martedì 26 aprile 2022 - Riccardo Noury - Amnesty International

Guerra, in Russia scatta la repressione contro il movimento femminista

“La guerra è contraria a tutti gli obiettivi del movimento femminista”, ha dichiarato ad Amnesty International Ella Rossman, una delle fondatrici della Resistenza femminista contro la guerra, il movimento che ha assunto la guida delle proteste in Russia.

Il gruppo, costituitosi il 25 febbraio, utilizza volantini e graffiti, distribuisce copie di articoli di portali indipendenti messi al bando dal governo e stampa slogan contro la guerra su banconote e su altri oggetti. Ha aperto un numero telefonico di emergenza per fornire sostegno psicologico alle attiviste e ha istituito la Fondazione contro la guerra, che assiste le persone multate o espulse dalle università per essersi opposte alla guerra.

Il movimento ha installato 500 croci di legno in 41 città per commemorare le vittime civili della guerra. Almeno 3000 attiviste hanno preso parte ai cosiddetti “picchetti silenziosi”, indossando vestiti che riportavano scritte contro la guerra.

Finora almeno 100 attiviste della Resistenza femminista contro la guerra sono state arrestate, perquisite o minacciate.

Il 30 marzo Yevgenia Isaeva, un’artista di San Pietroburgo, è stata multata di 45.000 rubli (circa 500 euro) e in seguito posta in stato di detenzione per otto giorni per “vandalismo” a causa delle sue performances artistiche.

Un’altra artista, Yulia Kaburkina, è stata arrestata il 2 aprile a Cheboksary per “discredito nei confronti delle forze armate russe”, dopo aver tolto i cartellini dei prezzi dagli scaffali di un supermercato sostituendoli con immagini di persone che manifestavano contro la guerra.

La stessa azione l’ha portata a termine il 31 marzo, in un supermercato di San Pietroburgo, Aleksandra Skochilenko (nella foto).

Arrestata l’11 aprile, è accusata a sua volta di “discredito delle forze armate russe”. Secondo il suo avvocato, a chiamare la polizia era stato un cliente del supermercato. Posta in detenzione preventiva fino al 1° giugno, se giudicata colpevole rischia fino a 10 anni di carcere.

 

 




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