mercoledì 13 marzo 2019 - Marco Barone

Giulio Regeni nelle scuole per un mondo più umano

Sono centinaia e saranno sempre di più, nel tempo, le scuole che hanno aderito, che aderiscono e che continueranno ad aderire al cammino della verità per Giulio Regeni.

Dagli striscioni esposti, ad iniziative varie, alla bandiera,al manifesto, a quel giallo, diventato universalmente noto in Italia come il colore di questa nuova difficilissima battaglia per la verità per Giulio.Ciò a prescindere da come finirà la situazione in Egitto, perché tutti, più o meno, oggi, a tre anni di distanza, abbiamo capito come le cose sono andate, da che sistema di potere è stato ucciso Giulio e anche il perché.
 
Un sistema che fino a quando continuerà ad esistere, pur se legittimato in modo sconcertante dalle principali democrazie occidentali, non potrà mai condannare se stesso. L'importanza di raccontare Giulio, il mondo in cui credeva Giulio, il mondo visto con gli occhi di Giulio, incluso quell'incubo che è stato dal 25 gennaio al 3 febbraio del 2016. Perché si deve sapere, capire, essere consapevoli, che nulla è eterno, nulla è scontato, che ci sono Paesi dove criticare o porre delle domande, o porsi dei perché, significa rischiare di essere ammazzati.
 
Sono passati tre anni, si è entrati nel quarto anno, sarà un cammino lungo, difficile, con tanti rospi probabilmente da dover ingoiare, ancora, un cammino costituito da diverse tappe, che non possono non passare da Fiumicello, il paese di Giulio, diventato luogo dei diritti, e che può diventare una meta, come successo nel caso di una scuola lombarda, per conoscere Giulio, la sua storia, per capire che c'è ancora tanto lavoro da fare in questo mondo sempre più difficile, per potersi dire cittadini di un mondo civile, dove i diritti umani siano cosa compiuta e non stelle cadenti destinate a spegnersi nella fugacità di uno sguardo nel cielo di una notte d'estate.
 
Le nuove generazioni raccoglieranno il testimone, e lo stanno già raccogliendo, per un mondo diverso, umano, perché regimi dittatoriali come quelli egiziani non possano avere più legittimazione, da democrazie, come oggi, invece in modo pazzesco avviene, a partire dall'Europa, perché popoli come quelli egiziani possano essere liberi di vivere nel proprio paese senza correre il rischio di sparire di punto in bianco nel nulla, essere impiccati, torturati, perseguitati, per le proprie idee, per ciò che si è, in Egitto, come altrove.
Anche in Italia, non consideriamoci come un Paese perfetto, che può fare la morale agli altri come se niente fosse, anche noi, viviamo in un Paese con mille problemi, con una democrazia debole, con violenze plurime, ma non siamo ai livelli dell'Egitto, non ancora almeno. E per non diventare come l'Egitto è importante che la verità per Giulio Regeni coinvolga sempre di più le scuole, perché è lì che stiamo costruendo il nostro futuro. Cosa che a volte ci scordiamo.

mb




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