I pacifinti
E’ dal 7 ottobre che Paolo Mieli, storico dei vincitori, Daniele Capezzone, ex radicale, ex deputato, ex portavoce di Forza Italia e del Popolo d’Italia, ex per vocazione, storia e convenienza politica ed economica, guidano uno sterminato esercito di pennivendoli, opinionisti senza opinione, equilibristi del commento televisivo, pacifinti che i padroni spacciano per pacifisti, analfabeti che di mestiere fanno inspiegabilmente i giornalisti.
E’ l’esercito dei grilli parlanti che dal 7 ottobre mette in pratica la lezione di Goebbels e sostiene la tesi insostenibile che solo una vittoria israeliana netta, decisa e definitiva potrà garantire la pace in Palestina.
Gaza rasa al suolo? Cento e più mila bambini palestinesi fatti a pezzi? Crimini di guerra da far impallidire le armate naziste? Sta bene tutto e tutto è consentito in nome della pace israeliana che verrà.
Naturalmente tutto è relativo e se per pace s’intende quella eterna, non ci sono dubbi: sterminati i palestinesi – donne, vecchi, bambini, terroristi e terrorizzati – la pace certamente verrà. La pace dei cimiteri, che Mieli e Capezzone ritengono giusta per le vittime e per i carnefici.
Quello che i pacifinti non dicono mai è che da quando esiste, lo Stato d’Israele ha vinto sempre, ha vinto tutte le guerre, ne ha combinate di tutti i colori, ma la pace di Mieli e Capezzone non s’è mai vista e mai si vedrà.