venerdì 4 aprile 2014 - Luigi Colella

Grillo, codice di comportamento ad personam?

Da curioso osservatore delle nuove realtà, che siano hi-tech, culturali, politiche, sociali, sportive, sbirciando nell’ultimo documento partorito dal M5S mi è venuto spontaneo evidenziare alcuni passaggi e sottoporli agli "sbirciatori" di queste pagine.

Non per un pubblico ludibrio, non è mia intenzione farmi beffa del prossimo, ma per condividere i miei dubbi con altri sul comportamento che dovranno adottare i candidati alle prossime Europee che il Movimento intende affrontare con 7 punti di programma

Il documento in questione è il “Codice di comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo”.

Il pressapochismo che parla alla frustrazione dell’italiano medio, per cui “il male” sono sempre e solo gli altri, sembrerebbe essere il bagaglio politico di Beppe Grillo e purtroppo di molti suoi seguaci; non è un argomento da sottovalutare, potrebbe far più male dell’incapacità e/o del clientelismo che purtroppo, questo sì, conosciamo bene.

Capita spesso che Grillo incominci a parlare di un argomento e quando esaurisce le sue scarse conoscenze in merito allo stesso comincia a fare generici riferimenti al fatto che tutti rubano, tutti sono falsi, tutti sono disonesti.

Mi ha sempre incuriosito il M5S, prima per la novità, ora per il colorito andazzo e per le inevitabili e mal digerite beghe interne e per lo scollamento che percepisco tra chi siede a Roma e chi tenta (come alcuni) di proliferare sul territorio (leggi anche: La relazione viene prima dell'azione e La democrazia secondo Grillo).

Recenti sono alcuni dissapori "sbirciati", relativi alla cosiddetta “graticola” in programma in questi giorni: ai candidati alle prossime elezioni Europee è stato chiesto di presentarsi, illustrare i loro curricula e sottoporsi alle domande dei presenti.

Peccato che qualcuno pare sia stato informato solo pochissimi giorni prima e non si sia presentato in palese disaccordo con l’organizzazione dell’evento anche perchè tale soluzione pare non sia stata adottata, per esempio, per la scelta dei portavoce.

Da curioso osservatore delle nuove realtà, che siano hi-tech, culturali, politiche, sociali, sportive, "sbirciando" nell’ultimo documento partorito dal M5S mi è venuto spontaneo evidenziare alcuni passaggi e sottoporli agli "sbirciatori" di queste pagine.

Non per un pubblico ludibrio, non è mia intenzione farmi beffa del prossimo, ma per condividere i miei dubbi con altri sul comportamento che dovranno adottare i candidati alle prossime Europee che il Movimento intende affrontare con 7 punti di programma.

Il documento in questione è il

“Codice di comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo”.

JPEG - 196.1 Kb

Di seguito saranno riportati e commentati alcuni passi salienti.

Due giorni prima di pubblicare il “Codice di Comportamento”, il 21/03/2014, nella lunga intervista concessa a Mentana, Grillo ribadisce più volte di essere solamente il portavoce del movimento.
Interrogato sulle alleanze europee dichiara: «Poi decideremo insieme, non arrivano decisioni così importanti da me o da Casaleggio».

Non solo arrivano decisioni da lui ma si dichiara, sempre nel “Codice di Comportamento”, capo politico del M5S. E anche se si attenderà la ratifica della sua Rete, una decisione di Grillo influenzerà, come ha già fatto altre volte (vedi espulsione senatori) la sua stessa Rete.

Il sito sarebbe infatti il luogo della “politica-verità” grillina fatturabile nella Casaleggio s.p.a. Il pluralismo dell’informazione sembrerebbe non piacere a Grillo e quindi al Movimento, ricordiamo tutti il divieto alla partecipazione nei talk show, poi derogato con la scusa “dovevamo studiare per non essere sbranati”, e la segnalazione dei giornalisti scomodi; eppure l’informazione è un settore che soffre, il giornalismo sta cercando di sopravvivere, nonostante Grillo. D’altro canto a cosa serve il pluralismo quando tu hai già l’unica verità? E per saperla basta cliccare sui link, generando traffico sul sito personale? Alla stessa stregua di quei siti con video “incredibili” o signorine ammiccanti che nascono per generare traffico, quindi soldi? Numerosi sono i post sui social network che vorrebbero incuriosire (?), corredati da link al sito madre ricco di banner pubblicitari, e poi di nuovo un link al video con banner d’anteprima.

La pubblicità paga. Chi? Casaleggio e Grillo evidentemente, non solo il Movimento, se è vero che tra i primi punti relativi alla Campagna elettorale vi è la richiesta di un contributo personale.

E ritorna la bugia di Grillo relativa al suo essere “solamente il portavoce del movimento”. Un portavoce tuttofare se è vero, come riportato di seguito, che Grillo e Casaleggio sono deputati ad indicare e definire scelte.

È pure specificato che i deputati del M5S dovranno provvedere alle spese di funzionamento del gruppo di comunicazione devolvendo al medesimo i rimborsi ed i finanziamenti ad essi spettanti eventualmente erogati dall’Ufficio di Presidenza, concorrendo personalmente con il versamento di un contributo di 1.000€ mensili. Nel frattempo, anche nel “Codice di comportamento” continuano gli incitamenti a cliccare sul sito di Grillo per foraggiare la pubblicità che foraggia chi? ancora non è dato saperlo ufficialmente e con chiarezza. Eppure il traffico è notevole (leggi qui).

Per chiudere, l’ultimo passo evidenziato è relativo alle “sanzioni”.

Sorge spontaneo chiedersi, se è vero che una diversità sostanziale tra reato civile e reato penale non esiste, perchè sanzionare il candidato condannato per il solo reato penale? Il reato è il torto sanzionato mediante la pena, le sanzioni civili come il risarcimento o la restituzione non sono contemplate da Grillo?

 

Foto: Wikimedia



2 réactions


  • (---.---.---.173) 5 aprile 2014 09:20

    Articolo abbastanza sciocco, pieno di imprecisioni e pareri personali spacciati per verità. Per esempio, la distinzione tra reato penale e civile non sta nel tipo di pena inflitta, ma nel tipo di reato. I reati penali hanno pene solitamente più severe, ma questo non deve trarre in inganno.

    Come anche il discorso assurdo sul traffico, la pubblicità e i guadagni del sito grillino. I bilanci della Casaleggio Associati sono pubblici, basta andarseli a vedere per capire che i guadagni sono risibili.

    Se poi grillo dice "su mia proposta, convalidata dalla Rete", si puntualizza subito che Grillo influenza i votanti. Già: si è visto sul caso dell’abolizione del reato di immigrazione clandestina.. Ma se anche fosse vero - diciamo pure che un po’ di influenza Grillo ce l’ha -, allora diciamo pure che le votazioni di camera e senato sono da abolire, perché gli elettori sono "influenzati dai partiti". Ma che ragionamento è!

    Basta - mi fermo qui perché non ho tempo da perdere su questo mare di sciocchezze.


  • (---.---.---.185) 5 aprile 2014 09:31

    Se il tempo sprecato per redigere questa tesi fosse stato impiegato per fare qualcosa di utile, un piccolo aiuto si sarebbe dato al mondo.


Lasciare un commento