mercoledì 4 settembre 2013 - Massimiliano Fanni Canelles

L’evasione fiscale in Italia

L’evasione fiscale rappresenta una piaga della società italiana. È un fatto risaputo. I cittadini che, violando la legge, tentano di sottrarsi al pagamento dei tributi sono un numero costante e, nonostante gli sforzi delle autorità preposte – Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza – il fenomeno non sembra ridursi.

Le stime più recenti collocano la percentuale di evasione nel nostro Paese al 27% del Pil mentre, per esempio, negli Stati Uniti essa tocca il 9%. Il problema non è soltanto quantitativo, ma sociale e culturale.

Molteplici studi sul tema hanno mostrato come l’evasione costituisca un fattore endemico e trasversale dell’intera società italiana: non esiste un profilo dell’evasore “tipo” da contrastare. Questo, ovviamente, fa lievitare i costi di monitoraggio e riduce l’efficienza dei controlli.

Possibili soluzioni devono essere corrispondenti alla riduzione del carico fiscale, promuovendo, ad esempio, incentivi a favore delle imprese che assumono giovani o che sostengono il sociale e che si impegnano in prima linea contro l’evasione fiscale. Sgravi fiscali per le imprese che assumono giovani di età inferiore ai trent’anni sono già previsti nel Piano per il lavoro giovanile che il Governo Letta proporrà nei prossimi giorni, in conformità allo Youth Guarantee Scheme, il piano europeo che mette a disposizione dei Paesi membri della UE fondi strutturali affinché l’occupazione giovanile non in nero non sia soltanto un’utopia.

Riguardo al controllo degli organi competenti, proprio in questi giorni è pronta all’attivazione una sorta di anagrafe dei conti correnti: attraverso un sistema informatico altamente tecnologizzato, sarà possibile per gli 007 del fisco incrociare i dati che emergono dalle dichiarazioni dei redditi con i movimenti bancari. Il SID (Sistema Informatico Dati) gestito da Sogei permetterà all’Agenzia delle Entrate di acquisire direttamente dagli operatori bancari le informazioni sui conti correnti degli Italiani.

Secondo Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, non vi è alcun rischio per la privacy dei cittadini perché nessun dato verrà manipolato ed utilizzato al di fuori del contesto della lotta all’evasione. Quali siano i vantaggi concreti di questa riforma si saprà soltanto tra qualche mese. Appare, tuttavia, chiaro che, in questo modo, l’Agenzia delle Entrate potrà compilare delle liste di cittadini da sottoporre a controllo quando lo scostamento tra dichiarato e speso risulterà rilevante.

Per quanto riguarda la figura dell’evasore italiano, bisogna distinguere gli aspetti relativi alle varie tipologie di impiego, la differenza tra un dipendente pubblico ed un libero professionista è sensibile. Alla fine del mese, il primo trova in busta paga l’importo netto del proprio stipendio. Lo Stato trattiene direttamente ciò che è dovuto per legge. Evitare di pagare è, di conseguenza, materialmente impossibile.

Il secondo, invece, dichiara autonomamente i propri ricavi che determinano, di conseguenza, il gettito fiscale imponibile. Questo modello presuppone l’onestà di tutti i lavoratori del settore privato, fattore nobile, ma, purtroppo, poco radicato in una percentuale significativa della società italiana.

Purtroppo, gli Italiani hanno sempre fatto fatica a considerare il bene pubblico come proprio. Le imposte servono allo Stato per gestire strade, scuole, sanità, sociale, ecc. Il benessere di noi cittadini dipende quindi da quanto del nostro reddito concediamo alla collettività. È la Costituzione Italiana che lo prevede all’articolo 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

Da parte sua, lo Stato deve riservare questi soldi per le opere pubbliche e sociali e per i servizi necessari ai cittadini. Una tassa non pagata non produce danni soltanto al bilancio statale: condiziona le disponibilità per tutte le azioni positive a favore del cittadino che, senza fondi, non possono diventare realtà.

Evasore è chi rema contro il benessere comune, contro una Repubblica fondata sul lavoro e contro uno Stato in cui il benessere collettivo è direttamente proporzionale all’onestà dei cittadini.

