mercoledì 1 marzo 2017 - Marco Barone

Politica dell’informazione per la Sicurezza: in Italia estrema destra divisa e a rischio contaminazioni con realtà naziste

Il Governo italiano ha riferito al Parlamento sulla politica dell’informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti nel corso del 2016, ai sensi dell’art. 38 della Legge n. 124 del 2007. La mia attenzione cade sulla questione della destra estrema, neofascista, neonazista, come presente in Italia per capire come questa realtà composita viene percepita dal sistema di sicurezza italiano.
All'interno della relazione emerge che il quadro "della destra radicale ha continuato ad evidenziare divisioni interne e dinamiche competitive, che hanno precluso una più incisiva azione comune, nonostante l’esistenza di alcuni condivisi orientamenti sulle tematiche di maggiore attualità. Le formazioni più rappresentative, che ambiscono a un accreditamento elettorale, hanno incentrato l’attività propagandistica, rivolta soprattutto ai contesti giovanili e alle fasce sociali più disagiate, su argomenti di richiamo come la sicurezza nelle periferie degradate dei centri urbani, le problematiche economico-abitative “degli italiani” e l’occupazione, nonché la critica nei confronti del sistema bancario e dell’Unione Europea." 
 
L'ambito che più solleva reazioni da parte dell'estrema destra, dove all'interno della relazione non emerge mai la parola neofascismo, eppure avrebbero dovuto usarla, è quella relativa alla questione migratoria "ritenuta tra i temi più remunerativi in termini di visibilità e consensi, ha ricoperto un ruolo centrale nelle strategie politiche delle principali organizzazioni che, nel tentativo di cavalcare in modo strumentale il fenomeno, facendo leva sul malessere della popolazione maggiormente colpita dalla congiuntura economica e dalla contrazione del welfare, hanno sviluppato un’articolata campagna propagandistica e contestativa (manifestazioni, presidi, attacchinaggi, flash mob) contro migranti e strutture pubbliche e private destinate all’accoglienza, influenzando indirettamente anche la costituzione di “comitati cittadini” di protesta."
 
Vi è il rischio, ben noto, anche se sottovalutato dai media, anche in Italia di una vera e propria contaminazione con realtà neonaziste.  "Benché lo scenario nazionale rimanga al momento distante da quello di altri Paesi europei − dove la più elevata presenza di militanti neonazisti ha conferito alla protesta accenti violentemente xenofobi, talvolta anche contro le locali comunità musulmane − sussiste il rischio di “contaminazioni”, per effetto emulativo e sulla scia di eventi di particolare clamore, come nel caso di attentati terroristici di matrice islamica." Importanti sono anche i collegamenti internazionali, per la famigerata internazionale nera. "I principali attori della destra radicale hanno evidenziato inoltre una spiccata proiezione internazionale, in quanto interessati a individuare, ai fini della difesa delle radici etnico-culturali della Nazione, potenziali referenti e alleati in chiave anti- USA e anti-UE. Indicative, nel senso, la realizzazione di manifestazioni congiunte con formazioni identitarie europee e il consolidamento dei contatti con omologhi gruppi stranieri, in funzione dello sviluppo di realtà transnazionali, attestate su posizioni filo-russe. Non è mancata l’attenzione degli ambienti d’area per il teatro mediorientale, segnatamente siriano, oggetto di iniziative a favore della popolazione locale e a sostegno del Presidente Assad."
L’area skinhead, referente di circuiti internazionali neonazisti e xenofobi, dopo una fase di attivismo, soprattutto sui temi dell’anti-immigrazione, ha fatto registrare una flessione dell’impegno più prettamente politico.
"È rimasta quindi prioritaria l’organizzazione di eventi musicali d’area a carattere internazionale, cui partecipano attivisti italiani e stranieri, quale la kermesse Europa Awake, tenutasi a novembre in provincia di Milano. Gli happening, pur avendo uno scopo ludico e aggregativo, sono funzionali al consolidamento dei rapporti con omologhi gruppi esteri, alla raccolta di fondi a sostegno di militanti coinvolti in procedimenti giudiziari e alla diffusione – attraverso i testi delle canzoni – di una propaganda nazifascista e xenofoba." Particolare attenzione deve essere dedicata a quanto accade in Alto Adige.
 
"In Alto Adige intanto sono proseguiti i contatti tra locali realtà skin germanofone e analoghe formazioni tedesche attestate su posizioni neonaziste e razziste, che potrebbero, in prospettiva, sfociare in iniziative comuni in tema di contrasto all’immigrazione.Sodalizi minori, dal canto loro, si sono impegnati in un’attività essenzialmente propagandistica che, connotata da orientamenti oltranzisti, non è parsa comunque in grado di aggregare significativi consensi.
Sul piano previsionale, si ritiene, infine, che continueranno a verificarsi episodi di contrapposizione (provocazioni, aggressioni e danneggiamenti di sedi) con frange dell’estrema sinistra, per effetto sia della mobilitazione concorrenziale su tematiche sociali, da parte di entrambi gli schieramenti, sia delle visioni contrapposte in tema di immigrazione. In generale, il diffondersi in ambito europeo di istanze populiste e nazionaliste, nonché di sempre più estesi timori ed insofferenze verso la presenza extracomunitaria, tende ad essere percepito tra i gruppi della destra radicale come un’opportunità per accrescere il proprio spazio politico, determinando pertanto un incremento della correlata attività di mobilitazione."
Marco Barone 



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