sabato 6 ottobre 2012 - Emilia Urso Anfuso

Italia: reddito minimo garantito. Dalle famiglie

Avete mai sentito nominare il “Reddito minimo garantito”?

Il reddito minimo garantito, o reddito di cittadinanza, reddito minimo di esistenza ed anche reddito minimo universale, è un sostegno economico da parte degli Stati europei che riconoscono ai cittadini della nazione di appartenenza, un minimo contributo economico individuale. Garantito appunto. Indipendentemente dal proprio patrimonio. Patrimonio, intendete bene e non reddito.

Orbene: tutta l’Europa aderisce all’erogazione di questo contributo sociale. Tutta l’Europa. Ad eccezione dell’Italia e della Grecia. In Italia infatti, tranne sparuti casi a livello locale, il reddito minimo garantito è talmente un miraggio da aver fatto costituire persino un comitato che ne sostiene la messa in vigore.

Raccolta firme a livello nazionale, per chiedere ciò che l’Unione Europea da tempo ha ammesso e reso possibile nel resto del continente.

Per quali motivi viene erogato questo contributo economico dagli stati europei?

Per consentire ad ogni cittadino di potersi permettere una esistenza almeno dignitosa. Punto. Non vi sono altri elementi su cui riflettere e dibattere. Riconoscere un minimo sostegno economico – mediamente di circa 600 euro al mese – è considerato – fuori dal nostro territorio e dal territorio greco – il minimo sindacale che un paese civile ed evoluto può fare per i suoi cittadini. Linfa vitale di ogni nazione.

Si chiama “Welfare”, ricordate?

Che significa "Stato sociale". Uno Stato cioè, che tende a ridurre - se non ad eliminarle - le diseguaglianze sociali, garantendoservizi nei comparti primari dell'esistenza come la Sanità, l'Istruzione o la previdenza sociale.
 
Da noi non ne è rimasta traccia, a furia di picconare tagli su tagli sempre e solo ai comparti – appunto - sociali.
 
Ci siamo ridotti a dover semmai tentare di essere sostenuti da questa o quella organizzazione privata, ottenendo un ambiguo quanto assurdo “welfare mix” che non è “mix” dal momento che lo Stato attualmente non riconosce quasi nulla a livello di sostegni sociali quasi ai disabili, figurarsi a tutti i cittadini indistintamente al di la del loro patrimonio…

Ora, assistiamo parallelamente alla distruzione di ogni fondamento di welfare nel nostro paese, ad un’altra aberrazione tipicamente nazionale. Nel nostro paese, crescono a dismisura cause giudiziarie intentate da figli contro i genitori. I motivi?

Richiesta formale di sostegno economico pur vivendo – magari a 30, 40 anni - ancora in seno alla famiglia e senza lavoro (o precario).

Quella che un tempo era la scarna “paghetta” viene oggi recriminata da adulti dipendenti dalle famiglie di origine in tutto. Vuoi per la penuria di lavoro, vuoi perché a casa – tutto sommato si sta bene. Non vi sarebbe nulla di male e di ambiguo a scegliere di restarsene in casa coi genitori pure a sessant’anni suonati. Se si facesse parte attivamente del nucleo famigliare.

Spesso però, e qui scattano le cause che portano strambe famiglie in competizione giudiziaria – codesti figli ostentano una reiterata allergia a compiere qualsiasi gesto a sostegno delle famiglie che continuano ad accoglierli. Nonostante tutto.

Ho ascoltato una dichiarazione di un padre che, chiamato in tribunale dal figlio 35enne che chiedeva il suo “reddito minimo garantito” ai genitori, confermava come il pargolo in casa, oltre a dormire, mangiare, sporcare e disseminare della sua presenza tutto l’appartamento, non facesse altro che partecipare ad happy hour con gli amici, chiedere l’ultimo modello di iPhone e corbellerie del genere. “Se ogni tanto facesse qualcosa anche lui in casa, oggi non mi sentirei di negargli un supporto economico”. Come dagli torto?

Ma ecco il punto: il vuoto normativo. Che essendo appunto una mancanza - almeno ad oggi – fa sì che queste cause vedano invariabilmente vincere… i figli. Che – parole di Giudice – hanno diritto ad attendere nella casa familiare le migliori possibilità di vita e lavorative, in osservanza delle proprie tendenze ed aspirazioni personali (come recita la Costituzione)

Se poi le “aspirazioni personali” del figliol prodigo di turno, siano quelle di utilizzare la casa familiare come il classico albergo di cui molti genitori conoscono bene l’indirizzo, le normative in vigore non fanno cenno alcuno.

Alla luce di questo, se l’Italia – come la Grecia – fosse nazione civili e socialmente sviluppata, avrebbe il suo reddito minimo garantito, che permetterebbe a tutti – figli di mezza età compresi – di poter prendere la loro strada, lontani qualche quartiere dal frigorifero di mamma e papà.

