martedì 15 novembre 2011 - Martino Ferrari

Il fallimento della politica

E’ inutile che la politica si lamenti di essere esautorata o accantonata. Le forze politiche, tutte, hanno fallito. Il loro compito è occuparsi della cosa pubblica, dei cittadini. E non l’hanno fatto, nemmeno in un momento in cui la crisi economica e finanziaria mondiale richiedeva un impegno e uno sforzo massimo. Punto. Il governo di B. non ha fatto nulla di utile se non spremere i soliti noti e la cosiddetta opposizione non è stata capace di sfruttare la debolezza estrema di un nemico che ormai non aveva più nemmeno un briciolo di credibilità. Nessuno è stato capace di dare risposte concrete. Se avessero fatto un qualsiasi altro lavoro, tutti questi signori sarebbero stati già da tempo licenziati.

Quindi qual è la conseguenza? Che bisogna chiamare una persona autorevole e capace per risollevare le sorti del Paese. Vedremo quello che Monti farà, quali saranno i suoi ministri, le sue proposte e i suoi provvedimenti, e giudicheremo. Ma, almeno per quanto mi riguarda, mi sento molto più tranquillo in mano a Monti che a La Russa, Tremonti, Maroni, Calderoli e compagnia.

Certo, è vero che questo governo non è stato votato, non ha una legittimazione elettorale. Ma chi lo sostiene in Parlamento è già stato eletto, e quindi è espressione del popolo (per quanto questa legge elettorale lo permetta). Dopotutto, andare alle elezioni in questo momento, oltre che pericoloso per la perdita di tempo che attendere il momento del voto causerebbe (e che non ci possiamo permettere vista la situazione), sarebbe anche inutile, visto che con questa legge elettorale si rischierebbe di formare un governo che potrebbe non avere la fiducia al Senato, o comunque non avere i numeri per approvare le misure necessarie. Un suicidio, quindi.

Ultima cosa: ci vengano risparmiati i pistolotti degli scagnozzi di Berlusconi e dei loro amici del Corriere della Seracontro i festeggiamenti e le contestazioni di sabato sera (definiti “gazzarra” da Polito, “spettacolo preoccupante” da Cazzullo, che invita a non festeggiare per “rispetto dei sentimenti e delle opinioni di chi in Berlusconi ha creduto”). Ma stiamo scherzando? Cosa si sarebbe dovuto fare, stare zitti? Fare come se niente fosse? In tutto il mondo si festeggia e si è contenti della caduta di un governo che si osteggia, a maggior ragione noi abbiamo il diritto di farlo, viste le caratteristiche di quello di Berlusconi. Sono cose talmente ovvie che non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di parlarne. Ma siamo in Italia, quindi non ci sorprendiamo. Loro arruffino le piume, noi intanto festeggiamo.



2 réactions


  • (---.---.---.38) 15 novembre 2011 10:39

    Aggiungerei che B. ha definito "coglioni" i cittadini che esprimevano democraticamente il loro voto per la parte politica a lui opposta e questo (anche solo questo) mi pare ben più grave dei festeggiamenti di qualche centinaio di persone, se non altro perché era un commento volgare rivolto da un’alta carica dello Stato a una parte consistente dei cittadini di quello stesso Stato.

    Quanto al fallimento della politica sono ampiamente d’accordo. Il colossale debito pubblico è stato prodotto dalla classe politica, non dalla società civile.

    Il rischio - oltre quello che si debba sputare sangue per anni - è che alla "politica" (cioè al sistema democratico) si sostituisca un qualcosa che democratico non è. Massima stima per Monti (e anch’io mi sento più garantito da lui che non dai politici attuali) ma già mi preoccupa che si parli di un Ministero della Difesa affidato a un militare; la cosa non è usuale (un solo precedente in tutto il dopoguerra)


  • pv21 (---.---.---.179) 15 novembre 2011 13:17

    Trappole >

    Dopo i 2 governi “più longevi” della storia repubblicana Berlusconi non ha realizzato nessuna delle “epocali” riforme annunciate (federalismo, fisco, giustizia, ...).
    Dopo la lettera d’intenti recapitata alla UE lo spread dei nostri Titoli ha fatto un balzo di 200 punti.
    Gli ispettori di Bce-UE hanno accertato che per pareggiare il bilancio nel 2013 serve un’ulteriore manovra da 25 miliardi ed i Commissari UE continuano a sollecitare l’adozione di riforme atte a rilanciare la crescita.

    Se varato, un governo “tecnico” a larga maggioranza dovrà sostenere il carico di provvedimenti tanto incisivi quanto impopolari. Un impegno davvero improbo.
    Un’occasione, per Berlusconi e Bossi, foriera di possibili “riscatti” politici.

    Dall’interno, condizionando contenuti, operatività e continuità del nuovo governo.
    Dall’esterno, enfatizzando ogni minima difficoltà, indecisione o presunta “inadempienza”.
    Berlusconi avverte che ”possiamo staccare la spina quando vogliamo”.
    Tutto è ancora legato all’avallo di quella casta di Primi Super Cives sempre attenta a privilegi e interessi …


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