giovedì 1 marzo 2018 - enzo sanna

Il 4 marzo voteremo tappandoci il naso o per sottrazione?

 

Assistiamo, a pochi giorni dalle elezioni, a una sorta di appello da ultima spiaggia lanciato dai leader dei vari partiti o movimenti. Inizia Renzi, gorgogliando con l’acqua alla gola, allo scopo di convincere gli indecisi ma soprattutto coloro che si apprestano a votare per le formazioni di sinistra, quelle fuori dal PD, affinché, magari tappandosi il naso, optino per l’ipotetico “voto utile”, cioè un voto per lui, Renzi, ovviamente.

Sì, perché nel concetto renziano, chi vota per gli altri esprime un voto “inutile”. Ci vorrebbe veramente poco ad argomentare circa l’inconsistenza di tale approccio, magari facendo notare come l’attuale infido sistema elettorale sia stato concepito proprio dai renziani i quali solo ora si rendono conto dell’errore di calcolo dopo aver imposto l’attuale normativa a colpi di voti di fiducia, della serie “Chi la fa l’aspetti”.

Seguono a ruota gli altri attori, pronti ad approfittare della insulsaggine renziana. Ecco allora il centrodestra, mai tanto diviso quanto oggigiorno, far finta di apparire unito alla moda di fratelli-coltelli, preludio di quanto potrebbe accadere in caso di affermazione elettorale. La destra grillina, invece, decide di sparare le solite inconcludenti cartucce a salve indicando persino l’intera squadra di governo senza rendersi conto (ma è da loro) di calpestare, così, gli stessi dettami della democrazia costituzionale: ma costoro non sono soli. Li emula, infatti, il “maestro” Berlusconi il quale, giorno dopo giorno, spara un nome per la guida del governo o di qualche ministero.

Gli elettori più attenti potranno notare una sostanziale convergenza di “stellette” tra la destra grillina e il centrodestra berlusconiano: la ricerca affannosa, spasmodica, febbrile di militari, naturalmente alto-graduati, da innestare nelle liste elettorali e, poi, nei supposti incarichi di governo, tanto da poter ipotizzare maliziosamente prove “in vitro” di peronismo, viste anche le recenti reminiscenze presidenzialistiche manifestate da Berlusconi. Altro che Casa Pound o Forza Nuova!

Data la mia trentennale pregressa attività politica e nonostante oramai da qualche lustro abbia archiviato l’impegno diretto, all’approssimarsi delle elezioni ci sono ancora alcuni amici, alcuni parenti e conoscenti desiderosi di ascoltare un parere per indirizzarsi nel voto. Sino a qualche anno fa esprimevo, prima con puntualità poi con sempre minore convinzione, un qualche orientamento. Oggi mi trovo nella condizione di non poter “consigliare” altro che non derivi dal senso di civismo sociale, umanitario e solidaristico precisando che stavolta io stesso andrò a votare “per sottrazione”, non per convincimento.

Ecco allora una sorta di “decalogo” (senza starne a contare i punti) al quale mi atterrò personalmente, proponendolo a tutti coloro che mi hanno già chiesto e nei prossimi giorni chiederanno consiglio: 

- Votare preferibilmente donna, facendo attenzione a escludere quelle avvenenti, giovani e piacenti propense a perdere più tempo di fronte allo specchio dei truccatori che nelle aule parlamentari. Meglio le bruttine, le stagionate, ma preparate;

- Escludere per precauzione coloro che di nome “fanno” Silvio o Matteo e i rispettivi tre partiti;

- Escludere le categorie che hanno già ampiamente dimostrato negli anni di aver fallito: magistrati, avvocati, giudici, faccendieri, grandi imprenditori, politici di professione, (eccezioni moderatamente ammesse, come ovvio);

- Escludere quelli che urlano “Onestà, onestà” ma solo rivolti agli altri;

- Escludere senza eccezione alcuna quelli che “Sono tutti uguali, tranne me” o “Non esiste più la destra né la sinistra”. Sono i peggiori;

- Non votare chi tenta di riesumare il concetto di “patriota” in un universo di schiavi;

- Escludere quelli che, giovani, tentano di imitare infelicemente i vecchi saggi o che da vecchi non saggi tentano di imitare tristemente i giovani;

- Escludere i comici di professione o coloro che li imitano;

- Tenersi alla larga dai docenti universitari della Bocconi a evitare probabili untori di manzoniana memoria, portatori di mala economia.

