mercoledì 22 agosto 2018 - Osservatorio Repressione

I dati del Ministero dell’Interno smentiscono Salvini: meno omicidi, furti e rapine

I dati del Ministero dell’Interno: Omicidi – il 14%, rapine – 11%, Sbarchi – 76%. Il rapporto sicurezza descrive un paese diverso da quello che Salvini scrive sui social. 

 

L’emergenza criminalità? Un ricordo del passato. Così come quella dell’immigrazione, verità raccontate dal report del ministero dell’Interno, il primo dell’era Salvini, pubblicato, come ogni anno, a cavallo di Ferragosto. Il documento raccoglie i dati che vanno dal primo agosto 2017 a quello 2018, raccontando una storia scritta per buona parte prima del 4 marzo.

I numeri ufficiali sulla sicurezza in Italia parlano chiaro: i delitti sono diminuiti del 9,5 per cento, gli omicidi del 14 per cento, furti e rapine, rispettivamente, sono scesi di 8,7 e 11 punti. Per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, in circolazione rimane un solo latitante di massima pericolosità: Matteo Messina Denaro. Gli sbarchi? Ovviamente dimezzati. E tra gli atti di indirizzo rivendicati c’è anche l’avvio della procedura di modifica della carta d’identità elettronica, con «la relativa ricevuta l’indicazione di “padre” e “madre” in luogo di “genitori”».

La lotta alla criminalità organizzata. Il dossier sicurezza parte proprio da qui, dal numero di mafiosi arrestati nell’ultimo anno. Se fino a ferragosto 2017 a finire in cella sono stati 1.627 affiliati, nell’anno successivo sono stati 1.662, tra i quali 53 latitanti, otto in più rispetto al periodo precedente.

Il lavoro delle forze dell’ordine ha consentito di portare in cella tutti i boss meritevoli di rientrare nell’elenco dei super ricercati del Viminale: l’ultimo ad essere incastrato è stato Rocco Morabito, boss di ‘ndrangheta, ricercato dal 1994 e arrestato il 4 settembre 2017 a Montevideo, in Uruguay. Messina Denaro rimane dunque l’ultimo degli eterni fuggitivi, nascosto nel buio dal 1993 e con una sentenza di condanna al carcere a vita pendente sulla sua testa. Sono diminuite, invece, le operazioni di polizia giudiziaria: il numero è sceso da 175 a 154.

AMMINISTRAZIONI SCIOLTE PER MAFIA

Sono aumentati gli accessi ispettivi antimafia nei Comuni: da 24 a 26, dei quali dieci attualmente in corso. A ciò si aggiungono i drammatici numeri relativi agli scioglimenti delle amministrazioni comunali: da 26 si è passati a 34, di cui 24 nuovi e dieci proroghe, con la Calabria che si conferma primatista degli scioglimenti, con la metà dei Comuni interessati. Numeri alti quelli relativi a sequestri e confische: nell’ultimo anno sono stati 22.650 i beni congelati, dei quali 1068 aziende, per un totale di 4.592 milioni di euro. Numeri che, però, in alcuni casi non hanno superato la prova definitiva: le confische sono infatti 9.620, per un totale di 477 aziende e un valore di 3.227 milioni di euro. Attualmente, l’agenzia nazionale dei beni confiscati ha in gestione 21.265 beni, dei quali 3.018 sono aziende.

IL TERRORISMO INTERNAZIONALE

Cambiano di poco i numeri relativi alle espulsioni per motivi di sicurezza: 96 fino al 31 luglio 2017, 108 fino al 2018, dei quali due imam. Raddoppiato, invece, il numero degli estremisti arrestati: sono 43 quelli dell’ultimo anno, contro i 24 del periodo precedente, mentre i foreign fighters monitorati sono stati 135, dieci in più in un anno, dei quali 48 deceduti e 26 rientrati in Europa. Cresce a dismisura il numero delle persone controllate: 510.492 contro le 272.557 dell’anno precedente.

DELITTI DIMINUITI DEL 9,5 PER CENTO

I numeri parlano di un sensibile calo dei delitti, che sono scesi da 2.453.872 a 2.240.210. Diminuiscono gli omicidi ( passati da 371 a 319, dei quali 30 attribuibili alle mafie), le rapine (passate da 31.904 a 28.390) e i furti (scesi da da 1.302.636 a 1.189.499), ma anche le operazioni contro l’abusivismo commerciale e la contraffazione, passate da 50.390 a 45.994, con quasi 120 milioni di articoli sequestrati per un totale di 1,159 miliardi di euro (circa 300milioni in meno). Preoccupano ancora, invece, i numeri della violenza sulle donne, con una diminuzione del 26,3 per cento delle denunce per stalking e un aumento del 20 per cento gli ammonimenti del Questore, dei quali in 429 casi – poco meno della metà per violenza domestica. Gli omicidi volontari riguardano ancora in un terzo dei casi le donne e ben 134 avvengono in ambito familiare, il più delle volte commessi dal partner (48 casi) o da un altro familiare (70 casi).

SBARCHI PIÙ CHE DIMEZZATI

C’è da giurarci che il tema che interessa maggiormente il ministro dell’Interno Matteo Salvini è quello dell’immigrazione.

E nel report del suo dicastero i dati sono per lui confortanti, sebbene relativi ancora quasi tutti al governo precedente: 42.700 immigrati arrivati in Italia contro i 182.877 dell’anno precedente, quando gli scafisti arrestati erano stati 536, contro i 209 dell’ultimo anno. La percentuale è altissima: meno 76,6 per cento. Tra gli arrivi si contano anche 6mila minori non quattro volte in meno rispetto ai dati contenuti nel report dello scorso anno. Diminuite le domande d’asilo (82.782 contro 144.099), ma sono aumentate le domande di protezione internazionale esaminate, delle quali solo il 39 per cento ha ottenuto il riconoscimento di una forma di protezione.

Aumentano dunque i dinieghi (53,8 per cento) e di conseguenza i rimpatri, anche se di poco: da 6.378 si è passati a 6.833, dei quali 1.201 volontari assistiti.

La geografia della migrazione è dunque cambiata, ma il numero di stranieri regolarmente soggiornanti rimane quasi invariato: sono 4.116.721, ovvero centomila in più. Ma tra i risultati amministrativi il report annovera anche la riduzione dei tempi per l’esame delle istanze d’asilo, con indicazioni ai Prefetti «per la razionalizzazione e il contenimento delle spese dei servizi di accoglienza per i richiedenti asilo», come testimoniato dal caso Riace, quello che ha fatto più scalpore.

Simona Musco

da il dubbio




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