 

Foto: Dave Dugale/Flickr



9 réactions


  • paolo (---.---.---.182) 4 settembre 2013 11:26

    Prima premessa : chi evade le tasse è un ladro . Chi evade le tasse mette le mani nelle tasche dei cittadini onesti e usufruisce di servizi di cui non avrebbe diritto.

    Seconda premessa : uno Stato che impone tasse spropositate (oggi per una impresa si arriva al 65% del reddito) è uno stato che deruba i contribuenti onesti ,ossia è uno stato ladro .

    Problema : abbassare le tasse perchè tutti le paghino o far pagare tutti perché si possa abbassarle ?
    Soluzione messa in atto : al momento nulla .Tanto fumo e pochissimo arrosto.

    Commento : In questo paese manca la volontà politica di colpire duramente gli evasori e gli elusori ,costituendo i predetti un largo bacino (ben superiore al 27% queste di stime totalmente inattendibili ) di elettorato che garantisce il proprio voto a chi fornisce adeguate protezioni ,sia in materia di accertamenti che di procedure successive per il recupero delle somme evase e delle relative sanzioni . A spanne , in termini numerici come singoli contribuenti (non come PIL che è un’altra cosa ) evadono ,chi poco o chi tanto ,almeno il 70 % dei soggetti percettori di reddito da lavoro o finanziario. L’evasione avviene su tutto , nessun comparto è escluso. Lo ha perfettamente capito Silvio Berlusconi che su condoni ,normativa di incentivo all’evasione (vedi cancellazione elenchi creditori ,falso in bilancio , segreto bancario , ecc.. e pure incentivo morale )ha costruito la sua fortuna politica (il suo zoccolo duro).

    Dimostrazione : Qualunque strumento di accertamento messo in campo incontra le critiche di tutti . Insomma non ne va bene uno .Dagli studi settore all’ultimo ,il redditometro ,che è stato definito un provvedimento da stato di polizia (!!) .Insomma gli italiani non desiderano pagare le tasse e non amano essere controllati .
    Chi ,come il sottoscritto ,paga tutto fino all’ultima lira (o euro) non potrà mai permettersi di condurre una vita di lusso e di piaceri come un suo equivalente che non le paga .Ergo è un deficente consapevole.

    Alcuni decenni fa un ministro ,se ricordo bene Visentini , dichiarò che le tasse erano alte perché si partiva dal presupposto che gli italiani ne pagavano una parte . Al genio non attraversò neanche lontanamente nella testa che sarebbe successo a quelli onesti (leggi coglioni) che le pagavano tutte .

    Sul lavoro dipendente tornerò in seguito , col cavolo che non evadono.


  • (---.---.---.190) 4 settembre 2013 14:29

    C’è un problema di fondo nel tuo ragionamento, Paolo.


    Il redditometro non compunta gli ingressi, il reddito da tassare, ma le spese.

    Per fare un esempio banale ma non tanto, chi ha soldi di suo per motivi vari ma non lavora perché disoccupato, tecnicamente è un evasore fiscale in base al redditometro. Anche se non percepisce alcuno stipendio, anche se non percepisce pigioni di case in fitto, anche se non gioca in borsa... semplicemente perché ha dei soldi su un conto corrente e li spende. Magari quei soldi li ha dalla nascita ed erode il capitale, perché non percependo alcun reddito non rifonde la cifra spesa, ma per il redditometro è un evasore. 


    Il caso da me riportato non è tanto raro, basta considerare qualsiasi ragazzo che lavora in modo precario, con stipendi bassi e non sistematici, magari in condizioni subordinate che non corrispondono al contratto in base al quale lavora. Ragazzo che magari vive in famiglia ed è quindi aiutato nella vita quotidiana dai genitori. Non appena le sue spese superano il 20% di quanto dichiarato, diventa un evasore fiscale. Esempio tipico? Se i genitori gli comprano una casa.

