venerdì 8 settembre 2023 - Riccardo Noury - Amnesty International

Kossovo: poca protezione e giustizia a ostacoli per le vittime di violenza domestica

Nonostante i sempre più forti appelli della società civile e un grave aumento dei femminicidi negli ultimi anni, le autorità del Kossovo non stanno contrastando efficacemente la violenza domestica, non forniscono la necessaria protezione alle donne e alle ragazze e non abbattono le numerose barriere che ostacolano l’accesso alla giustizia e alle forme di sostegno.

Di recente, le autorità del Kossovo hanno fatto passi avanti per rafforzare la legislazione e per venire meglio incontro ai bisogni delle sopravvissute alla violenza domestica. Nel marzo 2023 il parlamento ha approvato, in prima lettura, una proposta di legge sulla prevenzione e la protezione dalla violenza domestica, dalla violenza contro le donne e dalla violenza di genere.

Persistono tuttavia, secondo le ricerche di Amnesty International, numerosi ostacoli per quel che riguarda l’accesso a risarcimenti e alimenti e mancano servizi adeguati in favore di coloro che lasciano i centri-rifugio.

Ci sono anche altri problemi: il pregiudizio degli agenti di polizia, il lavoro eccessivo a carico delle operatrici sociali e la mancanza di informazioni sui diritti, l’assistenza e le forme di riparazione per le sopravvissute.

Va peggio alle appartenenti ai gruppi minoritari (serbi, rom, ashkali e kosovaro-egiziane) e alla comunità Lgbtqia+ a causa della discriminazione intersezionale di cui sono vittime.

A completare il quadro ci sono anche gli ostacoli di natura socio-economica, che impediscono alle donne di allontanarsi da contesti violenti e di vivere libere dalla paura. Nel 2017 solo il 17 per cento delle donne era formalmente assunto contro il 50 per cento degli uomini; nel 2021 solo il 18 per cento delle donne era proprietaria di un bene contro il 79 per cento degli uomini.

Spesso le donne sono escluse dalle eredità familiari e la divisione dei beni in caso di divorzio tende a favorire gli uomini.

Quando cercano di allontanarsi da situazioni di violenza, se sono fortunate le donne ricevono forme di protezione e di sostegno di breve durata per poi essere lasciate sole a cercare di ricostruire le loro vite.

Le campagne informative statali e quelle sponsorizzate dagli organismi internazionali (vedi foto) si limitano quasi esclusivamente a incoraggiare le donne a denunciare le violenze alla polizia. Ma quando ciò accade, vengono colpevolizzate o si sentono chiedere perché vogliono sporgere denuncia proprio dagli agenti di polizia.

“Cosa dovrebbero fare le istituzioni? Far sapere alle donne, prima che accada qualcosa, che se succederà avranno le porte aperte e pieno sostegno da parte dello stato: che non dovranno preoccuparsi dei figli, che non dovranno capire da sole dove andare; che, anche se le loro famiglie non le sosterranno e non le rivorranno a casa, le istituzioni saranno dalla loro parte”, ha dichiarato ad Amnesty International una sopravvissuta di Pristina.

 

 




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