martedì 28 agosto 2012 - Riccardo Noury - Amnesty International

India, la lotta degli adivasi contro il gigante britannico dell’alluminio

 

Sono cinque anni che la Vedanta Resources plc, una compagnia che ha sede nel Regno Unito, cerca di espandere, attraverso la consociata Vedanta Alluminium, la sua raffineria di alluminio a Lanjigarh, nello stato indiano di Orissa, e di ottenere dalle autorità locali il permesso di aprire, in joint venture con la compagnia statale Orissa Mining Corporation, una miniera di bauxite sulle colline di Niyamgiri.

Nella zona si trovano 12 villaggi in cui vivono diverse migliaia di adivasi (nativi) Dongria Kondh e numerose famiglie dalit (intoccabili od oppressi, gli esclusi dal sistema castale indiano), che si basano sull’agricoltura come unico mezzo di sostentamento.

Già l’impianto esistente, che la Vedanta vorrebbe sestuplicare, ha messo gravemente a rischio i diritti umani dei Dongria Kondh alla salute, all’acqua, al cibo, a un ambiente salubre, a un adeguato standard di vita. La foto pubblicata qui sopra è eloquente.

Le organizzazioni per i diritti umani si sono schierate al fianco dei Dongria Kondh, che il 20 ottobre 2010 hanno ottenuto una storica vittoria: il governo federale indiano ha bocciato i progetti della Vedanta. Alla decisione politica sono seguite una serie di sentenze favorevoli ai nativi, l’ultima delle quali, all’inizio di quest’anno, da parte della corte d’appello dello stato di Orissa.

Ma anziché rassegnarsi all’applicazione di un principio basilare e riconosciuto da numerose sentenze di organi di giustizia internazionali, secondo il quale prima di avviare progetti su un territorio, occorre interpellare chi ci vive e presentare un studio sull’impatto che quei progetti avranno sul territorio, la Vedanta ha presentato ricorso alla Corte suprema dell’India, che dopo il rinvio di aprile, potrebbe decidere presto di fissare un’udienza.

Con questo comportamento irresponsabile, la Vedanta non ha fatto danni solo ai Dongria Kondh. Li ha fatti, paradossalmente, anche a se stessa.

Recentemente due star di fama internazionale, l’attrice Gul Panag e il regista Shyam Benegal, si sono tirate fuori da un concorso cinematografico indetto dalla Vedanta su suggerimento della sua agenzia pubblicitaria, nell’ambito di una campagna di comunicazione intitolata, non ci crederete, “Creare felicità”.

Soprattutto diversi investitori hanno abbandonato la Vedanta. Nel 2007, il Norwegian Pension Fund ha ritirato i 15,6 milioni di dollari investiti nella compagnia, dopo aver ricevuto informazioni da diverse organizzazioni, tra cui Amnesty International, di violazioni dei diritti umani. Lo stesso hanno fatto, nel 2010, anche lo Joseph Rowntree Charitable Trust e la Chiesa d’Inghilterra.

All’assemblea annuale, che si apre oggi a Londra, la Vedanta presenterà un documento, “Vedanta Perspective”, in cui cercherà di rassicurare gli azionisti che il suo approccio è cambiato.

Amnesty International ha visionato il documento e lo ha definito “fuffa”. Gli azionisti ascolteranno numerose volte la parola magica “sostenibilità” (come molte altre aziende, anche la Vedanta ha nominato un responsabile in materia) e non mancherà un riferimento al fatto che all’interno del Codice di condotta aziendale è stato inserito l’impegno per i diritti umani.

L’organizzazione per i diritti umani, che pubblica oggi un contro-documento per confutare il “Vedanta Perspective”, ha sottoposto l’operato della Vedanta a quattro criteri elencati nei Principi guida delle Nazioni Unite per le imprese, verificando che nessuno dei quattro viene rispettato.

La realtà è che la Vedanta, nonostante le sentenze sfavorevoli e i rapporti degli organismi indiani di controllo e per il rispetto dei diritti umani, non perde di vista il suo obiettivo. Non bonifica i terreni inquinati, non rende noti i dati sul livello e la composizione dell’inquinamento prodotto dalla sua raffineria, non s’impegna in consultazioni pubbliche con le comunità locali e, quando lo fa, cerca d’ingannarle con false promesse, come raccontato nel filmato pubblicato in questa pagina.




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