giovedì 20 maggio 2021 - Laura Tussi

Italia da morire

Adele Marini sostiene che il suo libro è profondamente antifascista. Infatti il 25 Aprile è una ricorrenza molto sentita da quella parte di sinistra politica che esiste ancora, ma purtroppo assistiamo al ritorno del fascismo e al revanchismo dell’estrema destra
'Italia da morire' libro di Adele Marini.

Edizioni Chiarelettere.

Recensione di Laura Tussi 

Il saggio di Adele Marini dal titolo 'Italia da morire' comprende e percorre la storia del nostro martoriato paese dal 1849 al 1940 per indagare morti sospette che vanno da quella di Anita Garibaldi a Ippolito Nievo, da Matteotti a Gramsci.

In totale ben sette celebri e storici protagonisti la cui scomparsa è avvolta nel mistero per cui Adele Marini scrive un romanzo dalle tinte noir come un libro poliziesco, ma molto ben documentato e attendibile e per questo davvero sconcertante: cento anni di storia in forma di noir con il supporto di documenti ufficiali che lasciano trapelare la verità oltre la ragion di Stato. La storia narrata dalla Marini risulta costellata di morti anomale, decessi subitanei, malori occasionali e improbabili e fatali incidenti.

Ma la verità storica è davvero questa? 

L’autrice va oltre quello che racconta la verità ufficiale sui sette protagonisti del libro storico 'Italia da morire'.

Ma dietro questo racconto trapela una verità occulta e parziale, spesso intessuta per nascondere interessi, occultare trame e orditi e giochi di potere.

Con le investigazioni sui documenti ufficiali e sulle fonti storiche, succede di scoprire verità insospettabili e diverse dalla vulgata tramandata nei libri di storia, perché il potere che aveva interesse a mentire, a occultare, a nascondere non ha sempre potuto e non sempre è riuscito a far scomparire tutti gli indizi.

Le verità che trapelano dal romanzo di Adele Marini permettono di restituire alle vittime la dignità di una vita e di esistenze interrotte dalla volontà degli uomini di potere e non dal destino come la storia tramanda.

Il romanzo 'Italia da morire' scritto in forma tra il noir e il poliziesco è una cavalcata nei meandri più oscuri dell’Italia: un saggio che fa venire i brividi e che incute timore per la cruda veridicità degli eventi narrati.

Adele Marini sostiene che il suo libro è profondamente antifascista. Infatti il 25 Aprile è una ricorrenza molto sentita da quella parte di sinistra politica che esiste ancora, ma purtroppo assistiamo al ritorno del fascismo e al revanchismo dell’estrema destra.

La nostra Storia è costellata di strane morti. Con vari elementi in comune: il potere in tutte le sue declinazioni, politico, economico più spesso ricattatorio, il tempismo della successione degli eventi, sempre funzionali agli interessi del potere di turno e le ripercussioni irreversibili e gravi sul tessuto sociale e sulla politica e addirittura sul sentimento comune e condiviso del nostro paese.

Adele Marini ha analizzato l’arco di tempo che va dal 1849 al 1940 per una riscrittura noir della Storia molto ben documentata e determinata e drammaticamente autentica, affrontando la vicenda di ogni vittima come protagonista di un romanzo poliziesco e ogni accadimento come un’inchiesta molto ben dettagliata e documentata ufficialmente.

Il caso che più ha colpito l’autrice tra quelli analizzati è il delitto Matteotti. Matteotti, il deputato e segretario del partito socialista unitario e capo dell’opposizione viene assassinato il 10 giugno 1924 dopo aver denunciato i brogli elettorali e le violenze intimidatorie commesse dai fascisti per orientare le elezioni. Fu assassinato il giorno prima di un altro discorso che avrebbe pronunciato alla camera dei deputati contro Mussolini.

Se Matteotti non fosse stato ucciso in quell’agguato perpetrato da una squadra fascista, la nostra Storia sicuramente sarebbe proseguita su binari diversi e certamente più sicuri e molto meno traumatici e drammatici di quelli che il popolo italiano e il mondo intero hanno vissuto.

 



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