Mettere in atto questo criterio di giustizia sociale, metterebbe tutti in pace compreso lo Stato Italiano, che riuscirebbe finalmente ad uscire dalla terribile impasse in cui è caduto nei confronti dei cittadini a causa della non ottemperanza di quei criteri di sostegno alla popolazione che sono l’esempio eccelso delle società civili evolute. Agli adulti italiani in impasse da società ad alto livello di criticità a causa della recessione. Alle famiglie. Che magari aggiungerebbero persino un “rinforzino” economico al reddito di cittadinanza a quei figli che, lontani da casa, apprezzerebbero meglio la famiglia e quella tendenza naturale a divenire – prima o poi – protagonisti della propria esistenza.



7 réactions


  • (---.---.---.46) 2 dicembre 2012 21:16
    Pura illusione, il reddito minimo garantito in Italia non lo istituiranno mai
    Anche a me farebbe piacere che l’Italia fosse in linea con gli altri
    paesi del nord Europa sul piano dei diritti e dal punto di vista dello
    stato sociale.
    Purtroppo in Italia, spero di sbagliarmi, il reddito di cittadinanza
    non lo metteranno mai per vari motivi, sia ideologici e politici e sia
    dovuti al nostro debito pubblico spaventoso.
    Hanno avuto enormi difficoltà per trovare le risorse da destinare alla
    copertura degli esodati che in fin dei conti sono solo circa 300.000,
    figuriamoci se sono in grado di trovare le risorse finanziarie per
    garantire il reddito minimo di cittadinanza di 600 euro circa a
    8.000.000 di persone senza lavoro.
    Servirebbero quindi (ogni anno): 600x12x8.000.000=58 miliardi di euro!
    Dove si tirano fuori tutti questi soldi?
    PURA UTOPIA

  • Emilia Urso Anfuso Emilia Urso Anfuso (---.---.---.252) 3 dicembre 2012 02:17

    Lei è proprio convinto che "le risorse non ci sono"?

    Le risorse ci sono eccome, ma solo per sostenere la solita fettina di Italiani.
    Non fatevi fuorviare dalle "notizie" che parlano costantemente di "mancanza di risorse" e guardate ai fatti: si faccia il conto di quante risorse si trovano puntualmente ogni mese per tutta la struttura istituzionale italiana.

    Lei sa che il costo di "gestione" della nazione sta sforando annualmente i 900miliardi?

    Tutto sarà utopico, finché esisterà un solo cittadino a chiamare "utopia" la normalità.

    Un saluto

    Emilia Urso Anfuso


    • (---.---.---.125) 3 dicembre 2012 19:38

      Mi spiace deluderla ma continuo a pensare che sia un’utopia, almeno qui in Italia

      Lei mi ha detto che le risorse ci sono (58 mld di euro non sono briciole), ma non mi ha detto concretamente da dove reperirle.

      Saluti, Massimo

  • Emilia Urso Anfuso Emilia Urso Anfuso (---.---.---.252) 3 dicembre 2012 02:19

    p.s. Sul "debito pubblico spaventoso" come Lei afferma, ho già ampiamente avuto modo di scrivere


    • (---.---.---.31) 4 dicembre 2012 17:43

      Sono stato frainteso, io sono pienamente d’accordo con Lei su quello che ha scritto.

      Ho scritto riportato quello che pensano molti politici.
      Farebbe piacere anche a me che venisse introdotto anche qui in Italia il reddito minimo garantito.
      Mi fa rabbia non poter fare nulla per cambiare questo paese, siamo troppo pochi e non contiamo niente.
      A volte (fantasticando) mi viene in mente di creare un movimento o associazione che raggruppi i disoccupati italiani e successivamente estenderlo a livello europeo in maniera tale da far sentire la nostra voce ed avere un peso nelle istituzioni.
      Cosa ne pensi?.

      Saluti
      Massimo Giancola


  • Emilia Urso Anfuso Emilia Urso Anfuso (---.---.---.177) 4 dicembre 2012 09:54


    Salve

    Punto primo: queste risposte, dovrebbe chiederLe alla politica e non ad una giornalista. Troppo comodo lasciarsi andare per decenni alla mala gestione del paese e poi chiedere soluzioni a chi anzi fa di tutto per informare la popolazione sui propri diritti

    Punto secondo: io Le ho scritto che non è vero che non vi siano le risorse ma che non si vuole cacciarle fuori per lo stato sociale.

    A furia di accettare passivamente che la classe politica faccia tutto il contrario di ciò che può essere considerato idoneo a sostenere la popolazione, a Lei - come ad altri - sembra "utopico" che si faccia semplicemente cià che è giusto fare per il benessere della comunità

    Poi: malgrado questo, non posso certo chiederLe di leggere tutto ciò che scrivo da anni, anche in considerazione del considerevole volume delle mie pubblicazioni

    Per il resto: Lei ha facoltà e libertà di pensarLa come meglio crede

    Un saluto

    Emilia Urso Anfuso


  • Emilia Urso Anfuso Emilia Urso Anfuso (---.---.---.177) 4 dicembre 2012 17:48

    Ora è più chiaro, e concordo

    Io stessa nel 2009 ho fondato un Movimento apartitico a sostegno dei diritti civili dei cittadini

    Se fosse interessato: www.noinazione.it

    Un saluto

    Emilia Urso Anfuso


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