L’Italia sostiene i regimi in Tunisia e Algeria

Il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha dichiarato il pieno sostegno del nostro paese per i due regimi nordafricani messi sotto pressione dalle rivolte popolari. Nel tentativo di minimizzare le rivolte Frattini ha sostenuto addirittura che le manifestazioni non avrebbero carattere politico, nonostante l'evidente supporto che ricevono dalle opposizioni e dai sindacati nei due paesi e nonostante non ci sia nulla di più politico della discussione sulla redistribuzione della ricchezza, che in questi paesi ricchi di materie prime si ferma nelle tasche di élite mafiose e corrotte. Per Frattini quella tunisina non è neppure una dittatura e c'è da capirlo, proprio Craxi fu il mentore di Ben Alì e proprio l'Italia con i suoi servizi segreti che guidò la sua ascesa al potere in sostituzione del dittatore che lo ha preceduto, ormai troppo vecchio e troppo malato per sostenere l'ingrato compito.
In cambio Ben Alì offrì rifugio al Craxi latitante e nel video si può apprezzare la sfilata di ministri italiani orfani di Craxi (Frattini compreso) che si recano in pellegrinaggio in Tunisia per commemorare il condannato socialista, morto in latitanza sotto la protezione della dittatura tunisina.
Ma ci sono anche grossi interessi economici attuali a pendere sulla bilancia, la Tunisia è da tempo un partner privilegiato di aziende italiane che hanno spostato nel paese produzioni a basso costo, traendo profitto dal bassissimo costo del lavoro tunisino e dall'assenza di problemi con i sindacati, tenuti brutalmente a bada dalla dittatura. Per Frattini chi la pensa diversamente è un irresponsabile: «Sono Paesi che garantiscono stabilità… al Maghreb e chi dice cose diverse non ha il minimo senso di responsabilità ». Che poi garantiscano anche le forniture di gas e petrolio attraverso accordi opachi e vantaggiosi per pochi è un dettaglio che non merita nemmeno di essere citato incidentalmente.
Tanto fuori misura è Frattini, da invocare un intervento dell'Europa, del G20 e del G8 in supporto a quei regimi. Secondo Frattini tocca a queste istituzioni per affrontare il carovita nei due paesi, come se il carovita non dipendesse dalle evidenti speculazioni e dai saccheggi che le classi dirigenti infliggono ai due paesi. Frattini è disposto a dire qualsiasi cosa pur di non danneggiare l'alleato tunisino e in subordine il regime algerino, che intrattiene ccon la Francia di Sarkozy lo stesso tipo di rapporto che Tunisia e Libia hanno con l'Italia. C'è un gran feeling tra Sarkozy in disgrazia e Berlusconi, non per niente la Francia si è unita ai governi di destra di Italia, Polonia e Ungheria nel chiedere all'Europa di trasformarsi in poliziotto globale con il pretesto di difendere i cristiani ovunque nel mondo.
Dittature feroci, portate in palmo di mano in quanto reprimono gli "islamici" e in quanto complici delle aziende europee nello sfruttamento dei lavoratori e delle risorse locali. La più classica politica delle destre occidentali moderne e la migliore conferma che della libertà e della democrazia a questi campioncini importa meno di niente. Tanto già è chiaro che se la situazione dovesse degenerare la destra occidentale si mobiliterebbe nell'accusare le sinistre e l'Islam per "l'instabilità" nei due paesi e raccoglierebbe il consenso dei propri elettori agitando lo spettro di migrazioni bibliche verso i nostri paesi. Scene già viste, di fronte alle quali la sinistra italiana tace imbarazzata, incapace di schierarsi con i popoli in rivolta e contro chi li affama, incapace di sbugiardare i falsi di Frattini perché con quelle stesse falsità si è riempita la bocca troppo a lungo.