giovedì 27 marzo 2014 - Zag(c)

INPS, se lo dice lui...

Potrebbe apparire strano, forse lo è, forse no. Ma vi siete chiesti come mai ci si scandalizza tanto per i vitalizi dei politici e del costo spropositato dei politici, e manco un po’ per il furto che viene perpetuato sulle nostre pensioni, furto che finanzia non solo quel costo ma anche il debito pubblico? Io una ragione me la sono fatta. Ma non è tanto questo il punto. Il punto è che di quel furto non se ne parla proprio. Quando si parla di INPS si parla (i mass media) sempre del suo deficit, del buco in bilancio e di quel bilancio come di una voragine per i conti dello Stato. È da un po’ che lo dico nel mio piccolo, ma siamo sempre in pochi ed isolati e con strumenti e mezzi assolutamente inadeguati allo sforzo sisifeo.

Il bilancio dell’INPS e relativamente alla voce della previdenza è fatto tutto di salario differito, accantonato dai lavoratori dipendenti privati (per l’INPDAP e della truffa è un altro film). Lo Stato non ci mette nemmeno una lira (euro). Anzi! Ormai è diventato pubblico e ufficiale quello che tutti sanno, ma che fanno finta di non sapere. Dal documento consegnato dal neocommissario straordinario dell’INPS, Vittorio Conti, in questi giorni alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali si legge:
“L'attuazione delle norme sulla spending review, previste a partire dal 2012, e quindi il conseguimento di obiettivi di riduzione delle spese di funzionamento pari a 515,7 milioni di euro strutturali da riversare annualmente in entrata al bilancio dello Stato”
 
Se non lo si capisce lo spiego in parole povere e semplici. Lo Stato ha prelevato fin dal 2012 dal bilancio dell’INPS 515,7 milioni di euro per metterli nel suo bilancio e ripagare deficit. Non è lo Stato che ha il deficit per pagare l’INPS, ma è l’INPS, cioè il salario dei lavoratori dipendenti che finanzia lo Stato e le sue spese. E non solo! Sempre con le parole del neocommissario riporto : "Il bilancio consuntivo dell’anno 2011 del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD) presenta un risultato di esercizio di 469 mln.”
 
Che anche questa volta dette in parole povere significa che nonostante il mezzo milione di euro prelevato dallo Stato la voce previdenza del bilancio dell’INPS relativamente all’anno 2011 è in attivo di ben 469 milioni di euro. I lavoratori non solo si pagano le proprie pensioni, non solo finanziano il deficit dello Stato, ma sono anche in attivo. Questi sono elementi fattuali confermati dal neocommissario di carica governativa (dell’INPDAP), quindi, e non parole di un terrorista comunista .
A carico dell’INPS, ricordo a carico dei lavoratori dipendenti privati, oltre al deficit della cassa previdenza dei dirigenti privati del fondo INPDAI (in un buco di bilancio abissale) e del fondo dei giornalisti e quello dei lavoratori autonomi, e così via L’elenco sarebbe troppo lungo. Ora si è aggiunto anche quello dei lavoratori pubblici. Eccola là (diranno i populisti dell’ultima ora. Parassiti e fannulloni di chi ha un posto improduttivo e assistenziale). Ma manco per niente! Quel deficit è causato dall’evasione da parte dello Stato. Sì, lo Stato che persegue e punisce chi evade il versamento dei contributi assicurativi è proprio lui il maggiore evasore. È dal 1945 sino alla fine degli anni ’90 che lo Stato non ha versato i contributi per i propri dipendenti, perché si diceva è solo una partita di giroconto. Quarantacinque anni di versamenti contributivi dei dipendenti statali non pagati. Ed ora quei contributi se li ritrovano fra capo e collo i lavoratori dipendenti privati.
 
E vengo alla ragione, come dicevo innanzi, del perché tutta questa disinformazione, ma che dico, di queste falsità. Perché? A chi giova? Intanto si deve finanziare il debito privato che è diventato debito pubblico, (perché tale è l’origine del debito pubblico) ed è quindi comprensibile da parte governativa (che è un eufemismo per dire da parte di tutti, ma proprio tutti quelli che si son succeduti sulle poltrone governative). Come è comprensibile questa campagna di disinformazione da parte di chi gestisce i fondi pensioni privati controllate dalle assicurazioni e dai fondi di CGIL, CISL, UIL finanziate dai 150 milioni di Euro annui che i lavoratori privati accantonano (comprensivi di precari che versano e che mai prenderanno una pensione, come lo stesso dicasi per i lavoratori immigrati).
 
