mercoledì 16 aprile 2014 - paolo

I servizi sociali di Silvio Berlusconi

"Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge" è il condensato dell'art. 3 della Costituzione che esprime il concetto di giustizia. Peccato però che la giustizia non è equanime nei confronti di tutti i cittadini.

Dopo circa 13 anni di iter processuale, sfuggendo per un nonnulla ai rischi della prescrizione che in tante, anzi troppe occasioni hanno consentito al tre volte Premier di farla franca, si era finalmente giunti ad una condanna in via definitiva. Con 208 pagine di motivazioni della sentenza, la Suprema Corte di Cassazione ha riconosciuto Silvio Berlusconi come la mente che ha architettato la gigantesca frode fiscale ai danni dello Stato, continuata e perpetuata per molti anni, essendone lui e solo lui il dominus indiscusso. Giova ricordare che sebbene sia stata deliberata la condanna per una frode fiscale di circa 7 milioni di euro compiuta in anni (2002-203) per un soffio sfuggiti alla prescrizione, in realtà la frode perpetuata in via continuativa in un ventennio è stata accertata per un ammontare di un miliardo e 277 milioni di euro.

Da qui la condanna a 4 anni (di cui 3 condonati) e a pene accessorie che, dopo un ulteriore ripassaggio alla Corte d'appello di Milano, è stata rimodulata a 2 anni d'interdizione dai pubblici uffici. Restava pertanto da definire come il condannato dovesse scontare la pena principale che ha sancito il suo status di pregiudicato, pena da scontare che ad oggi si è ridotta a dieci mesi perché nel frattempo il Tribunale di Sorveglianza di Milano doveva stabilire se l'illustre condannato dovesse essere affidato ai servizi sociali oppure agli arresti domiciliari.

Davanti ad una truffa di queste proporzioni ai danni dello Stato, constatato che non solo l'imputato non mostrava segni di ravvedimento ma anzi aggrediva pesantemente i magistrati che lo avevano giudicato, mettendo in campo tutto il suo formidabile arsenale mediatico, sarebbe stato plausibile ritenere che almeno si arrivasse agli arresti domiciliari, quindi con quelle forti restrizioni sull'agibilità politica e personale che il condannato andava invece protestando, mettendo in atto azioni ricattatorie e intimidative di ogni genere.

Invece niente di tutto questo, la decisione presa è stata quella di affidarlo in prova ai servizi sociali, per effetto della quale, al netto del condono, lavorerà (?!) per 4 ore consecutive almeno una volta a settimana, in un centro per anziani a Cesano Boscone (Milano) della Fondazione Sacra Famiglia. Ironia della sorte lo stesso paese e a pochi passi dall'abitazione di quel tale, pare uno squilibrato, che gli scagliò una statuetta del duomo di Milano in faccia, offrendolo al martirio dei suoi adoratori . Gli avvocati di Silvio, Ghedini e Coppi si sono dichiarati soddisfatti (e vorrei vedere!) e Berlusconi ha tempo dieci giorni per presentarsi e firmare il provvedimento del tribunale.

Ma la ferocia dei giudici non si è fermata qui, sentite le pesani restrizioni a cui sarà sottoposto:

Non potrà abbandonare la Lombardia, fatta eccezione se lo richiederà, di permessi per recarsi a Palazzo Grazioli, sua residenza romana, 4 giorni la settimana, dal martedì ore 6,00 con rientro il giovedì ore 11,00. Non potrà incontrare pregiudicati, e qui qualche problemino potrebbe scattare se è vera, come ritengo sia vera, la definizione del suo partito, ovvero Forza Italia, che ha dato il giornalista de Il Fatto Quotidiano stamani su RAI 3, definendone la storia come "Romanzo criminale ". Indignate le reazioni della berluschina presente nella trasmissione; ma ditemi come altro si può definire un partito i cui due principali fondatori sono un condannato per frode fiscale (più altre facezie pregresse ed in corso) e un latitante condannato a 7 anni per collusioni con la mafia (senatore Marcello Dell'Utri), attualmente uccel di bosco in Libano e con forti probabilità di sottrarsi alla "giustizia" italiana. Non potrà incontrare tossicodipendenti, ma soprattutto, e qui arriva il colpo di scure, il colpo di maglio che fiaccherà l'ex cavaliere, "non potrà parlar male dei magistrati"! Che, ad occhio e croce, mi sembra la pena più dura e crudele per il povero Silvio. Se lo farà verrà rivista la sua posizione e magari chissà che con gli venga affibbiata una ammenda di 100 euro ad offesa. Insomma a girarci sopra, fregare qualche centinaio di milioni di euro dalle tasche dei cittadini (mie comprese) e cavarsela così, ha ragione Beppe Grillo a sbottare : "Tutto sommato ne varrebbe la pena", visto che chi sgarra con Equitalia e per cifre infinitamente più modeste, in molti casi è stato spinto al suicidio.

