martedì 10 marzo 2020 - Oggiscienza

I numeri delle pandemie nella storia

Quali sono state le più gravi e quanti morti hanno fatto? Vediamo nel dettaglio i numeri, dalla peste alla spagnola fino alle più recenti AIDS e influenza suina.

di Francesca Zanni

 

L’arrivo del Coronavirus ha sconvolto la vita di molte persone. In Italia sono stati chiusi asili, scuole e università, alcune città sono state messe in quarantena e il numero dei contagiati continua a salire. Sebbene il 4 marzo Jens Spahn, il Ministro della Salute tedesco abbia affermato che siamo di fronte a una “pandemia globale”, l’OMS non ha ancora iniziato a utilizzare questo termine per descrivere l’emergenza, utilizzando ancora quello di epidemia.

Mentre l’epidemia ha luogo quando una malattia si diffonde rapidamente in un territorio più o meno vasto, la pandemia è un’epidemia con la tendenza a diffondersi ovunque nel mondo, e ha luogo in presenza di tre condizioni: un organismo altamente virulento, mancanza di immunizzazione specifica nell’uomo e possibilità di trasmissione da uomo a uomo. Nella storia dell’umanità è successo spesso che una pandemia mettesse quasi l’intera popolazione in ginocchio. Ma quali sono state le pandemie più gravi della storia? E quanti morti hanno fatto? Vediamone nel dettaglio i numeri, dalla peste alla spagnola fino alle più recenti AIDS e Influenza Suina. Quali sono stati i paesi colpiti e quante persone sono state contagiate, sono guarite o sono morte?

La peste (1346-53)

La peste è una malattia infettiva causata dal batterio Yersinia pestis, solitamente ospite delle pulci dei roditori. È comune nella storia dell’umanità nelle zone scarsamente pulite, dove ratti e pulci sono molto diffusi. Ci sono tre differenti tipi di peste: la peste bubbonica, la peste polmonare e la peste setticemica. La prima è la più comune e si trasmette proprio attraverso le pulci infette. Si chiama bubbonica per via dell’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, che si manifesta quando l’infezione è in atto. Quella polmonare viene trasmessa per via aerea, mentre quella setticemica è una complicazione delle due precedenti. La pandemia di peste sicuramente più famosa è quella del 1348, quando contagiò letteralmente tutti i paesi Europei causando la morte di quasi un terzo della popolazione del vecchio continente nel giro di cinque anni e rimanendo nell’immaginario di tutti fino ai giorni nostri come “La morte nera”.

Focolai di peste nel mondo (2016). Fonte: WHO

Come possiamo vedere la peste è presente ancora oggi. Dal 2010 al 2015 sono stati registrati nel mondo 3248 casi, di cui 584 decessi. Al momento i paesi più colpiti sono la Repubblica Democratica del Congo, il Madagascar e il Peru.

Il colera (XIX sec.)

Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. Si trasmette per via oro-fecale e porta a gravi fenomeni di disidratazione. Il colera, originariamente partito dal delta del fiume Gange, in India, ha avuto il suo culmine nel XIX secolo, quando si sono verificate ben sei pandemie nel mondo. Al momento la malattia è endemica in molto paesi e quindi non è stata sconfitta, nonostante esista un vaccino. La diffusione della malattia dipende dall’uomo (non da animali come nel caso precedente) e dall’utilizzo di acqua contaminata, scarsa igiene e consumo di cibi infetti. La prima pandemia iniziò nel 1817 in India, a seguito della conquista del territorio da parte degli inglesi, per poi spostarsi verso Cina, Malesia e Giappone, continuando anche a diffondersi verso i paesi arabi e arrestandosi ai confini dell’Impero Russo. La seconda pandemia iniziò nel 1926 e nel 1930 era già in Russia, per poi arrivare ai paesi europei. La terza pandemia si diffuse nelle stesse zone ma arrivò fino in Sudamerica (1841), la quarta arrivò fino in Africa e la quinta e la sesta furono minori in quanto nel frattempo Koch era riuscito a isolare l’agente patogeno nel 1884 e furono prese adeguate misure sanitarie.

Aree affette da epideme di colera. Fonte: WHO

Il colera esiste ancora oggi, soprattutto in Asia, Europa, Africa, Americhe dove si registrano tra 1,3 e 4 milioni di casi ogni anno di cui muoiono tra le 21mila e le 143mila persone. In alcuni paesi la malattia è diventata endemica.

