Il MUOS è attivo nonostante la disobbedienza civile e i pacifisti
Con Antonio Mazzeo ripercorriamo la storia controversa della costruzione del MUOS, il sistema militare di telecomunicazioni satellitari americano che insiste sul territorio di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Nonostante la forte opposizione e il dissenso della popolazione civile, il MUOS è attivo e si porta dietro tutte le contraddizioni della globalizzazione neoliberista e capitalista, provocando un intenso inquinamento elettromagnetico ad altissimo impatto ambientale.
Caltanissetta - Il MUOS (Mobile User Objective System) è un sistema militare di telecomunicazioni satellitari che consente la trasmissione di informazioni, video, dati, a tutti gli “utenti mobili”: centri di comando e controllo, reparti e mezzi terrestri, unità navali, sottomarini, cacciabombardieri, droni d’attacco, batterie missilistiche e altro ancora.
A Niscemi, in provincia di Caltanissetta, malgrado le forti opposizioni locali dei comitati No Muos, nel 2011 sono cominciati i lavori per la costruzione del sistema militare, che si sono conclusi alla fine del gennaio 2014. Nonostante timori, revoche, stop e ricorsi, il Muos è in funzione dal 2016 e viene adottato dalle forze armate degli Stati Uniti d’America perché possano affermare la propria superiorità tramite una rete di mega-antenne e satelliti per telecomunicazioni ad alta velocità.
Il MUOS permette di propagare, dilatare, moltiplicare gli ordini di attacco militare di tipo convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare, per bombardamenti sempre più virtuali, computerizzati, disumanizzati e disumanizzanti perché la coscienza degli assassini non possa mai incrociare gli occhi di chi soffre e la disperazione delle vittime innocenti. Il MUOS incarna le molteplici contraddizioni della globalizzazione neoliberista e capitalista.
I governi nazionali che si sono succeduti sono sempre stati favorevoli alla costruzione e alla messa in funzione del MUOS. Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore del libro Il MUOStro di Niscemi, che da anni denuncia attraverso le tante voci della gente di Niscemi la prepotenza dei vertici del potere favorevoli all’impianto. Un sistema-business che comporta soprattutto la proliferazione della grande industria bellica, ma anche un intenso inquinamento elettromagnetico, proveniente dai trasmettitori del sistema, con devastanti microonde ad altissimo impatto ambientale.
Antonio, come hanno reagito i pacifisti e gli attivisti nonviolenti all’installazione di questo sistema d’arma?
L’Eco MUOStro à stato installato a Niscemi, nei pressi di Caltanissetta, in Sicilia, nel cuore di un’importante riserva naturale. L’impianto verte su tre grandi antenne paraboliche che emettono onde elettromagnetiche in grado di penetrare la ionosfera e i tessuti di ogni essere vivente. La popolazione locale si è mobilitata per oltre dieci anni contro questo dissennato progetto bellico dagli enormi impatti di tipo ambientale e sulla salute. Donne e uomini si sono indignati per essere stati ignorati, traditi, svenduti e così sono scesi in piazza a protestare e a manifestare il proprio dissenso, costringendo sindaci, consigli comunali e provinciali a votare delibere contro il MUOS.
Quelle campagne di opposizione hanno rappresentato per intere generazioni di siciliani fondamentali momenti di crescita individuale e collettiva
Sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari; sono stati sottoscritti moltissimi appelli e firmate innumerevoli petizioni per revocare le autorizzazioni ai lavori, insieme a dibattiti, convegni, marce, digiuni e altre forme di contestazione nonviolenta e pacifica. Ci sono stati scioperi generali indetti dal basso a Niscemi e per la prima volta nella storia una base a uso esclusivo delle forze armate statunitensi è stata occupata per ore da migliaia di manifestanti. Purtroppo tutto ciò non è bastato.
Avete vissuto il MUOS come una grande sconfitta? Vi siete sentiti impotenti di fronte a questo sistema di potere imposto dall’alto?