Ho sottoposto queste considerazioni, addizionate da varie altre omesse nel presente articolo, a un amico il quale dopo averle lette e commentate ha candidamente considerato: “Allora mi devo astenere dal voto?”.

Ebbene, andando per sottrazione, qualcosa e qualcuno per cui votare forse si riuscirà a trovare, fosse anche con l’ausilio del lanternino di Diogene. Resta l’amarezza di dover agire “per sottrazione” in un panorama politico dimostratosi ancora una volta incapace di concepire un progetto per l’avvenire facendoci sentire impotenti di fronte allo strapotere del capitale economico-finanziario. Votiamo pure per qualche novello Robin Hood ma ben coscienti che una freccia per quanto scoccata con mira precisa non riuscirà ad abbattere il missile atomico lanciato sull’umanità intera dalla potenza capitalistico-finanziaria.

Ci vuole ben altro, e le teorie non mancano. Proviamo a dar loro le gambe… magari dal giorno dopo le elezioni, comunque vadano.



2 réactions


  • pv21 (---.---.---.107) 1 marzo 2018 19:59

    Masquerade >

    La democrazia “diretta” (fluida e via web), come gestita dai Vertici M5S, fa pensare a certi regimi di sapore dittatoriale. REGIMI dove il sommo Capo ha rapporti di pura “formalità” con gli altri massimi Organi statali, che non brillano affatto per autonomia decisionale.


    Ossia.

    Sappiamo che è una specifica prerogativa del nostro Presidente della Repubblica la “nomina” del Presidente del Consiglio e dei Ministri da lui proposti (art 92).

    DOPO il voto è il Capo dello Stato ad avviare una serie di passaggi.

    Dalle consultazioni all’incarico con l’individuazione di una maggioranza.

    Riceve quindi la “proposta” dei nomi di Ministri che lui convoca per una personale “interlocuzione”.

    Tutto il processo quindi viene coronato dall’atto di “nomina” insieme al dovuto giuramento (art 93).

    Il Governo, ora formato, si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia (art 94).


    Nel merito.

    ANTICIPARE addirittura al voto l’invio (via e-mail) della lista dei Ministri è una “mossa” tanto ingiustificata, oltre che inopportuna, da non meritare alcun tipo di riscontro.

    Una democrazia vera e sana si basa sul puntuale rispetto dei ruoli e delle funzioni proprie attribuite ai diversi Organi dello Stato.


    SIFFATTI tentativi di accreditarsi nei confronti dell’elettorato appaiono disdicevoli, se non inquietanti.

    Certe “cortesie” di facciata sono escamotage tipici di un Dossier Arroganza


    • Truman Burbank Truman Burbank (---.---.---.242) 2 marzo 2018 15:47

      In uno stato di diritto tutto ciò che non è vietato è consentito.

      Quindi è lecito annunciare una formazione di governo prima delle elezioni, è corretto informare il Presidente della repubblica di tale lista, senza pretendere alcun riscontro. E’ certamente giusto da parte di Mattarella il non dire niente e tanto meno invitare il premier auto-nominato.

      E’ il caso di notare che la democrazia prevede anche degli spazi di libertà, non solo ruoli da recitare, altrimenti la democrazia sarebbe solo un rito.

      Ci sono poi tutta una serie di valutazioni politiche che ognuno può fare, in particolare Mattarella potrebbe (tendo a pensare che dovrebbe, ma certo lo valuterà lui) ignorare completamente l’annuncio fino a quando non si saranno costituite le Camere nella loro pienezza e avrà consultato i gruppi parlamentari.

      D’altro canto anche gli elettori possono fare le proprie valutazioni, ad esempio gli elettori piddini hanno ancora l’occasione di emigrare. Informo che Putin ha molto spazio disponibile in Jacuzia.


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