lunedì 18 luglio 2022 - Marco Barone

Giulio Regeni: stop al processo per l’omicidio di Stato? Il dichiarato fallimento della politica estera italiana

Nel sito dell'Ambasciata italiana, nella premessa dei rapporti tra Italia ed Egitto si legge che la vicinanza geografica e storia millenaria di interscambi costituiscono il retroterra delle relazioni odierne tra Italia ed Egitto

E ancora: Un rapporto che investe numerosi settori di collaborazione, dall’economia alla cooperazione allo sviluppo, dalla lotta al terrorismo alla collaborazione in materia migratoria, dalla cultura alla collaborazione scientifica. Manca la collaborazione giudiziaria. Una a caso. Quella che avrebbe consentito ai quattro imputati accusati dell'omicidio di Stato di Giulio, il generale Sabir Tareq, i colonnelli Usham Helmy e Ather Kamal e il maggiore Magdi Sharif, di essere consegnati alla giustizia italiana. Tra finti inconsapevoli, irreperibili volontari e quant'altro, nel momento in cui dopo un anno si incontrano nuovamente Biden e Al Sisi, arriva dalla Cassazione un pronunciamento che non sorprende. Il processo per Giulio senza che vengano notificati gli atti ai quattro imputati non si può fare. C'è chi dice che si dovrà modificare la legge, c'è chi giustamente rimane sconcertato dalla pronuncia della Cassazione, ma il vero nodo è semplicemente politico. Diritto e politica camminano da sempre insieme. Se l'Italia avesse voluto fare le giuste pressioni all'Egitto, con il sistema europeo che si è sciacquato la bocca a colpa di risoluzioni utili come l'aria fritta, a quanto pare, le cose sarebbero potute andare decisamente diversamente. Questo stop altro non è che il dichiarato fallimento della politica estera e dell'azione diplomatica italiana. Anche se va detta una cosa, ma la politica estera italiana e l'azione diplomatica è andata veramente nella direzione di fare tutto il possibile per ottenere la consegna dei quattro imputati? Della giustizia per Giulio? Perchè la verità oramai è nota. Questa è la domanda a cui dover rispondere. Il diritto si adegua ad una volontà superiore in un contesto sociale ed economico e geopolitico complicato che vede dittature come quella egiziana paradossalmente rinforzarsi piuttosto che indebolirsi. Ma tutto ciò accade perchè lo consentiamo noi, sistema Paese. Se la giustizia per Giulio fosse stata merce come gas, come armi, come navi militari, come elicotteri, oggi, stiamone certi, i quattro imputati, sarebbero già sotto processo in Italia. La dittatura di Al Sisi va verso il suo decennale, bisognerà aspettare il suo tracollo, il suo diventare nemico del popolo, per ottenere giustizia? Probabile, altro non resta che aspettare, continuare a fare pressioni, e monitorare una situazione che vede l'Italia e la giustizia continuare ad essere calpestata nella sua dignità.

mb




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