martedì 15 ottobre - Damiano Mazzotti

Imparare sbagliando

"Il bello di sbagliare" è un saggio utile che ci può aiutare a superare l'ansia di fare errori troppo grandi o di fare troppi errori (Enrico Castelli Gattinara, Giunti, Firenze, 2024, 200 pagine, euro 16,90).

Attualmente stiamo vivendo in una società probabilmente più ostile all'ammissione dei difetti e degli errori, rispetto al passato. Esiste quasi un'ossessione "per la perfezione, che è poi il terrore dei difetti, degli sbagli e degli errori" (p. 7). I modelli ideali del comportamento "Ci vengono tacitamente imposti dagli altri e piano piano finiamo per imporli a noi stessi".

Ogni società ha le sue regole e anche ogni ceto sociale. A volte possono esserci gravi errori di progettazione. A volte possono esserci gli "errori volontari usati di proposito per danneggiare qualcuno" (p. 29). In ogni cultura si valorizzano alcune cose e si penalizzano altre cose. In Giappone non si saluta stringendosi la mano, ma i giapponesi che operano nel business internazionale agiscono diversamente.

Ma ogni errore "ha sempre avuto una duplice forma: quella più triviale dello sbaglio da correggere e quella più creativa dell'aggiustamento necessario per trovare una soluzione, che talvolta dà adito alla scoperta di qualcosa di nuovo e inaspettato". In questo modo può nascere il vantaggio dell'errore creativo che ci porta a realizzare nuove cose: "sbagliare la strada serve a conoscere la strada" (proverbio africano).

Se valorizziamo gli errori, "possiamo mostrare chi siamo e cosa possiamo diventare ed essere... cambiando la mentalità secondo la quale chi commette errori è semplicemente una persona colpevole, debole e incapace" (p. 18). Come disse Goethe, "Un errore ci può muovere e spingere all'attività altrettanto che una verità" (p. 22). Però la paura di sbagliare risulta in molti casi paralizzante.

Bisogna essere più pragmatici. Dopotutto la vita risulta migliore se cooperiamo di più e meglio. E "gli errori dovremmo imparare a conoscerli e viverli con maggiore consapevolezza e minore preoccupazione" (p. 192). 

Bisogna valutare le cose con maggiore ragionevolezza per riuscire a cogliere gli aspetti positivi insieme a quelli negativi. Ma non si può essere attenti a tutto. Putroppo siamo limitati. Quindi in alcuni casi siamo impossibilitati.

In molti casi "un errore può essere una via di fuga, un'occasione di novità, una strada da percorrere verso un altrove inatteso" (p. 194). Fleming scoprì la penicillina per errore. Molti errori sono semplicemente rimediabili. Può mancare solo la giusta forza di volontà. In altri casi si arriva a "mentire o a non assumersi le proprie responsabilità" (p. 23).

Purtroppo il valore positivo di alcuni errori ci viene insegnato poco e male, anche se "Il gioco dell'errore è il gioco della vita" (Edgar Morin, pensatore francese). In effetti la verità è quasi sempre la revisione di un errore.

Enrico Castelli Gattinara insegna nelle scuole medie e ha tenuto delle lezioni presso varie università, italiane e straniere. Tra i suoi saggi segnalo questi: "Dieci lezioni sulle emozioni" (2018); Come Dante può salvarti la vita (2019); Cerca sempre la bellezza (2021).

Nota aforistica - Le donne vogliono "Essere comprese e sorprese" (Gesualdo Bufalino); Il "desiderio è lo scoglio sul quale gli esseri umani amano naufragare" (Paul Verlaine); Una persona "è ciò che fa ripetutamente" (Aristotele); Ogni "realtà" personale "è il frutto del linguaggio che usiamo per descriverla" (Wittgenstein); "Non bisogna far violenza alla natura, ma persuaderla" (Epicuro); "Non si può non comunicare" (Watzlawick). E quindi a volte influenziamo qualcuno, e a volte siamo influenzati da qualcuno.

Nota naturalistica - Troppo spesso dimentichiamo che "La vita biologica stessa, a livello di DNA, è fatta di errori - chiave di volta dell'evoluzione e quindi dell'adattamento - per cui al senso di negatività che senza dubbio li avvolge dobbiamo riconoscere anche una positività che troppo spesso viene trascurata" (p. 191).



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