lunedì 17 dicembre 2012 - Chiara Trompetto

Inascoltabili le parole della Chiesa su pace, unioni omosessuali, aborto e eutanasia

Le parole della Chiesa, accostando a sproposito pace, unioni omosessuali, aborto e eutanasia.

Vorrei rassicurare il Cardinal Scola, il Papa e tutti suoi portavoce di Avvenire. L’Italia non è ancora veramente uno Stato laico, come vuole la Costituzione. La secolarizzazione di cui dovrebbero preoccuparsi non è quella dello Stato Italiano, ma quella della Chiesa. Il declino di una religione che ha sempre meno a che fare con la spiritualità, che si aggrappa disperatamente ad un presunto primato culturale per giustificare la propria autodifesa e la necessità di essere difesa niente meno che da uno Stato. Le parole echeggiate in questi giorni sono inascoltabili, impronunciabili e inqualificabili.

Si stringe la mano a chi si fa promotore nel proprio Paese di leggi repressive, fino all’estrema conseguenza della pena capitale, per l’omosessualità considerata ancora come reato. Si mettono insieme eutanasia, aborto, matrimonio e adozioni per i gay nello stesso calderone delle pratiche considerate, “un’offesa contro la verità della persona umana”. Non c’è limite all’arroganza di chi si crede unico depositario della sola verità possibile. La verità, è anche altra, sono molte altre. La verità è che la sacralità dell’unione fra due individui va ben oltre il genere e l’orientamento sessuale, e ancora oltre la possibilità di generare figli. La verità, per esempio, è che la capacità di accudire e crescere un bambino prescinde dalla possibilità o dalla scelta di procrearne.

La verità, è che all’inizio e alla fine, alla nascita e alla morte, siamo tutti inevitabilmente da soli, e questa solitudine non solo va rispettata, ma tutelata. Garantire il diritto di esercitare una opzione di scelta in questi momenti non è un’offesa né un attentato alla dignità umana, al contrario ne è la massima affermazione. Due persone dello stesso sesso che hanno trascorso un’intera vita insieme e che, alla fine di essa, non possano garantirsi reciproca assistenza o prendere decisioni l’una per l’altra al cospetto dei medici, poiché non riconosciuti come famiglia: questo sì è offensivo. Per chi direttamente o indirettamente lo pronuncia e lo persegue, e per chi sulla propria vita lo sente e lo vive.



3 réactions


  • (---.---.---.239) 17 dicembre 2012 14:49

    Complimenti all’autrice: qualche consiglio non ascolti quello che dice il papa, tanto non è nelle condizioni di interpretarlo, come tutti i paladini di matrimoni gay o quant’altro.

    Siamo veramente felici delle sue rassicurazioni, eravamo tanto preoccupati,ma quello che più ci entusiasma è il "polpulismo et qualcunismo" che caratterizzano tutto questa pastetta di parole che nelle sue intenzioni doveva essere un articolo di elevata allocazione.Purtroppo voliamo molto bassi. Ancora complimenti.


  • Sandro kensan Sandro kensan (---.---.---.98) 17 dicembre 2012 16:01

    Secondo me il Papa o i suoi tirapiedi hanno detto una caxxata: che c’entra la pace? Vabbé, parole in libertà, se le poteva tenere per se e avrebbe fatto una figura migliore, invece fa sempre figure di cacc@.


  • Renzo Riva Renzo Riva (---.---.---.4) 17 dicembre 2012 21:45

    ...e allora metti su una canzone di chi vuoi ed ascolta quella.
    Chi ti obbliga ad ascoltarlo?


Lasciare un commento