martedì 11 giugno 2013 - UAAR - A ragion veduta

Il Nuovissimo Testamento: la lettera di Radio Maria agli indifesi

Ha destato stupore la pubblicazione della lettera inviata da Radio Maria ai suoi ascoltatori, in cui si invitava a fare testamento in favore dell’emittente. Ma solo perché un quotidiano nazionale ha dato spazio al caso. Come riporta Repubblica, la radio cattolica ha inviato a migliaia di persone anziane una lettera con annesso questionario da compilare e rispedire, per essere contattati e assistiti nel redigere il testamento olografo o fare una donazione. Il direttore della radio, don Livio Fanzaga, nega che sia una sua iniziativa, anche se poi queste comunicazioni deve firmarle lui. Il sito ufficiale di Radio Maria riportava una pagina apposita per il sostegno tramite successioni e legati che, come riporta Il Post, venerdì è stata prontamente svuotata.

Di per sé, non c’è niente di illegittimo nello spam clericale: anche l’Uaar spiega sul sito come testare a suo favore e riceve erogazioni liberali. E non è nemmeno niente di nuovo: fin dagli inizi della sua storia la Chiesa ha prosperato blandendo ricchissimi sponsor e facendosi intestare i loro beni, ingigantendo le finalità caritatevoli e puntando piuttosto ad avere risorse per potenziare l’evangelizzazione e l’influenza sociale e politica. Esemplare è la storia, dei facoltosi coniugi Aquila e Priscilla che avrebbero fornito supporto a Paolo. Esemplare in senso inverso è quella di Anania e Saffira, raccontata negli Atti degli Apostoli: due coniugi che cadono stecchiti per non aver lasciato tutto il guadagno dalla vendita di un loro appezzamento alla cassa della comunità. Sebbene proprio i padri della Chiesa fossero molto critici nei confronti della ricchezza, condannandola talvolta come immorale rifacendosi ai principi pauperisti del cristianesimo, i loro colleghi più mondani erano molto attivi nel procacciarsi risorse, specie tra matrone e peccatori pentiti: papa Damaso fu persino soprannominato “titillatore delle signore romane”, tanto erano efficaci le sue public relation. Così, lascito dopo lascito, è diventata il maggior proprietario terriero e immobiliare d’Europa. D’altronde si sa, anche Radio Maria come la Chiesa e lo Ior non si governa solo con le Ave Maria.

Discutibili sono piuttosto i modi con cui si fa cassa: per qualcuno si tratta di circonvenzione di incapaci, visto che l’attenzione è rivolta ad anziani soli che sentono spesso l’emittente e sono convinti di contribuire a un piano divino di evangelizzazione. Le modalità somigliano a quelle aggressive dei telepredicatori evangelici Usa, che accumulano enormi ricchezze e costruiscono faraoniche chiese. E sono tutti ateofobi come Fanzaga, il quale in passato non si è lasciato sfuggire dichiarazioni ricolme di amore cristiano nei nostri confronti: come sul caso degli ateobus nel 2009, o quando augurava il cancro o l’influenza suina, oppure quando ci attribuiva il marchio della bestia.

Si parla tanto del volontariato cattolico, della forza del Verbo e del suo radicamento nella società, ma ancora una volta vien fuori che le realtà cattoliche più incisive e diffuse non fanno né gran volontariato né esprimono grandi argomentazioni, ma si affidano a tecniche selvagge di marketing mirate a colpire le fasce più deboli e indifese della società. La grande Chiesa non ne prende nettamente le distanze, anzi, blandisce queste realtà, sebbene ci siano talvolta degli attriti (come nel caso della Radio Maria polacca, dai forti accenti antisemiti). Tra gli opinionisti della nostrana Radio Maria ci sono e ci sono stati alcuni maître à penser cattolici quali Gianfranco Ravasi e Vittorio Messori. Nel terzo millennio, il cattolicesimo che funziona è ancora quello di stampo padrepiesco che marcia a colpi di messaggi da Medjugorie (cavallo di battaglia proprio dell’emittente ultracattolica, anche se la Chiesa non si è ancora pronunciata ufficialmente pro o contro tale business).

Nulla di male nemeno in questo: ma, per favore, il capo dello Stato eviti di santificare quei “valori spirituali e morali che soli possono ispirare la ricerca di soluzioni sostenibili per i nostri problemi, di prospettive più serene e sicure”, come ha fatto incontrando sabato papa Francesco in Vaticano. Serene e sicure quanto un testamento in favore di Radio Maria.



2 réactions


  • (---.---.---.154) 11 giugno 2013 22:47

    Scandaloso!


  • (---.---.---.138) 12 giugno 2013 22:17

    Per la precisione, Anania e Saffira non furono affatto colpiti dalla collera divina perchè non avevano voluto dare tutto il guadagno della vendita. Perchè bisogna sempre travisare le informazioni? Pietro, rivolgendosi ad Anania, gli dice che il guadagno era sempre a sua disposizione, e poteva decidere lui se e quanto donare. Il motivo della condanna fu l’ipocrita menzogna pronunciata dal marito e in seguito confermata dalla moglie.
    Comunque un conto è informare che è possibile fare testamento a favore di un’organizzazione o di un ente, e spiegarne le modalità - ma sul proprio sito o sui propri organi di stampa - un altro è utilizzare un canale di grande diffusione, visto che anche chi non vorrebbe si ritrova a sentirlo grazie ai non pochi ascoltatori con problemi di udito che lo lanciano a tutta forza nell’etere, più una capillare diffusione postale, per batter cassa (apposta si dice "battere la cattolica!") .


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