venerdì 25 febbraio 2022 - Osservatorio Globalizzazione

L’Asia centrale “persiana”: la relazione speciale Iran-Tagikistan

Sin dall’antichità, l’Asia Centrale ha avuto una lunga storia di rapporti con quella regione meglio conosciuta col termine “Persia”, sia per ragioni di vicinanza geografica sia per le varie dominazioni, susseguitesi nel corso della storia in una porzione più o meno vasta dell’area, da parte di quegli imperi che avevano come centro politico l’attuale Iran (impero persiano, impero sasanide, etc.). 

di 

 

Tra i cinque Stati dell’Asia Centrale, il Tagikistan è indubbiamente quello più legato a Teheran da un punto di vista etnico-linguistico, in quanto entrambi sono di cultura iranica e le lingue dei due Paesi sono mutualmente intelligibili. [1]

Breve storia delle relazioni Iran-Tagikistan

Le relazioni bilaterali tra i due Stati sono state stabilite il 9 gennaio del 1992 e, nello stesso mese, è stata aperta l’ambasciata iraniana a Dušanbe. [2] 

Durante gli anni della guerra civile in Tagikistan (1992 – 1997), la Repubblica Islamica non appoggiò nessuno schieramento, nonostante le minacce da parte di Šomdon Yusuf [3] di chiedere aiuto a Teheran nel caso di intervento delle truppe della Comunità degli Stati Indipendenti [4], e sostenne la necessità di raggiungere una soluzione politica per porre fine al conflitto [5]. Il 27 giugno del 1997, a Mosca, ai colloqui inter-tagiki presenziò anche Ali Akbar Velayati, l’allora ministro degli Esteri iraniano, il quale firmò l’Accordo Generale sull’Instaurazione della Pace e dell’Intesa Nazionale in Tagikistan [6].

Dalla fine del XX secolo, le relazioni bilaterali conobbero un costante miglioramento, caratterizzato anche dall’ampliamento dei rapporti in campo commerciale, che però subirono una battuta d’arresto e un raffreddamento nella prima metà degli anni Dieci, a causa di due specifici eventi. 

Il primo, risalente al 2013, riguarda Bobak Zanjoni, un miliardario iraniano condannato in patria per riciclaggio di denaro attraverso alcune banche tagike e cinesi, che avrebbe ceduto ad alcuni partner dello Stato centroasiatico due miliardi e mezzo di dollari americani. Alla richiesta della restituzione della somma da parte di Teheran, le autorità di Dušanbe hanno replicato affermando che “la parte iraniana non ha inviato alcun documento sul capitale del miliardario Zanjoni nelle banche del Tagikistan” [7].

Nel 2016 è stato raggiunto il punto più critico delle relazioni, a causa del secondo evento: la partecipazione di Mukhitdin Kabiri, capo del Partito della Rinascita Islamica del Tagikistan (PRIT), a un seminario islamico tenutosi alla fine del 2015 nella capitale della Repubblica Islamica, nel corso del quale egli aveva incontrato l’Ayatollah Ali Khamenei. Nel settembre dello stesso anno, le autorità tagike avevano accusato il PRIT di preparare un colpo di stato, mettendo di conseguenza al bando le attività del movimento. In seguito al suddetto incontro a Teheran, tutti i programmi di cooperazione sono stati parzialmente interrotti [8].

Nel 2019 c’è stata un’inversione di tendenza grazie alla visita ufficiale nel Paese mediorientale del Ministro degli Esteri tagiko, Sirojiddin Mukhriddin, avvenuta il primo giugno, durante la quale ha incontrato il presidente Hassan Rohani e l’omologo Javad Zarif. Nonostante successivamente non ci siano state azioni concrete, questo evento ha rappresentato l’inizio del riavvicinamento tra Tagikistan e Iran [9]. 

