martedì 31 marzo 2020 - Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica

Kiki e i segretti del sesso

Kiki e i segreti del sesso è un film commedia di Paco Leòn, datato 2016, che affronta la tematica della sessualità atipica attraverso 5 storie d’amore. Le diverse vicende si alternano sullo schermo raccontando un ampio ventaglio di fantasie sessuali che portano le persone coinvolte all’esplorazione di una sessualità profonda e non convenzionale.

Recensione a cura del tirocinante Stefano Joe

Il regista Leòn, quindi, usa la pellicola per portare alla luce una serie di interessi sessuali che oggigiorno vengono definiti “Parafilie”.

Le parafilie sono state l’argomento centrale della sessuologia ottocentesca, il cui massimo esponente è stato Richard von Krafft-Ebing con il suo famoso trattato Psychopathia sexualis. L’autore, all’interno dell’elaborato, analizza con precisione tutte quelle situazioni che allora venivano definite “perversioni sessuali”.

Tali “perversioni” venivano considerate come il risultato di una graduale degenerazione prodotta da cause ereditarie o ambientali. Inoltre, dato che queste perversioni venivano considerate degenerazioni psichiche, secondo l’autore sarebbero quindi da associare ad un cervello malato ed alterato.

Ovviamente, dal 1886 anno di pubblicazione di Psychopathia sexualis, l’atteggiamento scientifico verso queste condizioni è cambiato completamente, sia in termini di denominazione che nel modo di considerarle all’interno del panorama psicologico. Infatti, se nelle prime due edizioni del “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM)” datate rispettivamente 1952 e 1968, questi fenomeni venivano considerati ancora “deviazioni sessuali”, con l’avvento del DSM-3, datato 1980, si introduceva il termine “parafilia” ( dal greco “parà”, a lato, e “Philia”, preferenza) molto più neutro sia in termini descrittivi che interpretativi.

Il lungo percorso delle parafilie, quindi, cominciato come perversioni dovute a degenerazioni cerebrali, è finito, al giorno d’oggi, con l’attuale classificazione della quinta edizione del DSM che distingue le parafilie dal disturbo parafilico.

Il termine parafilia si riferisce a “ qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti” (APA, 2013). Al contrario, con disturbo parafilico il DSM-5 si riferisce a “una parafilia che, nel momento presente causa disagio all’individuo o una parafilia la cui soddisfazione ha arrecato, o rischia di arrecare, danno a se stessi o agli altri (APA, 2013).

Quindi, avere una parafilia è una condizione necessaria ma non sufficiente per diagnosticare un disturbo parafilico.

All’interno del manuale, sono descritte dettagliatamente le parafilie più comuni come il voyeurismo (Eccitazione sessuale da fantasie, desideri o comportamenti relativi all’osservazione , a sua insaputa, di una persona nuda o impegnata in attività sessuali), l’esibizionismo (Eccitazione sessuale da fantasie, desideri o comportamenti relativi all’esporre i propri genitali a persone che non se l’aspettano) o il feticismo (Eccitazione sessuale da fantasie, desideri o comportamenti relativi a soggetti inanimati come vestiti, scarpe o parti del corpo a carattere non genitale). Tuttavia, esistono dalle 300 alle 500 parafilie che vengono categorizzate come “Parafilia o Disturbo Parafilico con altra specificazione”. Esempi di queste sono quelle rappresentate nel film come la “dacrifilia” (eccitazione nel vedere qualcuno piangere), “Arpaxofilia” (eccitazione sessuale nel venire derubati), ”Efefilia” (eccitazione nel toccare tessuti morbidi) e “Somnofilia” (eccitazione sessuale derivante dalla vista di partner addormentati)

Per alcuni individui, definiti parafilici esclusivi, le fantasie e gli stimoli parafilici sono obbligatori per l’eccitamento sessuale. In altri casi, queste si manifestano solo occasionalmente, per esempio durante periodi di stress.

Molte persone che presentano delle parafilie affermano che il loro comportamento non provoca nessun disagio o problema. Al contrario, altri individui riferiscono sensi di colpa e vergogna a causa del doversi impegnare in un’attività sessuale non socialmente accettabile o addirittura considerata da essi stessi come immorale.

In termini eziologici, la letteratura scientifica non ha ancora raggiunto un consenso unanime sull’insorgenza delle parafilie. Tuttavia, sembra che queste si sviluppino piuttosto precocemente nella vita degli individui, venendo influenzate la maggior parte delle volte da esperienze di apprendimento basate sui famosi processi di condizionamento classico e operante, oppure, in alcuni casi, tramite predisposizioni biologiche (Dèttore et al., 2018)

Per quanto riguarda il trattamento, la terapia delle parafilie presenta notevoli difficoltà dovute sia alla molteplici cause che possono esserne all’origine, sia in conseguenza del fatto che difficilmente chi ne soffre si reca da un terapeuta. Quindi, il trattamento consigliato è multimodale e comporta una serie di interventi specifici che pongono particolare attenzione alla prevenzione della ricaduta.

 

Bibliografia:

  • American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder 2013. American Psychiatric Association, Washington.
  • Dèttore, D., Davide, D., Paolo, A., Daniel, G., & Ristori, J. (2018). Trattato di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. Giunti.

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