Quello che è incomprensibile è come mai il silenzio e l’accondiscendenza, quasi una sindrome di Stoccolma verso i propri aguzzini, una sorta di alleanza e solidarietà tra la vittima e il carnefice, un'identificazione con l'aggressore da parte di lavoratori e lavoratrici che subiscono e sono vittime di questo abuso e sopruso. È solo una questione di ignoranza? È solo imbambolimento mediatico? Può spiegare tutto questa silente accondiscendenza?
 
 

 
 
 
Foto: Wikipedia

 



4 réactions


  • (---.---.---.180) 27 marzo 2014 14:30

    Artocolo confuso e furoviante. Senza entrare troppo nei dettagli ma l’articolista dimentica di dire che l’INPS non è un "normale" istituto ma è dello stato e se i conti più o meno tornano è solo perchè i contributi prelevati dai lavoratori sono enormi, molto maggiori che negli altri paesi, questo semplicemente perchè le pensioni sono parimenti molto più generose che negli altri paesi. Il metodo retributivo è stato il maggior furto perpetrato dalle generazioni in pensione verso i giovani. Questa la sola verità. Il resto è filosofia.
    PS comunque per qualche numero si veda qui.


  • Zag(c) Zag(c) (---.---.---.28) 27 marzo 2014 14:40

    Il giudizio che dai è solo personale e non di merito. Il merito sta nel bilancio INPS del 2011 . Questi sono numeri, fatti e non valutazioni filosofiche. Il raffronto che si fa con gli altri paesi è solo fuffa. Conosci il sistema pensionistico , le retribuzioni , le età di pensionamento degli altri paesi? Se vuoi possiamo parlarne , ma con numeri alla mano questa volta. Ti invito a leggere i dati della Francia e della Germania. Età pensionabile, retribuzioni e sistema di welfare ( tutto compreso) di quei paesi con il nostro E poi ne riparliamo. 

    Saluti
    Zag(c)

    • Persio Flacco (---.---.---.140) 29 marzo 2014 22:10

      L’autore dell’articolessa che hai linkato e che blatera di "casta dei pensionati" non riesce a prendere atto della realtà citata da Zag: il fondo gestione INPS per le pensioni dei lavoratori privati nel 2011 era in attivo. Il sistema funziona in base al vecchio principio solidaristico che vuole i lavoratori attivi pagare la pensione a quelli in quiescenza. E funziona: lo dicono i numeri, anche col rapporto attuale tra lavoratori attivi e pensionati.

      Se l’INPS è in deficit lo è perché, con la consueta astuzia levantina della nostra classe politica, gli sono stati messi sulle spalle parte del welfare: che dovrebbe essere a carico della fiscalità generale con criteri di trasparenza; le passività generate dalle regalie clientelari che la solita classe politica ha elargito sotto forma di privilegi alle pensioni pubbliche; gli ammanchi dovuti alla sistematica evasione dei contributi da parte dello Stato. Questo consente all’astuta Casta di strillare periodicamente al passivo dell’INPS, e tutti capiscono: pensioni, per passività che con le pensioni e con la previdenza in generale non c’entrano nulla.

      Ma non è solo questo a motivare la guerra di trincea che la Casta ha da lungo tempo mosso al sistema pensionistico italiano. Il sistema solidaristico per alcuni di quelli che contano è un pessimo esempio che ai loro nasi sensibili puzza di comunismo. Come si fa a lasciar funzionare indisturbato un sistema in cui la solidarietà tra lavoratori si dimostra efficiente? E’ pericoloso.

      C’è anche un altro motivo, ancora più forte di quello, meno ideologico e più concreto: il passaggio di risorse finanziarie tra lavoratori attivi e passivi non passa né per i mercati finanziari né per le compagnie assicuratrici. 
      Sono tanti soldi che costoro vedono passare da un lavoratore all’altro senza poterci mettere sopra le mani: un vero insulto.
      E infatti da decenni fanno lobbing per poter trasformare il sistema pensionistico italiano in un sistema all’americana: da solidaristico ad egoistico. I lavoratori versano i contributi per la propria pensione in un fondo di investimento che li colloca in vario modo.

      Naturalmente nessuno di quelli che dipendono da un fondo di investimento può essere certo che un giorno avrà una pensione. Al pari di ogni altra impresa che opera nel mondo della finanza i fondi pensione sono soggetti a varie disgrazie: investimenti sbagliati, rovesci in borsa, inflazione, percentuali da pagare a gestori e intermediari. Ma non è certo la sicurezza che chi va in pensione percepisca un reddito decente a preoccupare gli operatori finanziari, che hanno altre priorità.


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