La sintesi più critica su questo provvedimento al limite del ridicolo l'ha espressa Massimo D'Alema a Porta a Porta : "Sono rispettoso nei confronti delle sentenze dei magistrati... ma normali cittadini, per reati minori, vanno in prigione". E bravo Massimino che finezza di pensiero, che acume! Io però invece di fronte a palesi ingiustizie e a soprusi della legalità e dell'eguaglianza di trattamento dei cittadini come questa, non solo non sono rispettoso dei magistrati ma mi chiedo per chi o per che cosa questi sono seduti sui loro scranni. Sono per far rispettare l'art. 3 della Costituzione o sono lì per fare una cernita tra chi ne è al di sopra ed il pollo di turno da mettere sulla graticola? Ma che razza di paese siamo diventati?

E poi, proprio su questo sito, trovo qualcuno che, siccome tento di descrivere la realtà di questo paese che soltanto uno che non vuol vedere (perché si rifiuta di vedere) oppure uno che è accecato dal tiro della fune del politico di turno ed è pronto ad ingoiare tutta la merda di questo mondo, mi sento pure accusare di moralismo, di disfattismo, di proselitismo dello sfacelo. E mi rifilano pure l'accusa di non fornire la ricetta, quella magica e salvifica, per farci diventare quello che non siamo, ovvero un paese civile.

I meschini non capiscono che la ricetta è dentro ciascuno di noi, che è la coscienza di ciascuno, non pretendo l'intelligenza, che dovrebbe indirizzarci nel verso giusto. Ma se dopo venti anni di follie berlusconiane, siamo di fronte al bivio tra scegliere un comico pregiudicato come Grillo, che mescola sacro e profano a seconda della convenienza, e quello che lo stesso comico ha definito "un pagliaccetto ", ovvero l'attuale premier Matteo Renzi, che è la parodia del Renzi di Crozza, con la prospettiva del rientro in campo pure dell'illustre pregiudicato col quale il buon Matteo si riunisce istituzionalmente per vertici "sulle riforme istituzionali", sono io il moralista o è tutto il paese che è sbroccato?

Fate voi.

 

 

Foto: CiuPix/Flickr



2 réactions


  • (---.---.---.35) 17 aprile 2014 19:28

    E’ tutto il paese che è sbroccato, tu sei il solo che ha capito la ricetta che è dentro di te, nella tua coscienza. Peccato che non sei in grado di esplicitarla agli altri questa tua ricetta segreta.

    Ma hai perso il lume della ragione?

    Per quanto riguarda l’ex cavaliere, dai retta a me, in un Paese dove a una buona fetta di elettorato non fa schifo essere rappresentati da due pregiudicati (c’è anche Grillo) la decisione dei giudici è stata la più opportuna; quando dopo il 25 maggio si vedranno i risultati disastrosi per Forza Italia LUI non potrà accusare i giudici comunisti per il suo definitivo flop.


    • paolo (---.---.---.121) 18 aprile 2014 15:35

      Nessuna ricetta segreta .
      L’unica ricetta è quella che gli italiani devono smetterla di inseguire il trombettiere di turno ,l’uomo della provvidenza ,l’imbonitore logorroico e cominciare a giudicare le persone dai fatti , dal loro curriculum personale e professionale e non dalle chiacchere .

      Che ci siano in questo paese almeno una decina di milioni di individui per cui il concetto di etica e di moralità sono un optional non mi stupisce per nulla . Il background culturale ed educativo che ha prodotto questo bel risultato richiederebbe un articolo a se .

      Se tu credi che un Berlusconi sconfitto alle europee chiuda il cerchio ti illudi . La decisione dei giudici è un’altro atto diseducativo che si aggiunge alla miriade di altri e che non fa altro che aggravare il labile concetto di legalità che ha la maggior parte degli italiani . E’ risibile consolarsi , affermando come fai tu che gli tolgono il pretesto dei giudici rossi , ma chi se ne frega di quello che dice o può dire Silvio !! .
      L’importante era dare un esempio (dall’alto) di rigore e di giustizia e non lo hanno fatto ,questa è la sostanza . Ne vien fuori che il potente che froda il fisco ,anche per cifre imponenti , sconta una pena solo simbolica . E questo diventa un incentivo a frodare .
      Lo capisci ? E con questi esempi rimaniamo iatalioti come siamo.
      ciao


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