Il 17 settembre 2021, in occasione del ventunesimo vertice dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (OCS) tenutosi a Dušanbe, il Presidente Ebrahim Raisi, su invito di Emomali Rakhmon, si è recato in Tagikistan, dove ha guidato una delegazione di alto livello, composta da cinque ministri [10]. I due capi di Stato si sono incontrati il giorno successivo e hanno auspicato l’avvio di una nuova stagione delle relazioni bilaterali [11]. Durante la successiva conferenza stampa congiunta, i due leader hanno menzionato la situazione nel vicino Afghanistan, affermando che le ingerenze da parte di attori esterni hanno causato negli anni diversi problemi e che il nuovo esecutivo della “Tomba degli Imperi” dovrebbe essere inclusivo e rappresentare tutti i gruppi politici ed etnici nel Paese [12].

Entrambi gli Stati sono membri di diverse organizzazioni regionali, tra cui la già menzionata OCS, l’Organizzazione di Cooperazione Economica (OCE) e l’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI).

I rapporti tra Iran e Tagikistan

Le relazioni tra Teheran e Dušanbe sono regolate da più di 160 documenti firmati negli ultimi trent’anni. 

Da un punto di vista economico, nel 2021, l’interscambio commerciale è ammontato a più di 31 milioni di dollari statunitensi [13]. Il cotone grezzo è il principale bene tagico esportato, seguito dalla carta patinata al caolino e da prodotti chimici; al contrario, le importazioni dalla Repubblica Islamica sono variegate e comprendono in primis articoli in plastica, oggetti in ceramica e in ferro o acciaio [14] [15]. Per quanto concerne gli investimenti iraniani in Tagikistan, questi ultimi hanno raggiunto il massimo (77,146 milioni di dollari statunitensi) nel 2014, mentre nel triennio 2016-2018 è stato registrato il punto di minimo, determinato dall’assenza di capitali persiani [16]. Inoltre, Teheran ha finanziato la costruzione di diverse infrastrutture tagike di altissima importanza, come il Tunnel di Anzob, un traforo lungo poco più di cinque chilometri che collega la capitale alla seconda città del Paese, Khojand, evitando così di passare per l’Uzbekistan. I vertici dei due Paesi hanno dichiarato di aspirare a raggiungere nei prossimi anni il traguardo di 500 milioni di dollari statunitensi nell’interscambio commerciale [17].

In ambito militare, la cooperazione in questo campo è iniziata alla fine del 1997, dopo la firma di una lettera d’intenti – la prima del Paese centroasiatico con uno Stato non facente parte della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) – in base alla quale l’Iran avrebbe dovuto formare e addestrare il personale militare di Dušanbe [18]. Più recentemente, l’8 aprile 2021, durante un vertice nella capitale della Repubblica Islamica, cui hanno partecipato il ministro della difesa tagico, Colonello Generale Šerali Mirzo, e il comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica , Mohammed Bagheri, è stata stabilita la creazione di una commissione congiunta di difesa, il cui scopo primario consisterebbe nella lotta al terrorismo [19]. Oltre a ciò, è stata presa in considerazione una possibile esportazione di armi iraniane verso il Tagikistan [20].

Un altro campo di significativa rilevanza è quello energetico, il cui risultato più importante può essere identificato nella centrale Sangtuda-2, sul fiume Vakhš, terminata nel 2011 e inaugurata ufficialmente tre anni dopo [21]. La cooperazione in questo settore si concentra soprattutto nella costruzione di centrali idroelettriche, le quali nel 2019 hanno generato circa il 40% della produzione totale di energia elettrica [22]. Il 2 e il 3 dicembre di quell’anno, nell’ambito della tredicesima commissione congiunta irano-tagica, i ministri dell’energia avevano discusso circa la possibilità di finanziamenti per la costruzione di una nuova centrale presso la diga di Rogun, nonché per la compravendita di energia elettrica [23]. A giugno dello scorso anno, è stato raggiunto un accordo in base a cui le reti dei due Paesi asiatici vengono allacciate [24]. 

Conclusioni e (possibili) sviluppi futuri

Nonostante la fase discendente sopra descritta, le relazioni tra i Paesi presi in esame sono tutto sommato buone e in crescita, specie in seguito ai drammatici avvenimenti accaduti nel mese d’agosto nel turbolento Afghanistan. Il “recente“ disgelo e la fase attuale possono condurre in futuro a una serie di vantaggi reciproci.

