lunedì 10 settembre 2012 - Sandro kensan

I giornalisti attaccano Grillo. Sono veramente in buona fede?

La pioggia di articoli contro Grillo sta innervosendo molti cittadini: quali sono gli interessi dei giornalisti nel parteggiare per una parte o per un'altra?

Sempre più articoli si stanno vedendo nel web che hanno una chiara impostazione anti-grillo, molti sono i giornalisti professionisti che elaborano testi complessi in cui le parole di critica al noto comico si mescolano a sospetti e denigrazione.

La televisione è ricorsa addirittura a rubare delle immagini che riprendevano un consigliere regionale che aveva uno scazzo contro Grillo. Come se al telefono si intercettasse un marito che dopo una litigata con la moglie la critica col suo migliore amico e venisse usata l'intercettazione per definire la moglie una poco di buono.

Su queste pagine, un articolo ha ricevuto tra i venti e i trenta commenti, tutti di tono molto negativo a sigillare la separazione tra gli articoli dei giornalisti e la gente che li legge. I giornalisti puntano alla critica a Grillo mentre i lettori non capiscono perché si attacca il comico genovese o vedono la malafede dei giornalisti.

Molti scrivono su AgoraVox in modo disinteressato ma nei giornali normali una buona parte dello stipendio e la sopravvivenza stessa del giornale arriva dal finanziamento pubblico dei giornali che, come molti rivoli alcuni piccoli e alcuni ingenti, arrivano al giornalista medio. Il nostro caro Presidente Napolitano all'epoca in cui Monti ha minacciato un taglio del finanziamento, si è messo di traverso e nulla è accaduto.

Anche qui si tratta di un sistema che protegge se stesso e dove Grillo può rompere le uova nel paniere e fare terminare il flusso di denaro che arriva ai giornalisti e quindi ridurre consistentemente i loro stipendi: perché non si dovrebbero difendere?

Certo i giornalisti si stanno difendendo, stanno difendendo i loro salari e le loro famiglie ma non stanno rendendo un buon servigio al giornalismo. Quindi dall'altra parte della barricata i cittadini hanno ragione a innervosirsi per questa pioggia di articoli che la "casta" di chi scrive riversa nella carta stampata, nel web e in TV. D'altronde loro difendono la pagnotta e noi solo il diritto di essere informati obiettivamente.



14 réactions


  • (---.---.---.82) 10 settembre 2012 13:40

    Basta assistenzialismo a giornalisti che sono tale solo se prendeno i soldi ed in tale contesto viene difficile credere che possano fare il loro mestiere denunciando o mettendo in difficoltà chi li mantiene in vita.
    Facciamo i giornalisti e vendano il loro prodotto se valido diversamente preferisco mantenere gli operai dell’Alcoa che questi camerieri senza un briciolo di dignità-
    Vadano a lavorare a produrre qualcosa se sono in grado e si ricordino che le famiglie le abbiamo anche noi e non sono inferiori alle loro, anzi.


  • (---.---.---.148) 10 settembre 2012 14:51

    Un giornalista per essere veramente libero dovrebbe avere un lavoro a tempo indeterminato, uno stipendio fisso e quello che scrive non dovrebbe poter essere condizionato dalla necessità di compiacere il padrone del proprio giornale o dal timore di essere licenziato. La maggior parte dei giornalisti è invece precaria e chi è precario non è libero di dire tutto quello che pensa nel posto dove lavora. Il fiume di soldi pubblici che va al finaziamento dei giornali non finisce in stipendi di bravi giornalisti, ma nelle tasche di una minoranza.


  • Francesco Arnaldi (---.---.---.124) 10 settembre 2012 14:58

    Sicuramente tutti i giornalisti in malafede, non è possibile che il caro Sig. Grillo sia parte della casta che tanto denigra e che vi stia pigliando tutti per i fondelli, no questo no. D’altronde si sa è difficile lanciare a destra e a manca j’accuse, senza proporre soluzioni realizzabili. Proprio vero quello che scriveva Goethe: "Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo."


    • (---.---.---.20) 10 settembre 2012 22:07

      oh...certo, ma nessuno è più sordo di chi non vuol sentire.
      Capitoooooooooooooooooooooooooooo!!!


  • Francesco Finucci Francesco Finucci (---.---.---.196) 10 settembre 2012 15:13

    Consiglio lettura della cronologia degli articoli scritti da chi attacca Grillo. Potrebbe far capire quello che pensa chi scrive contro di lui. Eviterebbe il pensiero che chi lo sostiene sia la salvezza dei popoli e chi osa solo criticarlo sia invece un asservito del regime. Poi, detto tra noi, Favia è già stato messo al bando dopo le sue parole, a conferma del fatto che è un brutto traditore e che invece Grillo è un uomo di grande democrazia.


    • Sandro kensan Sandro kensan (---.---.---.193) 10 settembre 2012 15:47

      «chi osa solo criticarlo sia invece un asservito del regime»

      il termine asservito è sbagliato, quello giusto è stipendiato. si tratta di 28 mila giornalisti professionisti iscritti all’albo che si spartiscono una torta di 200 milioni di euro annuali: ci sono i contributi diretti, quelli per la carta e vari sgravi fiscali, ci sono le agevolazioni postali che lo Stato rimborsa a poste italiane e molti altri rivoli.

      Se i dati fossero paragonabili (in realtà penso non lo siano) si tratta di diverse migliaia di euro a giornalista all’anno.