    Il 20% di 900 euro al mese sono 180 euro mensili. Credo non sia complicato ammettere che chi percepisce 900 euro li spende praticamente tutti per le semplice sussistenza e magari non arriva neanche a fine mese. Per lo stato, per non essere evasore, deve spenderne 180 e non di più. E’ realistico? In base a questo criterio, sono tutti evasori fiscali. E se quel ragazzo perde il lavoro o non gli rinnovano il contratto, percepisce zero. Quanto è il 20% di zero? Se gli fanno un controllo, perché magari i genitori gli hanno acquistato una casa, si troverà a dover spiegare anche come ha speso 5 euro per comprare pane e latte, perché quei 5 euro sono oltre il 20% di zero. Gli verrà contestato ogni prelievo effettuato con carta di credito.

    Il problema è che il mercato del lavoro è cambiato, non si basa più sulla vecchia distinzione lavorodipendente=cittadino onesto / lavoratore non dipendente=evasore. I nuovi contratti, con le dovute eccezioni, raccontano una situazione contrattuale non subordinato che magari non corrisponde minimamente alle reali condizioni lavorative.

    Nel tuo teorema c’è da scardinare una vecchia convinzione data per assodata, cioè che i lavoratori non subordinati sono possibili evasori. Oggi questo ragionamento è diventato obsoleto e applicare questo metodo per scovare gli evasori è vagamente discriminatorio, se non offensivo, oltre che uno spreco di soldi dello stato perché si ottengono tanti falsi positivi. Accanendosi sui nuovi poveri, perché gli attuali contratti lavorativi sono al limite dello sfruttamento e il posto fisso è un miraggio.

    Paolo, non so quanto guadagni, ma ammettendo che tu percepisca uno stipendio di 1500 euro (base di calcolo), li spendi almeno 300 euro al mese per vivere? Per lo stato sei un probabile evasore se compili l’UNICO, sei un cittadino onesto se compili il 730. 

    Vogliamo fare davvero la lotta all’evasione fiscale? Invece di accanirsi sui nuovi poveri, usiamo google maps e controlliamo i possessori di ville con piscina. 

    Pagare le tasse è un dovere, non ci piove. Scovare gli evasori è un dovere, non ci piove. Il metodo è il problema. Il redditometro dà falsi positivi, con il nuovo mercato del lavoro sono tantissimi, e non un criterio valido, ma uno spreco di denaro pubblico. Si basa su una visione obsoleta del lavoro.

    • paolo (---.---.---.182) 4 settembre 2013 21:51

      No guarda che sei fuori strada .
      Evasore sei quando non dimostri che le tue spese (leggi tenore di vita ) sono congrue alle tue entrate o al tuo status patrimoniale .
      Ma è soltanto un indicatore , nessuno ti appioppa la patente di evasore a prescindere . Se tu dimostri che vivi di rendita per cavolacci tuoi (eredità ,benefit ,rendite , totocalcio ecc... ) la cosa finisce li’ . Lo strumento è stato introdotto per chi ,a fronte di denunce dei redditi da incapiente , conduce una vita da nababbo . E l’unico modo è controllare la capacità di spesa ,ovvero il tenore di vita .

      Senti , non mi parlare di Unico ,sono stato per anni per l’Agenzia delle Entrate uno dellle cavie-contribuenti per mettere a punto il software , ho trovato bug di sistema passando notti insonni e litigando con tutti i call center dell’Agenzia delle Entrate , lascia perdere , non dire cose che non conosci , passo sopra a quello che affermi . I test di congruità e di coerenza sono ampiamente fallaci ma non arrivano alla abnormità che tu affermi , non farti suggestionare dalla propaganda di chi ha interesse a castrare qualsiasi cosa che abbia un rapporto con l’accertamento.
      Oltretutto il redditometro prevede uno scostamento del 20 % , ma comunque tutto sta nel poter giustificare la propria situazione che ,nel caso che non ci sia frode , è banalmente dimostrabile .

      Basta con queste masturbazioni psicotiche . Non esiste alternativa , se vuoi scovare l’evasione devi monitorare i potenziali evasori e lo puoi solo fare mettendo a confronto il tenore di vita con la denuncia dei redditi (quando la fanno) .
      E’ il metodo in vigore in tutti i paesi a democrazia avanzata (USA in primis) . Soltanto da noi nascono tutte le obiezioni possibili ed immaginabili ,perfino quella di buttare soldi pubblici come tu stai facendo.
      Ma stai scherzando ? Ogni euro impegnato a combattere l’evasione ne produce 10 di entrate .
      Il problema ,te lo ripeto , è politico .Siccome gli evasori (chi poco chi tanto) sono una maggioranza ,chi li protegge prende i loro voti . Punto.
      E il paese va a puttana .