L’influenza spagnola (1918-20)

La Spagnola fu la peggiore pandemia della storia dell’umanità per numero di contagiati e di morti. È un tipo di influenza A, l’unico che causa pandemie. Il responsabile è il virus A/H1N1, che tra il 1918 e il 1920 contagiò circa un terzo della popolazione mondiale, mietendo tra i 50 e i 100 milioni di morti, dal momento che aveva una letalità superiore al 2,5%. Mentre normalmente i tipi nuovi di virus attaccano soprattutto anziani e persone debilitate, questo particolare virus fu particolarmente letale nei soggetti tra i 15 e i 44 anni. Circa la metà dei decessi si verificò infatti tra giovani adulti di età compresa tra i 20 e i 40 anni, fenomeno unico nella storia. Si trattava di un virus nuovo e quindi sconosciuto a tutti i sistemi immunitari. I sintomi erano febbre superiore ai 38°, tosse, mal di gola e raffreddore e altre manifestazioni come dolori alle articolazioni, letargia e mancanza di appetito. Venne chiamata “Spagnola” perché la sua esistenza fu comunicata per la prima volta dai giornali spagnoli.

L’influenza asiatica (1957)

L’influenza asiatica, provocata dal virus A/H2N2, fu chiamata così perché rilevata per la prima volta in Cina. Di origine aviaria, fece almeno 1 milione di morti, ma è stimato che può averne provocati fino a 4. Il virus colpì soprattutto le persone affette da malattie croniche e meno le persone sane. Dopo 11 anni dalla pandemia il virus scomparve, venendo soppiantato da una mutazione, il virus A/H3N2.

La pandemia Hong Kong (1968)

Causata dalla mutazione dell’asiatica, il virus A/H3N2 era, ancora una volta, di un tipo di influenza. Rilevata per la prima volta a Hong Kong nel 1968, si diffuse fino al 1969 in tutto il mondo, facendo un numero di vittime compreso tra 1 e 4 milioni. Solo in Italia uccise 20mila persone. I sintomi furono simili alla precedente influenza e colpì allo stesso modo le persone più deboli.

L’AIDS (1981-)

La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) è causata dal virus HIV, il virus dell’immunodeficienza umana. Per la prima volta riportata in letteratura nel 1981, è causata da un retrovirus che intacca le cellule del sistema immunitario, rendendo il soggetto immunodepresso e quindi molto vulnerabile a infezioni, tumori, virus, batteri, funghi. La trasmissione avviene per scambio di fluidi corporei infetti, per esempio tramite i rapporti sessuali non protetti, la via più comune di trasmissione del virus. Tra i primi sintomi ci sono ingrossamento dei linfonodi, perdita di peso, diarrea, tosse, tremori. Non esiste un vaccino per l’AIDS. Il numero di contagiati, a seguito di un calo importante alla fine degli anni ’90, sta ora ricominciando a salire. Nel 2018 ci sono stati ben 1,7 milioni di nuovi contagiati. Il numero dei decessi invece sta fortunatamente calando grazie all’utilizzo di farmaci retrovirali (circa il 60% dei malati ne ha accesso, si tratta di circa 24,5 milioni di persone), passando da 1,7 milioni di morti nel 2004 a 770mila nel 2018.

Persone che attualmente convivono con l’HUV. Fonte: WHO

L’influenza suina (2009)

Chiamata influenza suina perché trasmessa originariamente dai maiali all’uomo, il primo caso si è verificato in Messico nel 2009. Si trattava di un nuovo tipo di virus A/H1N1, fino a quel momento sconosciuto e, l’11 giugno 2009, l’OMS ha dichiarato la fase di allerta per pandemia. Solo nel 2009 quest’influenza ha causato tra i 100mila e i 400mila morti globali.

Epidemie molto diffuse

Se come abbiamo visto le pandemie sono epidemie che si diffondono con grande rapidità in tutto il globo, contagiando quindi grandi fette della popolazione, le epidemie sono solitamente più circoscritte. Ci sono state però epidemie nella storia che sebbene non abbiano raggiunto il livello di pandemia, sono state particolarmente gravi. È il caso del tifo, che ha avuto ricorrenti epidemie a più riprese nella storia e per cui oggi è disponibile un vaccino. Ma anche dell’Ebola, che dal 2014 al 2016 ha mietuto nel continente africano circa 11mila vittime e per cui è stato trovato anche in questo caso  un vaccino. Ma anche il vaiolo, il morbillo e la pertosse, tutte malattie che l’umanità è riuscita ad affrontare ma che solo nel caso del vaiolo, ha eradicato completamente.

 
 

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