giovedì 17 settembre 2020 - Marco Barone

L’arroganza istituzionale egiziana: "Era scontato il ritorno dell’ambasciatore italiano"

Lo State Information Service è un'agenzia governativa affiliata alla Presidenza della Repubblica, ed è l'agenzia ufficiale per i media e le pubbliche relazioni dello Stato egiziano. Nella sezione del sito dedicata alle relazioni politiche e diplomatiche tra Italia ed Egitto si legge :
 

Nell'era moderna, lo scambio di ambasciatori tra i due paesi iniziò nel 1914. Queste relazioni cessarono tra il 1940 e il 1945, quasi per tutto il periodo della seconda guerra mondiale. Poi le relazioni si sono rivelate buone e l'Egitto e l'Italia sono diventati membri dell'Unione per il Mediterraneo. Dopo il 30 giugno, ci sono stati importanti sviluppi nelle relazioni italo-egiziane. Ciò è stato testimoniato nelle loro relazioni politiche; visite ufficiali e sostegno del governo italiano alla road map egiziana del 30 giugno. Il governo italiano sostiene l'Egitto nella sua guerra al terrorismo che si è diffusa in molti paesi vicini, in particolare la Libia. I due Paesi sono colpiti da quanto sta accadendo in Libia e stanno lavorando per sostenere gli sforzi di costruzione dello Stato libico e prevenirne la caduta nelle mani dei terroristi. L'Italia è tornata ambasciatrice in Egitto dopo che le prove hanno dimostrato la buona reputazione dell'Egitto. Infine, visti i profondi rapporti tra i due Paesi, soprattutto sul piano economico, era normale che Roma facesse tornare il suo ambasciatore al Cairo. Inoltre, l'Ambasciatore Hisham Badr ha presentato le sue credenziali al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella per assumere l'incarico di Ambasciatore d'Egitto a Roma, quasi una settimana dopo il ritorno dell'ambasciatore italiano Giampaolo Cantini.

Ora in queste poche più di dieci righe c'è tanta roba, sia tra ciò che vi è riportato, che tra ciò che si omette volutamente. Tanta roba che fotografa perfettamente la situazione in essere tra Italia ed Egitto. A livello storico si ricorda che le interruzioni diplomatiche tra Italia ed Egitto risalgono al periodo dell'invasione italiana sotto il fascismo. Si sostiene sostanzialmente che l'Italia appoggia la dittatura di Al Sisi che è nata dal colpo di Stato del luglio 2013, quello che porterà alla caduta dell'unico presidente democraticamente eletto nella storia d'Egitto, Morsi, che verrà fatto morire in carcere. Poi, con un volo pindarico, senza dire il perchè, senza citare l'omicidio di Stato di Giulio Regeni, si dà per scontato che chi legge sappia di cosa si stia parlando, ovvero del richiamo dell'ambasciatore italiano dall'Egitto, si dice che era normale che l'Italia mandasse il proprio ambasciatore in Egitto sia per le questioni economiche, affari, business, che per la buona reputazione dell'Egitto. E parlano di prove di questa buona reputazione. Già. Prove. In sostanza se la cantano, ballano e suonano come vogliono con l'Italia che si presta pienamente a questo gioco come se l'Egitto fosse una propria colonia, un proprio feudo come ai tempi del fascismo e non uno Stato canaglia che ammazza un cittadino italiano come accadeva sotto il fascismo tra l'altro, e facendo di tutto e di più per negare verità e giustizia processuale ad un nostro concittadino. Se è questo il modo in cui il nostro Paese tutela i propri cittadini, ognuno tragga le proprie conclusioni. Alla faccia della sovranità che appartiene al popolo. E comunque impressiona leggere l'arroganza egiziana sui canali istituzionali ufficiali. Si vede che se lo possono permettere perchè l'Italia, che sarebbe la prima a dover avere voce in capitolo, lo consente.

mb

Foto di Kasjan Farbisz da Pixabay 




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