lunedì 28 maggio 2018 - Pressenza - International Press Agency

Governo | Il gran rifiuto di Mattarella e la crisi delle democrazie

I provvedimenti discriminatori e persecutori contro gli immigrati, aggiunti alla flat tax che avrebbe aggravato le disuguaglianze, per me erano e restano scelte inaccettabili che inficiano l’intero programma presentato da M5S e Lega, che eppure contiene elementi condivisibili.

di Francesco Gesualdi

 Ma la scelta del Presidente della Repubblica di non accettare Paolo Savona come ministro dell’economia, rappresenta una grave ferita per la democrazia. Le ragioni addotte da Mattarella per rifiutare la sua firma sotto quel nome sono che “la designazione del ministro dell’economia costituisce sempre un messaggio immediato di fiducia o di allarme per gli operatori economici e finanziari”. Ed ha continuato “ho chiesto per quel ministero la designazione di un esponente politico della maggioranza che non sia visto come sostenitore di una linea che potrebbe provocare, probabilmente o inevitabilmente, l’uscita dell’Italia dall’euro”.

Tradotto, Mattarella ha detto che siamo tutti dei vigilati speciali e che l’ultima parola sul tipo di governo che si deve insediare nei singoli paesi l’hanno i mercati che attraverso le loro scelte di acquisto o di vendita di valute e titoli del debito pubblico possono decretare la vita a la morte delle economie nazionali. E a sottolineare come il potere di banche, assicurazioni e fondi di investimento sia assoluto, nel senso che non c’è modo di portare il mercato ad alcun tavolo di negoziazione, Mattarella ha usato l’aggettivo ”immediato”. Come dire: il mercato osserva, ascolta e reagisce immediatamente ora per salvaguardare i propri capitali, ora per creare condizioni propizie ai propri calcoli di guadagno. Non a caso la sua richiesta era che venisse proposto un altro nome percepito dai mercati come meno dirompente di Paolo Savona.

Diciamolo con chiarezza: Paolo Savona è un economista di sistema convinto sostenitore del mercato e della crescita, che non mette in discussione l’obbligo dello stato a pagare i suoi creditori. Però è altrettanto persuaso che per rilanciare l’economia italiana bisogna spendere di più come cittadini e come stato. Di qui il suo sostegno ad un pacchetto economico che al tempo stesso prevede riduzione delle tasse ed espansione della spesa pubblica. Una possibilità che oggi è preclusa dai rigidi parametri di Maastricht che in nome della stabilità dell’euro pongono limiti molto stretti alla possibilità di fare altro debito. Di qui l’affermazione di Savona che se non funziona il piano A, bisogna avere di riserva il piano B che prevede l’uscita dall’euro per recuperare piena sovranità sulle politiche monetarie, fiscali e di bilancio.

In termini di obiettivi economici personalmente sono su posizioni diverse rispetto a quelle di Savona. Credo che il nostro obiettivo non debba essere la crescita, ma una distribuzione più equa della ricchezza e una riconversione ecologica della produzione e del consumo, in una logica di inclusione lavorativa che passa al tempo stesso tramite una riduzione dell’orario di lavoro e di più stato per la fornitura di servizi pubblici e tutela dei beni comuni. Il grande macigno che blocca la strada di questo percorso è un debito pubblico verso privati che sottrae risorse enormi alla collettività. Per questo credo che la grande battaglia debba essere condotta per liberarci dal debito, senza fare pagare i più deboli. Che significa aprire un contenzioso con i mercati ancora più acuto di quello aperto dall’ipotesi di uscire dall’euro finalizzato a raggiungere meglio gli obiettivi di sistema.

In conclusione, che si persegua un obiettivo o l’altro, la necessità di recuperare tutti gli strumenti che permettono ai governi di esercitare a pieno la loro funzione di promozione sociale e di indirizzo economico, si pone in ogni caso. Gli europeisti che credono in un’Europa sociale, chiedono di provare fino in fondo a recuperare questa condizione tutti insieme, ma forse dobbiamo ammettere che i margini per riuscirci sono molto scarsi, visti gli egoismi nazionali che dominano a livello europeo. Per cui uno scontro con l’Europa, ma ancora di più con i mercati sembra ineludibile. Uno scontro che pur essendo economico, diventa inevitabilmente istituzionale perché pone il problema di chi comanda. Mattarella ha ammesso che comandano i mercati e un’affermazione del genere è di una gravità inaudita da parte del garante di una Costituzione che afferma solennemente che la sovranità appartiene al popolo.

Mattarella avrebbe dovuto rispettare la volontà popolare e annunciare nel tempo stesso che si andava alla guerra. Informare i cittadini della situazione era suo obbligo, poi i cittadini o meglio i suoi rappresentanti in Parlamento avrebbero deciso le misure da assumere nel giorno per giorno. L’esito avrebbe anche potuto essere una grande ritirata o l’apertura di una nuova stagione in cui si tornava a ridiscutere il ruolo dello stato, il ruolo dei mercati e quale Europa vogliamo davvero. Ne abbiamo bisogno e Mattarella doveva permetterlo, anche se dovevamo accettare di andare verso l’ignoto.



5 réactions


  • Enzo Salvà (---.---.---.98) 29 maggio 2018 17:33

    Chi si indebita rinuncia alla sua libertà e si prepara mille mortificazioni, (Benjamin Franklin) 

    Il Presidente Mattarella ha espresso una brutale verità, anzi, l’ha solo evidenziata

    Sig.Gesualdi,

    è da almeno 30 anni che le politiche italiane sono fatte di sprechi, clientele, corruzione, evasione fiscale, sostenute dagli elettori italiani; ci indebitiamo, ma a chi chiediamo i soldi? Ai mercati.

