sabato 2 novembre 2013 - Clash City Workers

Grecia: il 3 novembre sciopero nazionale contro la domenica lavorativa

Il 3 novembre sarà una data storica in Grecia. Per la prima volta dal lontano 1908, anno in cui la domenica divenne giorno festivo nel paese ellenico, i magazzini rimarranno aperti in quello che per molti è ancora il ‘giorno del Signore’.

La legge 4177, approvata pochi mesi fa, ha decretato che i negozi potranno rimanere aperti un certo numero di domeniche all’anno. Contro questa decisione, che entrerà in opera per l’appunto domenica 3 novembre, il sindacato dei lavoratori privati, OIYE, ha indetto 24 ore di sciopero a livello nazionale.

L’azione ha come obiettivo la difesa del giorno di riposo ma anche la riconquista di tutti quei diritti che i lavoratori e le lavoratrici in Grecia si sono visti sottrarre per opera del cosiddetto Memorandum, siglato dal governo di Atene e dai creditori internazionali.

Se Atene piange, certamente Sparta non ride – è proprio il caso di dirlo. E Sparta è nient’altro che un nome per tutte le città italiane. Da tempo ormai sono attivi diversi gruppi su tutto il territorio nazionale – che spesso hanno assunto la denominazione “Domenica, no grazie!” – che lottano proprio contro l’eliminazione del giorno di riposo domenicale.

La liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali rimonta al 1998, quando il “decreto Bersani” aprì una prima breccia: prevedeva, infatti, che potessero essere lavorative 8 domeniche nonché tutti i giorni festivi del mese di dicembre. Un ulteriore passo indietro, dal punto di vista delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, è stato fatto nel 2011, quando il governo Monti approvò il decreto-legge n.201 che ha sancito che dal 1 gennaio 2012 gli esercenti commerciali potranno tenere aperte le loro attività di domenica e nei festivi, senza alcuna eccezione e su tutto il territorio nazionale.
 



1 réactions


  • (---.---.---.210) 5 novembre 2013 17:41

    Ho dato il mio commento a questo articolo, ma vedo che é stato censurato. Meno male (mi rivolgo alla redazione) che difendete la libertà di opinione. Evidentemente la difendete solo se é uguale alla vostra. 


Lasciare un commento