venerdì 14 maggio 2021 - Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica

Il Catcalling e l’oggettificazione femminile

L’accademia della Crusca ha definito il catcalling come una “molestia sessuale, tendenzialmente verbale, che avviene in strada’. Sono catcalling i commenti e i richiami di varia natura indirizzati dai molestatori a vittime che di norma sono persone sconosciute che camminano per strada: complimenti supposti “innocenti” o “galanti”, strombazzate dall’auto, fischi, fino a commenti volgari, domande invadenti, perfino veri e propri insulti. 

Oggetto di catcalling sono soprattutto donne e ragazze; i commenti subiti sono di preferenza a sfondo sessuale e riferiti al corpo delle vittime o ai loro modi di fare o di vestire”. Il catcalling non sembra avere altro obiettivo che richiamare l’attenzione al corpo o alla sessualità di una donna.

Le ricerche che si occupano della frequenza in cui avviene questo fenomeno riportano dei dati sconcertanti. Infatti, tra il 28% e il 47% delle donne riporta che è soggetto al catcalling quotidianamente e l’80% delle donne riporta che hanno ricevuto commenti a sfondo sessuale non voluti almeno una volta al mese (Fairchild 2010; Saunders et al. 2016).
Ma cosa spinge gli uomini ad una simile tipologia di comportamento ancora oggi nel 2021?
Studi sociologici hanno riscontrato, nell’atto del catcalling, l’influenza di fattori individuali e situazionali. Tra questi il sessismo, che trae le sue origini dalle credenze conservative/tradizionali dei ruoli di genere (Swim & Cohen, 1997). Infatti, è stato evidenziato come uomini con opinioni più conservative sulla mascolinità/femminilità abbiano maggior tendenza a comportamenti molesti sessualmente (Flood, 2007). Un altro fattore importante è la dominanza sociale, cioè un’attitudine a credere e a mantenere una disuguaglianza tra gruppi sociali, come quella che può esserci tra uomini e donne (Pratto et al., 1994).

Questa tipologia di comportamenti avviene ancor più frequentemente quando gli uomini sono in un gruppo: piuttosto che realizzare una molestia individualmente, quando essa avviene in un contesto di gruppo, il molestatore si sente più protetto attraverso l’anonimato e se, nelle norme del gruppo vi è una tolleranza alle molestie sessuali, questi comportamenti si manifestano con più facilità (Postmes & Spears, 1998). Wesselman (2010), in uno studio con dei ragazzi universitari, ha osservato che gli uomini avevano più probabilità di avere comportamenti di catcalling quando erano in gruppo piuttosto che quando erano da soli, a causa dell’influenze delle norme sociali, dell’anonimato e dell’opportunità di affermare il proprio legame con il gruppo. In uno studio di Walton (2021) è stato osservato che le giustificazioni più frequenti riportate da chi effettua il catcalling sono: il desiderio di esprimere il proprio interesse ad una donna considerandolo un modo normale di flirtare e l’intenzione di fare un complimento ad una donna poiché “a loro piace riceverlo”.

Alcune ricerche hanno documentato gli effetti negativi delle molestie da parte di sconosciuti. È stato evidenziato che le molestie sessuali, tra cui il catcalling, sono state associate a problematiche psicologiche riguardo l’immagine corporea, sintomi di ansia e di depressione, sensazioni di non essere al sicuro e paura dello stupro (Davidson et al. 2016; McCarty et al. 2014). Tutto questo implica anche dei cambiamenti comportamentali come ricercare strade e percorsi più sicuri, evitare determinati luoghi o persone ed evitare di uscire di notte (Livingston 2015).

