martedì 6 novembre 2018 - Riccardo Noury - Amnesty International

L’Australia promette: fuori i minori dal centro di detenzione per migranti di Nauru

Il 1° novembre, cedendo alle pressioni dell’opinione pubblica interna e delle organizzazioni per i diritti umani locali e internazionali, il governo australiano ha fatto l’annuncio che entro la fine dell’anno i minorenni reclusi nel centro di detenzione per migranti dell’isola di Nauru verranno rilasciati.

La prolungata detenzione dei migranti e dei richiedenti asilo minorenni è uno degli aspetti più brutali della politica di gestione “oltremare” dell’immigrazione da parte del governo australiano, che dal 2012 impedisce sistematicamente di raggiungere le coste del paese per chiedere asilo e, in questi anni, ha respinto migliaia di persone verso l’isola di Nauru e quella di Manus, indipendente la prima e parte di Papua Nuova Guinea la seconda.

Una politica spietata e peraltro costosissima per il contribuente australiano.

Delle persone di cui è stato annunciato il rilascio 46 sono nate in detenzione, altre hanno passato il periodo della crescita e della formazione circondati da filo spinato e guardie armate.
Tra ricollocamenti negli Usa, rilasci sul territorio di Nauru e trasferimenti in Australia per trattamento ospedaliero o altre ragioni, i dati ufficiali dicono che i minorenni attualmente detenuti sarebbero 40.

Ci sono due punti interrogativi, cui il governo australiano deve dare risposte e rassicurazioni.

I minorenni che verranno rilasciati finiranno per essere nuovamente reclusi nei centri di detenzione dell’Australia? O verranno integrati, come dovrebbe essere, nella società e assistiti dal punto di vista psicologico, dopo le sofferenze patite a Nauru?

che ne sarà dei loro genitori? Se non verranno liberati a loro volta, un provvedimento apparentemente positivo produrrà separazioni familiari, peggiorando la situazione dei piccoli e dei grandi?




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