giovedì 9 settembre 2021 - Riccardo Noury - Amnesty International

“Il mio più bel compleanno”, ma è nel braccio della morte dell’Alabama

“Cari amici miei, voglio che sappiate che ho gradito davvero tutto il sostegno e gli auguri di buon compleanno. Sono sopraffatto dalle emozioni, non avrei mai pensato di ricevere così tanti messaggi di auguri, ve ne sono grato! Ad essere onesto, per quanto mi trovi in carcere, questo è il miglior compleanno che io abbia mai passato. Ringrazio Dio ogni giorno per tutti voi e prego che vada tutto bene alla mia ampia famiglia. Che il Signore vi benedica e vi conservi!”.

Ci ha messo un po’ ad arrivare, coi tempi della posta ordinaria e dopo i controlli della censura, ma nei primi giorni di settembre Amnesty International – che aveva organizzato un’azione globale di invio di auguri il 23 agosto – ha ricevuto una lettera dal braccio della morte dello stato dell’Alabama.

La scrittura, sul tipico foglio giallo con le righe grandi, era quella di Robin Rocky Myers, in attesa dell’esecuzione dal 1994.

Myers è un afroamericano cresciuto nello stato del New Jersey, in condizioni di estrema indigenza. Ha un’istruzione di livello elementare e soprattutto a 11 anni gli è stata diagnosticata una disabilità intellettiva.

Nel 1994, applicando una prassi ora non più vigente, il giudice del processo sovvertì la decisione della giuria, che aveva chiesto l’ergastolo per Myers, emettendo una condanna a morte nonostante nessuna prova lo collegasse all’omicidio, ad eccezione di un videoregistratore rubato alla vittima, che Myers sostiene di aver trovato abbandonato per strada. Le principali testimonianze contro di lui sono state viziate da incongruenze e accuse di pressioni della polizia. Una è stata addirittura successivamente ritrattata come falsa.

Myers non ha ancora una data di esecuzione ma ha rischiato di essere messo a morte già nel 2014 e nel 2012.




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