    • (---.---.---.201) 6 settembre 2013 00:12

      Ci arrivano eccome ad abnormità del genere. Parlo per esperienza personale.


      Non sto parlando di test di congruità o analoghe problematiche. Sai cosa vuol dire guadagnare poche migliaia di euro in un anno perché anche se ufficialmente sei un lavoratore autonomo nella pratica sei un dipendente a tempo determinato perché conviene farti risultare non subordinato? E magari non ti rinnovano il contratto, per cui tu non lavori più. E sai cosa succede se i tuoi hanno la malaugurata idea di acquistare una casa e intestarla ANCHE a te? In altre parole non hai acquistato l’immobile che non è neanche tutto tuo.

      Succede che compili un campo nella sezione fabbricati e che il tuo reddito dichiarato non è compatibile con tale ipotesi. Ti arriva una lettera a casa in cui ti invitano ad una bonaria transazione affinché tu saldi l’evasione che ti affibbiano. 

      Ora, a me piacere anche bonariamente chiudere il caso, ma che devo dichiarare, i soldi che non ho guadagnato?

      Ti faccio presente che pur risultando, per lo stato italiano, contemporaneamente e schizofrenicamente evasore e bamboccione, non ho mai fatto richiesta ISEE o simili, non usufruisco di alcun ammortizzatore, né sanitario né di alcun tipo, in quanto i miei si occupano delle mie spese e ho la fortuna di non dover avere sussidi dallo stato.

      In compenso so già che verranno controllate tutte le mie transazioni con la carta di credito e mi verrà chiesto conto, eppure i soldi che ho sul conto corrente sono lì da più di 10 anni.

      Come mai mi trovo in questa situazione? I miei non sono paperoni, ma semplici pubblici dipendenti che hanno messo i soldi da parte. Il mio cellulare costa 20 euro, ho fatto 4 viaggi in vita mia, l’ultimo dei quali 8 anni fa, in tutta economia. Il mio pc monta un p4 e funziona benissimo, in ristorante ci vado solo se invitato a matrimoni, insomma ho un tenore di vita assolutamente diverso dalla media. E così facendo ho messo da parte soldi, semplicemente non sprecandoli.

      Però lo stato controllerà anche gli scontrini dell’ultima spesa fatta. 

      Informati Paolo, il falso positivo di cui parlo ha fatto notizia.

      Io sono contro l’evasione fiscale e non giustifico assolutamente gli evasori, ma trovo che lo stato sprechi risorse in base a logiche stupide. Si parte da una base di calcolo sbagliata: dovrebbe essere il reddito, ma siccome non sono in grado di determinarlo (mandare gli omini neri di cui parli è troppo una scocciatura, meglio stare imboscati dietro le scrivanie) stabiliscono non si sa in base a quale parametro che il termine fisso è una percentuale spese/reddito=0.2

      Percentuale sballata, che se applicata ad un insegnante che vive spendendo 1000 euro al mese, porterebbe a dire che egli guadagni 5000 euro. Cosa non vera.

    • paolo (---.---.---.126) 7 settembre 2013 17:31

      Sono informato ,ti suggerisco di rivolgerti ad un fiscalista per chiarirti le idee .
      E guarda che l’avviso bonario che il Centro Dati dell’Agenzia delle Entrate emette in automatico (qui purtroppo ci sono ancora incongruenze ) non significa necessariamente che tu sei un evasore ,che devi adeguarti e pagare (ma pagare che? ) ,è sufficente che chiarisci la tua posizione (rogito di terzi a tuo favore ,donazione ,eredità ecc.. ) ,ovviamente con le necessarie pezze d’appoggio .

      Diverso se ti beccano che compri un’appartamento da 180.000 euro , sei giovane e dichiari redditi di 6.000 euro l’anno , vorrai che ti chiedano qualche chiarimento ? Se non hai da chiarire (ho vinto alla lotteria ...... ) sono cavolacci neri .Se poi dici che i soldi li hai trovati nel cassonetto dell’immondizia finisce che vai in galera .