    Rendiamoci conto di una cosa: ci siamo indebitati noi, con le nostre mani ed abbiamo sprecato!

    Le politiche mondiali hanno lasciato spazio alla speculazione selvaggia o/o favorito il neoliberismo d’accordo, il QE della BCE –in ritardo rispetto a USA e GB-, sostiene il nostro debito e la nostra economia tramite l’acquisto a basso interesse di nostri titoli, ma noi cosa abbiamo fatto/facciamo in termini di politiche economiche? NULLA, CI SIAMO ULTERIORMENTE INDEBITATI.

    Non contenti, abbiamo disfatto il nostro welfare, diritti dei lavoratori, non parliamo poi di ambiente, lavoro, sanità, accoglienza, solidarietà, povertà e tanto altro, perché mi viene da piangere; dai tempi di Craxi ad oggi e ci siamo esposti alla speculazione. Lo sfascio lo dobbiamo addebitare prima di tutto a noi stessi, la perfida Europa ci ha lasciato fare e magari qualcuno ne ha anche approfittato , ma prima di tutto lo dobbiamo a noi stessi.

    I mercati sono brutti e cattivi d’accordo: non ci ha spiegato la mamma che non dobbiamo accettare le caramelle dagli sconosciuti? (Vi ricordo però che ci sono anche Fondi Comuni di Investimento che detengono i risparmi di tanti piccoli risparmiatori, TFR e quant’altro che rendono poco perché investono in titoli di Stato, cioè sostengono anch’essi il debito della Nazione. Bruciamo quelli?)

    E Lei, su Presenza, ed il comunicato del Partito Umanista Italiano che mi avete trasmesso ieri che titola: “Partito Umanista: un attentato alla democrazia” (pessimo comunicato sbagliato nella forma e nella sostanza), vi scandalizzate per ciò che ha puntualizzato il Presidente Mattarella?

    Frustrante!  ….. poi, quando dicono che a sinistra sono tutti Radical Chic, ci offendiamo anziché domandarci “che sia vero?” frustrante due volte per uno come me che ancora si porta dentro gli ideali di Alex Langer ma parliamoci chiaro, qui tutti intendono prima di tutto e soprattutto SOLDI.

    Chiudete un attimo il libro dei sogni, mettete i piedi a terra, aprite gli occhi, riflettete su quanto ha detto Mattarella nei suoi ultimi discorsi, in ordine cronologico, ma riflettete davvero mettendoci pragmatismo quanto basta (poco, che è come il sale, se si esagera fa male).

    Siamo nell’anticamera di un nuovo fascismo neoliberista fatto di arruffapopoli, speculatori politici e Savona, allineato e coperto che fino a 10 giorni fa era Presidente di un Hedge Fund Fintech, Euklid, Londra-Lussemburgo, esattamente un esponente “dei mercati” (notizie su IL SOLE24ore, giornale di Confindustria)

    Non vi rendete conto che per i mercati speculativi funziona sempre “divide et impera”? vogliamo riformare la UE? Impegniamoci, è certamente da riformare o da rifondare, qualcuno vuole uscire? Lo dica, ma condizioni “imperative” e/o “ricattatorie” no, siamo anche noi responsabili di tutto questo, assumiamoci la nostra parte di responsabilità,

    ma è anche ora di finirla di rimanere silenti di fronte a politiche becere ancorché vincenti e contratti che mettono i brividi, portate rispetto al Presidente, Lui è stato chiaro, ha alzato uno scudo provvisorio di qualche mese, poi nessuno avrà più uno straccio di scusante.

    Un Saluto

    Es.


  • Antonello Laiso (---.---.---.2) 30 maggio 2018 08:14

    Quando leggo tali articoli si rafforza quella convinzione che non abbiamo tutti gli occhi bendati con cannoli pastiere e cassatine... fatteci vedere solo virtualmente, e di cui gia rimpiangevamo l’abbuffata...mancata

    i discorsi nei bar che ascolto sono in maggioranza a favore del nostro Presidente,le interviste televisive di ieri a cittadini in citta’ del nord leghiste al quasi 100% hanno confermato che nessuno tra tutti i ceti sociali dall’ operaio all ’imprenditore al pensionato ,ma dico nessuno affermava che si doveva uscire dall’ euro.
    Un Costituzionalista illustre che ha ricoperto la carica di Presidente della Corte Costituzionale ovvero Giovanni Maria Flick ha affermato che neanche lontanamente potevano sussistere ipotesi di messa in stato d’accusa al nostro Presidente.Ma si sa tale fantasia era proposta solo per distogliere attenzione su altro.Ma lo abbiamo capito tutti?
    Semmai e’ il contrario per tutte le offese e gli insulti che ha ricevuto,li dove sono gia partite indagini sul web e risulta indagato per offese e minacce anche qualche parente di qualche politico.
    Ma esiste anche per contro una petizione di solidarieta’ al nostro Presidente che in due e dico DUE giorni ha raccolto circa 300.000 firme.
    Ma di cosa stiamo parlando aspettando Godot?
    saluti



  • Antonello Laiso (---.---.---.2) 30 maggio 2018 08:17

    Logicamente mi riferisco a quanto scritto da Enzo salva’....


  • Enzo Salvà (---.---.---.98) 30 maggio 2018 09:55

    Sig. Laiso, francamente non capisco a che cosa si riferisca, io sono perfettamente d’accordo con il Presidente della Repubblica, così d’accordo che sono ben contento che abbia "chiaramente parlato" di mercati e risparmi, ma se mi sono espresso male, mi faccia la cortesia di "evidenziare" cosa non Le piace. 


  • Antonello Laiso (---.---.---.2) 30 maggio 2018 10:26

    Sono in totale sintonia con lei,la frase finale si riferiva a chi non e’ su questa linea.


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