Giorgia Meloni e il grande complotto per far cadere il Governo
Giorgia Meloni si è inventata un'altra balla: il grande complotto per far cadere il governo. Una congiura da parte dei "soliti noti", entità sconosciute che avrebbero fatto impennare lo spread per defenestrare la premier e sostituirla con un governo tecnico. Ma c'è di più e di peggio: secondo Meloni, la sinistra avrebbe già preparato una rosa di ministri da proporre dopo la sua caduta dalla poltrona di Palazzo Chigi.
Siamo davanti all'ennesima fake news che la borgatara della Garbatella sta sventolando per nascondere i suoi fallimenti governativi. È passato un anno esatto dalla sua presa del potere e i risultati finora sono così scadenti che vanno tenuti nascosti dietro menzogne sventolate senza fornire, non diciamo una prova, me nemmeno uno straccio di indizio. Tutto è affidato alla propaganda e all'ingenuità di elettori che vanno dietro alle sue chiacchiere da esaltata.
Il problema è che i limiti di un governo guidato da una premier mediocre e da una schiera di ministri ancora più mediocri stanno venendo tutti a galla. Dalla precaria gestione economica all'emergenza migranti, passando per il rapporto confuso con l'Europa, i tagli dei sussidi ai poveri e dei bonus edilizi alle imprese, gli aumenti dei prezzi di benzina e generi alimentari, l'incapacità di frenare l'inflazione, l'impotenza davanti a disoccupazione e denatalità.
Ovvio che, al cospetto di una simile situazione, la Meloni deve inventarsi qualche nemico su cui scaricare le colpe dei suoi insuccessi. Così un giorno i nemici sono le Ong, un altro giorno è la Francia, un altro è la Germania, un altro è la Russia, un altro è il bonus edilizio dei Cinque Stelle, votato anche da Lega e Fratelli d'Italia. Poi è la volta dei Mercati, della sinistra, dei poteri forti, dei poteri occulti, dei marziani, di Star Trek e adesso si è inventata il grande complotto.
Giorgia Meloni, come tutti i pusillanimi che di fronte ai problemi cercano scuse e scappatoie, accusa Bruxelles di volerla cacciare da Palazzo Chigi usando l'aumento dello spread come arma. Lo spread, ricordiamolo, è il parametro finanziario necessario per misurare la difficoltà che l'Italia ha di ottenere prestiti a causa del suo debito pubblico. La Giorgia nazionale, però, non dice che l'aumento dello spread è dovuto anche alla sua incapacità di spendere i duecento miliardi che l'Europa ti ha concesso, per metà a fondo perduto e per metà a tassi vantaggiosi.
No, la colpa non è sua, ma di un fantomatico complotto dei “soliti noti”. Chi siano questo soliti noti, la borgatara non lo dice, comportandosi come una bambina che getta il sasso e poi ritira la mano. Lei non fa nomi, ma lancia frecciate a nemici che non si vedono ma che si farebbero sentire. E magari scopri sono quelli che ci guardano dall’estero e che si staranno domandando quanto affidamento si potrà fare su un Paese guidato da un fenomeno da baraccone.