A tal proposito, alcuni osservatori hanno affermato che, per esempio, il Tagikistan può contribuire all’integrazione di Teheran all’interno di diverse organizzazioni di carattere regionale o internazionale, nonché essere un valido promotore per la cooperazione tra il Paese mediorientale e gli altri Stati centroasiatici; viceversa, la Repubblica Islamica può incidere significativamente, e in diversi modi, sullo sviluppo di Dušanbe, soprattutto sul versante economico: per esempio, aprendo i propri porti sul Golfo Persico come via alternativa per le merci tagiche verso i Paesi mediorientali ed europei, o investendo nella creazione di nuovi posti di lavoro (attraverso la delocalizzazione o costruzione ex novo di imprese nella zona), diminuendo parzialmente il tasso di disoccupazione e di emigrazione, quest’ultimo influenzato fortemente dal primo. [25]

 Per riassumere, in futuro potrebbe crearsi una rete di rapporti non tanto dissimile da quella che intercorre tra Azerbaigian e Turchia (“Una nazione, due Stati”).

Note

[1] Nonostante il farsi e il tagiko facciano parte, insieme al dari, dello stesso continuum linguistico (il persiano), la mutua intelligibilità tra le due lingue è presente solo a livello orale, visto che il tagiko utilizza (principalmente) l’alfabeto cirillico, mentre il farsi quello arabo-persiano.

[2] https://mfa.tj/ru/main/view/28/otnosheniya-tadzhikistana-s-iranom

[3] Capo del Partito Democratico del Tagikistan, nonché uno degli esponenti dell’Opposizione Unita Tagika durante il conflitto. Nel 1993 il suo partito venne bandito e fu costretto a fuggire in Iran.

[4] Жирохов М. А., Семена распада: войны и конфликты на территории бывшего СССР, Санкт-Петербург, БХВ-Петербург, 2012. (Žirohov M. A., I semi della caduta: guerre e conflitti nel territorio dell’ex URSS, San Pietroburgo, BHV-Peterburg, 2012, p 191.)

[5] Ibidem, pp 214 – 215.

[6] https://peacemaker.un.org/sites/peacemaker.un.org/files/TJ_970627_GeneralAgreementontheEstablishmentPeaceNationalAccordinTajikistan.pdf

[7] https://tajikta.tj/ru/news/iran-ne-dokazal-nalichiya-v-bankakh-tadzhikistana-deneg-svoego-milliardera-zandzhoni

[8] https://cabar.asia/en/tajik-iranian-relations-under-the-new-conditions 

[9] Ibidem

[10] https://en.irna.ir/news/84473192/President-Raisi-arrives-in-Tajikistan

[11] https://en.irna.ir/news/84474655/Boosting-interactions-to-elevate-Iran-Tajikistan-regional-cooperation

[12] https://en.irna.ir/news/84474878/New-era-in-Iran-Tajikistan-relations-underway-President

[13] https://nbt.tj/ru/payments_balance/analytical_table.php

[14] https://oec.world/en/profile/bilateral-country/tjk/partner/irn

[15] https://tajtrade.tj/menu/index/28?l=en#: :text=Main%20trading%20partners%20of%20the,%2C%20Turkmenistan%2C%20USA%20and%20others.

[16] https://www.ceicdata.com/en/tajikistan/foreign-direct-investment/foreign-direct-investment-iran

[17] https://en.irna.ir/news/84475001/Iran-Tajikistan-target-500m-of-trade

[18] https://reliefweb.int/report/tajikistan/tajikistan-iran-sign-defense-accord

[19] https://www.tehrantimes.com/news/459612/Iran-Tajikistan-agree-to-establish-joint-defense-committee

[20] https://irangov.ir/detail/361457

[21] https://silkroadnews.org/en/news/tajikistan-launched-sangtuda-2

[22] https://www.iea.org/countries/tajikistan

[23] https://caspiannews.com/news-detail/iran-helps-power-tajikistan-with-hydroelectric-power-2019-12-4-35/

[24] https://en.irna.ir/news/84360536/Iran-Tajikistan-agree-on-electricity-networks-connection

[25] https://cabar.asia/en/tajikistan-iran-new-trends-against-the-background-of-a-change-of-government-in-afghanistan

L'articolo L’Asia centrale “persiana”: la relazione speciale Iran-Tagikistan proviene da Osservatorio Globalizzazione.




Lasciare un commento