  • Enea Melandri (---.---.---.26) 10 settembre 2012 15:22

    Eh no, è questo il vero Giornalismo, altro che zerbinarsi ai piedi del politico di turno http://fpreloaded.blogspot.com/2012/09/certo-bravissimi.html


  • (---.---.---.37) 10 settembre 2012 16:14

    insomma tutti quelli che non sono con grillo sono pagati dal pd... mi sembra di avere già sentito questa cosa.


    • Sandro kensan Sandro kensan (---.---.---.193) 10 settembre 2012 16:45

      «insomma tutti quelli che non sono con grillo sono pagati dal pd»
      non so se siano pagati dal PD ma certamente sono pagati. Su quest’ultimo punto non c’è alcun dubbio. Per esempio il giornale Linkiesta che propone articoli interessanti ha fatto un reportage sui finanziamenti ricevuti dal 1990 dai soli giornali di partito,

      http://www.linkiesta.it/soldi-pubbl...

      la cifra fa impressione e bisogna dire che mancano i finanziamenti alle riviste e ai giornali come il Corriere e La repubblica che non sono di partito ma sono giornali di "Sistema" o anche di "regime" a seconda di come la si pensi.

      La cifra è di:

      850 milioni di euro ovvero quasi un miliardo di euro.

      (In altre parole il nostro debito pubblico di 2000 miliardi di euro è per un millesimo dovuto a pagare i giornalisti)


  • pint74 pint74 (---.---.---.177) 10 settembre 2012 18:49

    La domanda ha una sicura risposta...
    Quasi nessun quotidiano al mondo,a mio parere, agire liberamente e dire ciò che vuole.La maggior parte deve,per forza di soldi,dare voce a chi paga e quindi non penso proprio che siano in buona fede ma che rappresentino la voce del padrone che cerca di levarsi di torno uno scomodo avversario alle prossime elezioni...


  • Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola (---.---.---.63) 11 settembre 2012 08:22

    Questa ridda di accuse sui giornalisti "pagati" puzza parecchio di volontà di fuorviare l’attenzione dai contenuti espressi.

    Io ho criticato Grillo più di una volta su Agoravox e, più che criticare lui di persona, ne critico l’ideologia e mi riservo il diritto di farlo tutte le volte che voglio e che ne ho la possibilità. Dopo il fuorionda di Favia penso di avere un milione di motivi in più per farlo. Se critico la ’democrazia diretta via web’ dicendo che sarebbe una colossale ’presa per il culo’, non uso parole mie né mie strane argomentazioni, ma parole dette, e sentite da tutti, da un consigliere regionale del M5S. Possono non piacere, ma è compito di chi scrive RAGIONARE su quello che è stato detto. Così come è compito di chi scrive elaborare delle riflessioni sul populismo, sui flussi elettorali, sul significato di termini quali non-partito, non-statuto, non-programma eccetera.

    E se molti lo fanno percependo uno stipendio da giornalisti (cosa che fino a prova contraria non è motivo sufficente di per sé per parlare di genuflessione al potere della casta) molti altri lo fanno, specie sui quotidiani on line, senza aver alcun interesse privato, né economico, né politico. Ma un interesse PURAMENTE CULTURALE di intervenire contro tendenze politiche che si ritengono pericolose, senza per questo essere automaticamente degli entusiasti sostenitori dello statu quo.


    • (---.---.---.173) 11 settembre 2012 10:56

      Se invece di perder tempo a scrivere ti fossi letto le ultime statistiche al riguardo della libertà di stampa nel nostro paese di saresti accordo che l’itaglia è l’unico paese occidentale che si contende la 74a posizione al pari di nazioni da terzo mondo.
      Tutto questo non a fronte di stipendi guadagnati a suon di inchieste ma bensì a fronte di sussidi e finanziamenti che non hanno pari in tutto il resto del mondo.
      Sai per un maggiordomo viene difficile crticare il suo padrone a meno che non intenda cambiare professione oppure mettersi in proprio.
      Vedi tu, tutto il resto sono solo chiacchiere.


  • paolo (---.---.---.207) 11 settembre 2012 10:22

    La domanda da porsi è se in Italia esiste il giornalismo , mi riferisco ai media che contano .

    Che sia sia schierato o che difenda potentati ,lobby ,partiti ecc... è del tutto secondario ,un giornalismo asettico , scevro di condizionamenti non esiste in nessuna parte del mondo , il problema è che non si fa giornalismo nel senso letterale del termine ,ovverossia non si fanno inchieste ,fosse anche con fini di parte ,ma inchieste degne di questo nome .

    Il nostro è un giornalismo che "fabbrica " le notizie ,gli scandali ,un giornalismo di sputtanamento ,di pettegolezzo ,di attacchi personali mirati .Poi siccome il barile è uno per tutti ,ha ragione Sandro alla fine si spartiscono la torta dei finanziamenti pubblici . E siccome i soldi arrivano come gentile cadeau del Parlamento ,dagli addosso a Grillo che (per ora) non contribuisce .
    State certi che se il M5S diventerà quota parlamentare subito troverà le sponde mediatiche pronte a servirlo .
    Questo è un paese di ruffiani e di servi ,le voci "libere " non esistono ,prendiamone atto.


    • (---.---.---.173) 11 settembre 2012 11:00

      Io aggiungerei anche di vigliacchi. La II guera mondiale ce lo ricorda.


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