mercoledì 22 maggio - Riccardo Noury - Amnesty International

Julian Assange, oggi a Londra l’udienza decisiva?

Dopo aver ricevuto ennesime nuove rassicurazioni diplomatiche da parte statunitense, l’Alta corte di Londra ha fissato a ieri l’inizio dell’udienza in cui deciderà se Julian Assange avrà o meno a disposizione ulteriori opportunità, presso i tribunali britannici, per opporsi alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti d’America o se, in caso contrario, l’unico ricorso possibile sarà alla Corte europea dei diritti umani.

Con l’approssimarsi della data dell’udienza, le organizzazioni per i diritti umani e per la libertà di stampa hanno messo in luce ancora una volta le enormi ripercussioni che potrebbero derivare dall’estradizione di Assange negli Usa: il rischio di essere sottoposto a violazioni dei diritti umani e il danno duraturo alla libertà di stampa nel mondo.

Se estradato, Assange potrebbe andare incontro a decenni di carcere e rischiare l’isolamento prolungato in una prigione di massima sicurezza, dotata di servizi medici inadeguati. La sua salute e il suo benessere non potrebbero essere minimamente garantiti, dato che gli Usa già non rispettano i diritti umani di decine di migliaia di persone attualmente lì detenute.

Più che sostenere i valori della libertà d’espressione, le autorità statunitensi sembrano determinate a fare di quello di Assange un caso emblematicamente punitivo per aver reso pubblici i loro crimini di guerra.

Ricevere informazioni sensibili di natura governativa da fonti esterne e renderle note nell’interesse dell’opinione pubblica non è un reato ma è un’attività fondamentale del giornalismo. Il pubblico ha l’assoluto diritto di sapere se il suo governo ha violato il diritto internazionale.

Ecco perché gli Usa devono annullare tutte le accuse nei confronti di Assange e il Regno Unito deve fermare il procedimento relativo all’estradizione in modo che Assange sia prontamente rimesso in libertà.




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