Genova: polemiche, via la moschea dal presepe
L’ufficio del monsignor Luigi Palletti, vescovo ausiliare di Genova e in comunicazione col cardinale Angelo Bagnasco, ha intimato a don Prospero, parroco di Nostra Signora della Provvidenza, di togliere la moschea dal presepe allestito nella chiesa, a seguito delle polemiche suscitate da varie forze politiche di centrodestra e da una certa porzione dei fedeli.
Edoardo Rixi, segretario provinciale della Lega, afferma che questa è “una vittoria non solo della Lega ma di tutti quei fedeli che nei giorni scorsi hanno manifestato il loro disappunto”. Secondo il sacerdote, la Digos ha avvertito che proprio il 31 militanti di Forza Nuova sarebbero entrati nella chiesa per protestare: l’arcivescovo ha quindi detto al parroco di togliere la moschea. Don Prospero afferma: “A me è dispiaciuto, io l´avrei lasciata, ma anche io ho dei superiori, devo ubbidire”.
Il parroco, come gesto simbolico, ha posto un Vangelo aperto nel presepe, sottolineano la frase “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Gianni Plinio e Matteo Rosso, consiglieri regionali del Pdl, prendono “atto con soddisfazione” che è stata tolta la moschea dal presepe in questione, grazie al “saggio intervento della Curia”: “Stigmatizziamo, altresì, la scelta di mettere al posto della moschea una pagina del Vangelo con cui, di fatto, si manda all’inferno chi non la pensa come lui”.
Nel comunicato si dice inoltre: “Speriamo che l’accaduto serva a chiarire le idee a quei sacerdoti che mescolando un simbolo delle nostre più genuine tradizioni religiose e popolari come il presepe con elementi estranei come una moschea, offendono la sensibilità della stragrande maggioranza dei cattolici e forniscono segnali sbagliati e fuorvianti”.