mercoledì 5 maggio 2021 - Marco Barone

L’attacco violento della dittatura egiziana contro Giulio e la sua famiglia

Il processo per la verità e giustizia per l'omicidio di Stato di Giulio è iniziato. E dalla parte egiziana la reazione è stata quella tipica delle dittature carnefici. Silenzio istituzionale, relazionarsi a livello ufficiale come se niente fosse accaduto, soprattutto perché ciò viene consentito dall'altra sponda.

Ultima prova sono quei visi sorridenti ad esempio durante la mostra sul contributo degli archetti italiani in Egitto con la presenza di quell'ambasciatore che l'Italia non ha avuto più il coraggio e la voglia di richiamare per consultazioni.
 
Cinque governi che hanno sostanzialmente operato in continuità restituendo piena legittimità politica ed istituzionale all'Egitto. Dall'altro lato, invece, la dittatura si muove dietro le quinte. Gettando la pietra del fango, come quel video, ora sparito dalla rete, di cui tanto si è parlato e non ha fatto altro che replicare la solita litania della teoria del complottismo egiziano. C'è chi dice di essere stato raggirato, ma le cose dette, raggirato o meno che fosse, quelle erano, e quelle rimarranno. 
 
E la cosa che dovrebbe far impallidire è che se anche la teoria del complotto egiziana fosse vera, ma non lo è, ciò sia ben chiaro, si dovrebbe accettare il fatto che uno Stato possa imprigionare un cittadino, torturarlo e ucciderlo e poi abbandonare il corpo ai margini di una strada. La dittatura egiziana ricorrerà a tutti gli strumenti possibili per destabilizzare i rapporti con l'Italia e far saltare il processo. Si ricorrerà agli strumenti tipici a cui ricorrerebbe qualsiasi avvocato che vorrà ritardare il processo, ricorreranno alle minacce, alle intimidazioni, a gettare ancora fango, a colpire indirettamente per colpire direttamente. Si comporteranno come si comporterebbe qualsiasi mafioso, perché quella egiziana è una dittatura di stile mafioso.
 
L'attacco arrivato alla famiglia di Giulio ed a Giulio è stato violentissimo. Nasce dalla dittatura egiziana che non è indifferente all'esito di questo processo per un semplice motivo.
Perchè ne va della sopravvivenza della stessa dittatura. No, non è un processo politico, ma è un chiaro processo che coinvolge e travolte la dittatura egiziana semplicemente perchè i soggetti imputati non sono un Tizio o Caio qualsiasi ma esponenti di spicco funzionali al mantenimento del potere di Al Sisi. Ma non è solo questo. Perchè come più volte trapelato bisogna far luce anche sull'operato del figlio di Al Sisi, fatto riparare in Russia, non a caso.
 
La famiglia di Giulio non ha avuto il diritto, la possibilità di poter piangere il proprio figlio ucciso da quel sistema maledetto, perchè fin dal primo secondo ha dovuto lottare per difendere l'onore e la dignità di Giulio contro le vigliaccate di chi da carnefice vorrebbe passare come vittima, e in questo, va detto, gli egiziani molto hanno imparato dall'Italia, da quella fascista, che con le sue manipolazioni che ancora oggi continuano, ribalta la realtà a proprio uso e consumo ma questo non lo consentiremo mai, e per questo è fondamentale sostenere con maggior forza la famiglia di Giulio perchè questo è il momento più difficile.

mb




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