Il Movimento No Muos è stato sempre consapevole della sproporzione delle forze in campo: da una parte migliaia di cittadini, giovani, donne che hanno sentito il diritto-dovere di rimettersi in gioco in prima persona in difesa del loro territorio e dei valori della pace, del disarmo e della cooperazione tra i popoli. Dall’altra la prima potenza militare e nucleare del pianeta, aggressiva e arrogante come sempre, in campo per affermare la piena supremazia sulle risorse della terra e la sempre più iniqua ridistribuzione della ricchezza. Ciononostante il Pentagono e i suoi più stretti alleati politici e militari in Italia e in Sicilia sono stati messi più di una volta sotto scacco.
I lavori d’installazione del terminale terrestre del MUOS sono stati bloccati e ritardati per anni e le ragioni dei No Muos sono state riconosciute dai Tribunali penali e amministrativi – si pensi alla recente sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che ha dichiarato del tutto illegittime le autorizzazioni al progetto rilasciate dalla Regione Sicilia. Certo, se dovessimo limitarci a vedere che l’esito finale di queste straordinarie mobilitazioni è stata la messa in opera dell’impianto dovremmo dire che tutto è stato inutile.
Ma quelle campagne di opposizione hanno rappresentato per intere generazioni di siciliani fondamentali momenti di crescita individuale e collettiva e una presa di coscienza dei propri diritti e degli effetti nefasti dei processi di militarizzazione e stupro dei territori. Ciò non potrà non avere rilevanti conseguenze sociali e culturali a medio e lungo termine. E concorrerà – ne sono certo – a sviluppare nuovi percorsi di lotta per la pace, la giustizia e la difesa dell’ambiente.
Con questo tuo libro sul MUOS sei riuscito a smuovere le coscienze di molti, fino ad arrivare a un processo. Puoi parlarcene?
No, davvero, non credo che un libro da solo possa riuscire a smuovere coscienze e generare proteste, mobilitazioni, opposizioni. Il MUOStro di Niscemi è stato solo un lavoro di analisi, sintesi e sistematizzazioni per rendere il più possibile chiare a tante e tanti siciliani le tantissime contraddizioni, anzi i crimini, di tipo sociale e ambientale, geostrategico, perfino mafiosi, di questo progetto di rafforzamento della presenza militare statunitense nell’Isola. Spero di esserci riuscito in parte, ma non è più di quello che può essere chiesto a un impegno di controinformazione. In fondo è poco, davvero poco rispetto alla portata educativa e formativa e generatrice di dissenso delle azioni dirette e delle pratiche di disobbedienza civile dei No Muos.
Cosa ti aspetti per il nostro futuro prossimo anche dal momento che siamo sul crinale del baratro di una terza guerra mondiale e potenzialmente nucleare con l’attuale guerra tra Russia e Ucraina e con le tante guerre imposte nel mondo dai poteri forti?
Sì, da quel maledetto 24 febbraio 2022 avverto profondamente il timore dell’ennesimo rapido balzo dell’umanità verso l’olocausto globale. L’inarrestabile escalation di questo conflitto fratricida ha rafforzato la mia convinzione degli immani pericoli che potranno derivare a breve per la popolazione mondiale. E del resto sono già tantissime le persone in tutto il pianeta che stanno pagando un prezzo enorme in termini di sofferenza, fame, salute, accesso alle risorse energetiche, e via dicendo. Mi addolora poi la scarsissima opposizione generale, alla guerra e alla cultura di morte imperante.
Mai come adesso siamo a un passo dalla guerra nucleare totale eppure le piazze sono vuote come non mai e il pacifismo si presenta fragilissimo. Sì, gli scenari futuri appaiono tragici. Ma forse proprio per questo dobbiamo provare ad esserci con tutte le nostre energie. Dobbiamo resistere all’uragano della morte, coscienti dei rapporti di forza, ma decisi e intransigenti. Siamo certamente stanchi, delusi e avvertiamo il peso delle tante, troppe sconfitte. Ma siamo ancora vivi. Noi e i nostri figli. Per noi e i nostri figli.