 12 marzo 2020 (data in cui la piattaforma ha regalato un mese di abbonamento gratuito anticipatamente ai cittadini italiani, in lockdown prima di altri paesi). Sempre secondo l’analisi di questi dati, la maggior parte delle ricerche sui siti video-pornografici è stata effettuata da donne, soprattutto nel mese più critico di tutti, ossia marzo 2020. In questo mese, infatti, le donne hanno superato in percentuale gli uomini quasi ogni giorno, con una media tra il 3 e il 5%, raggiungendo il picco nell’utilizzo il 27 marzo (29,9% delle donne contro il 25,9% degli uomini), toccando invece il picco del distacco nella visualizzazione dei contenuti il 18 marzo (14,50% delle donne contro l’8,20% degli uomini).

Questi dati rappresentano una valida contrapposizione a chi relega la masturbazione ad una pratica da stigmatizzare e che vorrebbe vedere in chi la pratica vissuti di colpa e vergogna. Quando invece bisognerebbe tenere sempre vivo nella mente il pensiero dello scrittore Oscar Wilde: “L’autoerotismo è l’inizio di un amore che può durare tutta la vita”.

Tutor: Fabiana Salucci
Tirocinante: Valeria Della Sabina

Riferimenti bibliografici:

- https://zetaluiss.it/2021/04/10/por...

- https://www.pcprofessionale.it/news...
Kraus, F. (2017). The practice of masturbation for women: The end of a taboo? Sexologies, 26(4), e35–e41. doi:10.1016/j.sexol.2017.09.009

- https://www.researchgate.net/profil...

- https://www.rossanotosi.it/masturba...

Foto di Free-Photos da Pixabay 




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