lunedì 2 agosto 2010 - Pompeo Maritati

L’Alta Velocità si fermerà a Bari. Il Salento come al solito ne è tagliato fuori

Una scelta scellerata che anziché far decollare il sud, come ipocritamente affermato, contribuirà al suo definitivo isolamento

 
Ora basta. Siamo veramente arcistufi dell’atavico abbandono del Salento da parte delle iniziative atte al riammodernamento delle infrastrutture del nostro paese. Ancora una volta la Regione Salento, che ci auguriamo possa diventare tale, al più presto anche sotto il profilo istituzionale, è stata abbandonata, dimenticata, cancellata dal programma dell’Alta velocità delle Ferrovie dello Stato. Se Alta velocità ci sarà, questa si fermerà a Bari. Con quale criterio si stabilisce che un territorio quale quello del Salento, peraltro caratterizzato da una morfologia piana, quindi priva di montagne o quant’altro che possa ostacolare o quanto meno far incrementare i costi di realizzazione, debba essere tagliata fuori. L’Italia dopo Bari prosegue per altri 170 chilometri verso il sud, dove risiedono oltre due milioni di persone. L’ipocrisia politica, la sfacciataggine demagogica di chi parla di far decollare il sud penso faccia la sua grande figura di “incapacità” proprio nel decidere che l’Italia dell’Alta Velocità, dell’eccellenza dei servizi da destinare ai propri cittadini debba fermarsi a Bari, I salentini che se la vedano da soli. 

Ovviamente questa è una ulteriore figuraccia della nostra classe politica locale che non pare abbia fatto molto per favorire lo sviluppo del nostro territorio, fagocitati dagli interessi di partito e delle correnti, spesso hanno dimenticato che essi sono stati eletti quali rappresentanti delle esigenze del loro elettorato. Abbastanza folto è il drappello dei nostri politici con incarichi governativi, anche il leader del partito democratico è stato eletto nella circoscrizione di Gallipoli, ma altrettanto inadeguata è la sensazione percepita dai cittadini salentini all’attenzione riposta da questi alle reali esigenze del territorio. Non mi è parso di vedere qualche serio intervento atto far modificare tale decisone così penalizzante per il futuro della nostra Regione, o quanto meno se interventi ci sono stati non hanno ottenuto alcun risultato.

E’ solo da qualche anno che le ferrovie dello stato hanno completato il raddoppio della linea ferroviaria Bari-Lecce, adesso vorranno farci attendere un altro secolo per l’Alta velocità. Ogni anno i collegamenti dal Sud verso il nord vengono sempre più penalizzati, per non parlare della qualità dei servizi. Tutto questo non ci va bene è ora che si inizia ad attuare una politica seria e soprattutto professionale, che riesca veramente a raddrizzare le sorti di questo paese, che grazie al dilagare di egoismi localistici, spesso rappresentati da vere forme di razzismo inqualificabile, sta minando concretamente e paurosamente l’unità della nazione destando preoccupazioni anche di ordine sociale, che sino ad oggi a me pare siano state sottovalutate.

Ecco perché ritengo sia molto importante che le scelte politiche della nostra terra vengano effettuate qui, e non altrove, come avviene oggi a Bari in seno ad un consiglio regionale che ha anteposto gli interessi del capoluogo regionale a quello delle tre provincie del Salento, Lecce, Brindisi e Taranto. Ben venga la costituzione della Regione Salento, che possa indipendentemente interagire con il governo centrale, peraltro rappresentata da ben due milioni di elettori, diventando così un centro di attrazione di interessi politici non indifferenti.



1 réactions


  • Renzo Riva Renzo Riva (---.---.---.95) 2 agosto 2010 12:53

    Ma poi cosa diranno le orde verdastre favorevoli a parchi eolici e campi fotovoltaici vendoliani?
    Faranno i comitati tipo Val di Susa?
    Caro Maritati,
    Si prepari al par mio a fondare un comitato per il lancio dell’alta velocità in Salento altrimenti le sue resteranno solo vacue parole.

    Provi a interessare il Governatore prima che il Governo.

    Glielo dice uno del Comitato Italiano Rilancio Nucleare.

    Renzo Riva
    C.I.R.N. F-VG
    (Comitato Italiano Rilancio Nucleare)


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