Grossman (2008) ha sostenuto che alcune donne possono interpretare eventi di catcalling come positivi, considerando commenti non richiesti sulla propria immagine come complimenti. Liss (2011) ha osservato che alcune donne possono percepire la propria oggettificazione sessuale positivamente perché i messaggi culturali insegnano alle ragazze e alle donne che la bellezza e l’attrattività sono importanti se si vuole avere successo ed essere felici; hanno anche osservato, però, che questa percezione è una falsa forma di rafforzamento personale, dato che questa oggettificazione è allo stesso modo associata ad un’immagine negativa del proprio corpo e a problematiche alimentari. Quindi, anche se queste donne sembrano rispondere positivamente al catcalling, gli effetti più profondi di queste tipologie di oggettificazione sessuale sembrano essere negativi. Tutto questo può essere spiegato attraverso la teoria dell’oggettificazione sessuale di Fredrickson e Roberts del 1997. Essa spiega che viviamo in una cultura in cui le donne sono costantemente oggettificate sessualmente, ridotte a corpi da usare e valutare piuttosto che esser viste come persone alla pari. La continua esposizione ed esperienza di questa oggettificazione porterebbe le donne ad internalizzare una visione oggettificata del proprio corpo. Quindi, il catcalling, seguendo questa teoria, può essere visto come una forma di oggettificazione sessuale interpersonale (Fisher, 2017). L’oggettificazione sessuale è associata a vergogna del proprio corpo, stress e a diverse conseguenze per la salute mentale come sintomi di disturbi alimentari, di depressione e di disfunzione sessuale (Calogero and Thompson 2009; Lindner et al. 2012).

Per concludere bisogna sottolineare che le molestie verbali e psicologiche sono esperienze che ogni donna, almeno una volta nella vita, vive sulla sua pelle e non devono essere sminuite ma penalizzate giuridicamente, come già succede in Francia grazie ad un disegno di legge approvato dal governo Macron nel 2018, che multa chi rivolge apprezzamenti non richiesti a donne incrociate per strada. Leggi simili sono presenti anche nelle Filippine e in alcuni stati degli Stati Uniti, come anche in Belgio e in Portogallo. L’Italia, purtroppo, è indietro sulle molestie di strada, così come per altre battaglie civili.

 

Tirocinante: Lorenzo Raybaudi Massilia
Tutor: Dott.ssa Fabiana Salucci

 

Bibliografia
– Davidson, M. M., Butchko, M. S., Robbins, K., Sherd, L. W., & Gervais, S. J. (2016). The mediating role of perceived safety on street harassment and anxiety. Psychology of Violence, 6, 553–561.
– Fairchild, K. (2010). Context effects on women’s perceptions of stranger harassment. Sexuality and Culture: An Interdisciplinary Quarterly, 14, 191–216.
– Fisher, S., Lindner, D., & Ferguson, C. J. (2019). The effects of exposure to catcalling on women’s state self-objectification and body image. Current Psychology, 38(6), 1495-1502.
– Fredrickson, B. L., & Roberts, T. (1997). Objectification theory: toward understanding women’s lived experiences and mental health risks. Psychology of Women Quarterly, 21, 173–206.
– Grossman, A. J. (2008). Catcalling: creepy or a compliment? Retrieved May 15, 2008
– Liss, M., Erchull, M. J., & Ramsey, L. R. (2011). Empowering or oppressing? Development and exploration of the enjoyment of sexualization scale. Personality and Social Psychology Bulletin, 37, 55–68.
– Livingston, B. A. (2015). Hollaback! International street harassment survey project.
– McCarty, M. K., Iannone, N. E., & Kelly, J. R. (2014). Stanger danger: the role of perpetrator and context in moderating reactions to sexual harassment. Sexuality and Culture, 18, 739–758.
– Postmes, T., & Spears, R. (1998). Deindividuation and antinormative behavior: A meta-analysis. Psychological Bulletin, 123 (3), 238–259.
– Saunders, B. A., Scaturro, C., Guarino, C., & Kelly, E. (2016). Contending with catcalling: the role of system-justifying beliefs and ambivalent sexism in predicting women’s coping experiences with (and men’s attributes for) stranger harassment. Current Psychology (Advance online publication).
– Walton, K. A., & Pedersen, C. L. (2021). Motivations Behind Catcalling: Exploring Men’s Engagement in Street Harassment Behavior. Psychology & Sexuality, (just-accepted).
– Wesselmann, E. D., & Kelly, J. R. (2010). Cat-calls and culpability: Investigating the frequency and functions of stranger harassment. Sex Roles, 63(7–8), 451–462.

Foto di Daniel Nebreda da Pixabay 




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