mercoledì 26 settembre 2012 - David Asìni

Il sonno dell’elettore del Pd genera mostri

Le primarie del Pd; un fatto secondario.

Vi sono misteri irrisolti che adombrano l'animo umano nelle sue più profonde fattezze; uno di questi riguarda l'elettore del Pd. Costui parę assorto in un profondissimo sonno, del tutto prossimo al coma vigile. Si desta assai di rado, svegliato di soprassalto da un Penati o un Tedesco qualunque, per riacquietarsi poi tranquillo, scosso solo di tanto in tanto, dal bisogno di qualche slogan antiberlusconiano.

Parę continui a pensarsi diverso, alternativo, e perfino di sinistra, del tutto ignaro della sua alleanza con il Pdl a sostegno dell'oligarca Monti.

A riprova della straordinaria capacità di rinnovamento del partito, tengono banco in questi giorni i dibattiti sulle primarie, anche se ancora non ne è chiarissimo il senso. L'eletto sarà segretario del Pd o candidato Presidente del consiglio? Quali saranno le alleanze alle elezioni? Con quale programma di governo?

A 6 mesi dal voto, queste quisquilie non sono ancora state svelate, ma qualunque ne sia l'esito, non sarà una novità, essendo stato annunciato tutto ed il suo contrario. I due principali antagonisti sono Bersani e Renzi, profondamente alternativi: la corruzione ed il rapporto mafia-politica non sono sicuramente le loro priorità, entrambi non parlano mai del conflitto di interessi e del ripristino dell'articolo 18, preferiscono, nei fatti, il Pdl a Grillo. Di contro, Renzi prende il caffè dolcissimo, a Bersani invece piace amaro.

Il sindaco di Firenze è impegnatissimo nella sua personale campagna; nel frattempo per il governo della città sta sperimentando una innovativa formula che attesta il suo grande senso di responsabilità verso le istituzioni: l'autogestione. Parę stia funzionando; le spese sono drasticamente diminuite, visti i precedenti.

Eppure, la vittoria del quarantenne Renzi, avrebbe un significato rilevantissimo per l'elettore medio del Pd: dopo soli venti anni, vedrebbe dei volti nuovi alla segreria nazionale, e potrebbe coltivare il suo sogno di un partito capace di rinnovarsi.

E poco importa se il nuovo si rivolga spesso agli elettori del Pdl, e fraternizzi a suon di pacche sulle spalle con Marchionne, o se per affrontare la questione morale si limiti a proporre provvedimenti di facciata come il solo taglio della meta del numero dei parlamentari; l'importante è che l'elettore del Pd possa, nella quiete della continuità, ristabilirsi quieto nella sua sfera d'appartenenza, riappisolarsi, e immaginare solo di aver avuto un brutto sogno: "Dormi tesoro, che il Pd non ha cambiato niente”.

«Quando gli uomini non ascoltano il pianto della ragione, tutto muta in visione» Francisco Goya



2 réactions


  • (---.---.---.11) 26 settembre 2012 20:50

    appunto perchè queste sono rimarie e non un congresso, per quale arcano motivo l’elettore che vota renzi dovrebbe potere sperare di vedere un’altra dirigenza? se vince renzi il pd perderà matematicamente alle prossime elezioni, ma non è assolutamente detto che i suoi cocci se ne andranno via: chi, meglio di dalema o veltroni sono più adatti a realizzare il progetto di renzi di avvicinarsi al centrodestra?


  • (---.---.---.145) 11 ottobre 2012 19:09

    Caro grillino, con chi fraternizzano i tuoi idoli: Grillo e Casaleggio?

    - quando non hanno uno straccio di proposta né contro le mafie né contro la corruzione

    - quando afferma (Grillo) che Bossi è vittima di complotto

    - quando sostiene che la mafia è meglio dello Stato

    - quando vuole portare fuori dall’euro l’Italia, massacrando pensionati e dipendenti.

    Te lo dico io con chi fraternizzano con la Confindustria, è a questi soggetti che tutte le cose dette sopra stanno bene.


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