      Il problema è che certe notizie sono congegnate ad arte per provocare la reazione di cittadini che non hanno la più pallida idea di cosa sia un Unico . E’ terrorismo e nel polverone ci sguazzano i furbastri .
      ciao


    • (---.---.---.67) 8 settembre 2013 10:50

      No, Paolo, non ci stiamo capendo.


      Vorrei sottolineare alcuni concetti: qui si parla di evasione fiscale, non di ricchezza in generale. Io evado il fisco che ho un reddito non dichiarato, non se ho i soldi sul conto corrente dalla nascita e non li guadagno anno per anno.

      Posso dichiarare anche 200 euro in un anno e comprare una villa con piscina, nel secondo caso. Il tutto in modo assolutamente regolare. Infatti nei vari modelli non è prevista la dichiarazione dei soldi posseduti, ma solo di eventuali redditi percepiti da essi. Il ragionamento che hai fatto è figlio di questo preconcetto: se uno acquista una casa è perché ha GUADAGNATO ED EVASO. No, uno acquista una casa perché ha i soldi, che siano stati fatti guadagnando e quindi evadendo è onere dello stato provarlo, altrimenti si è in uno stato di polizia perché si inverte l’onere di prova.

      Tra parentesi, nell’UNICO non c’è scritto quanto ho pagato la casa né chi l’ha pagata, in altre parole potrebbe essere tanto un villone con bassa rendita catastale, tanto un appartamento di 20 metri quadri iperstimato. Il controllo non me l’hanno fatto perché ho speso 180.000 euro per un appartamento, ma semplicemente e meccanicamente perché ho compilato un quadro che l’anno prima non c’era.

      Ovviamente non ho alcun problema a tirar fuori pezze d’appoggio, visto che le case si comprano in presenza di notai e i passaggi di denaro sono tutti tracciabili, ma quello che fingi di ignorare è che nella lettera di cui sopra, inviata ad un miserabile disoccupato come me e non ad un evasore fiscale vero (i miei i soldi per comprare quella casa se li sono sudati), non c’è alcuna richiesta di chiarimenti, come dici tu, ma un invito a saldare bonariamente e ricontrollare l’attuale dichiarazione dei redditi. Si chiede si segnalare un eventuale errore, non di chiarire. Errori non ce ne sono, la casa c’è ed è effettivamente di mia proprietà. L’errore è nella loro logica, ma lì c’è scritto nero su bianco: salda bonariamente (quindi sei un evasore) altrimenti ti controlliamo noi.

      Avranno anche tutti i diritti di chiedermi come mai sono in possesso di una casa, ma sono SOLDI SPRECATI, perché non porterà a niente e tutto questo costa. Sono controlli a tappeto basati su un preconcetto. Invece di pagare gente per fare supposizioni sballate e buchi nell’acqua, perché non li si manda nelle attività commerciali, studi imprenditoriali... a fare controlli.

      Pare che in un giorno di controlli a Cortina abbiano scoperto tassi di evasione del 400%, se non ricordo male. Tutti a plaudire l’iniziativa, brava la finanza, tanta evasione in un giorno solo. E gli altri 364 giorni dell’anno questi che fanno, a parte mandare missive praticamente offensive a gente come me che se guadagna anche 200 euro li dichiara? 

  • (---.---.---.32) 4 settembre 2013 18:08

    io dimostro come spendo i miei soldi, pretendo che lo stato dimostri come spende i miei soldi! basta le auto blu e imbrogli vari


  • paolo (---.---.---.182) 4 settembre 2013 21:58

    A proposito ,d’accordissimo su google maps per individuare le ville con piscina , poi però bisogna che l’omino in nero con valigetta suoni al citofono per farsi dare il rendiconto ,altrimenti rimane un tour informatico fine a se stesso .


  • Fred (---.---.---.186) 18 febbraio 2018 23:34

    Ogni centesimo sottratto allo Stato é benedetto! Stato, ti ho sempre fottuto e ne sono orgoglioso!


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