mercoledì 5 settembre 2018 - La bottega del Barbieri

Genova, Ponte Morandi: un crimine bipartisan

testi di Paolo Barnard e Sergio Scorza

 

[E’ dal 14 agosto, dal crollo del ponte Morandi, che subiamo un’insopportabile cacofonia. Abbiamo sentito di tutto: le ipocrisie dei giustizieri dell’ultima ora da un lato, le accorate preoccupazioni per le quotazioni in borsa di Atlantia/Benetton dall’altro. Il tutto davanti a 43 morti ancora caldi. Ai contendenti di questo ignobile teatrino, degno dei ladri di Pisa, giova ricordare che le responsabilità politiche di questa tragedia sono ascrivibili a TUTTI i governi della seconda repubblica, sia tecnici che politici di ogni colore. Per ricostruirne il quadro pubblichiamo questi due testi di Paolo Barnard e di Sergio Scorza. Buona lettura da Alexik.]

Perché il ponte Morandi era in mano ai Benetton?

Il 7 febbraio 1992, veniva firmato il Trattato di Maastricht, che entrerà in vigore l’anno successivo, nel 1993. Il ’93 è l’anno in cui il governo Ciampi istituisce il Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni; sempre in quell’anno gli accordi del ministro dell’industria Paolo Savona* con il Commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert e quelli del ministro degli Esteri Beniamino Andreatta con Van Miert, impegnano l’Italia a fare la messa in piega alle aziende di Stato perché divengano appetibili per gli investitori privati”.

 “A partire dal governo Ciampi del ‘93, come si è detto, le tappe furono serrate:
1) i già citati accordi Italia-Van Miert, che stipulavano la ricapitalizzazione della siderurgia italiana a patto che la si privatizzasse, e l’azzeramento del debito delle aziende di Stato per lo stesso fine, cioè la svendita ai privati.
2) 1997-2000, il grande salto nella svendita dei beni pubblici col centrosinistra, che stabilisce il record europeo delle privatizzazioni (ENI, S. Paolo Torino, Banco di Napoli, SEAT, Telecom, INA, IMI, IRI con SME, Alitalia, ENEL, Comit, Autostrade ecc.)
”.

L’Italia doveva farsi la messa in piega, svendersi cioè ai capitali privati, pena l’esclusione dall’euro, come stipulato nero su bianco dagli accordi del Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni di Ciampi e celebrato poi dal Libro Bianco delle privatizzazioni di Vincenzo Visco”.

* Paolo Savona a quei tempi fervido architetto del “privato è meglio, lo Stato non spenda”, nonché membro dell’Aspen Institute assieme a John Elkann, Mario Monti, Emma Marcegaglia, Giulio Tremonti, Enrico Letta, Romano Prodi, Giuliano Amato, Corrado Passera, et al.

(Il virgolettato tratto da Il Più Grande Crimine, Paolo Barnard, MABED Ed. 28 agosto 2013, Amazon Media EU)

Le verità nascoste della solita vecchia Lega Nord
di Sergio Scorza

Riassumendo. Il contratto di concessione della rete autostradale ad Autostrade per l’Italia confluita poi, nel 2002, in Atlantia, società della galassia roteante attorno alla potentissima famiglia veneta dei Benetton (quelli che hanno tra l’altro sulla coscienza il giovane attivista argentino Mapuche Santiago Maldonado), venne stipulato dal duo D’Alema-Bersani con vincoli di manutenzione piuttosto vaghi.

Il governo D’Alema II però, cadde prima di finalizzare il contratto. Gli successero prima Giuliano Amato e poi altri due governi Berlusconi, di cui feceva parte integrante anche la Lega Nord che, in occasione della campagna elettorale del 2006, ricevette dai Benetton un finanziamento di € 150.000.

Quelle elezioni, comunque, le vinse, anche se per un soffio, la coalizione guidata da Romano Prodi. Ad aprile 2008 venne approvato il Decreto legge 8 aprile 2008, n. 59, che riguardava alcuni obblighi europei e l’esecuzione di una serie di sentenze della Corte di Gustizia Europea. Un classico decreto omnibus, con dentro di tutto un po’. La crisi di quella maggioranza non permise però l’approvazione da parte del Parlamento.

A maggio 2008 si insediò il nuovo governo Berlusconi di cui era parte integrante la Lega Nord. Il 29 maggio arrivò in Parlamento il decreto legge n. 59 per la conversione in legge, ma nel testo venne inserito nottetempo l’emendamento “Salva Benetton” (articolo 8-duodecies). La legge di conversione n.101/2008 venne approvata in tutta fretta con il voto decisivo della maggioranza di centro destra, dunque, anche della Lega Nord.

Ecco, quella legge votata da Berlusconi e dalla Lega governo modificò il contenuto del decreto legge 59/2008. Una decreto molto discutibile e per nulla “duro” con i concessionari che tuttavia, se da un lato allungava la concessione ad Autostrade per l’Italia, dall’altro obbligava i concessionari a fare delle verifiche periodiche con conseguenti interventi di manutenzione.

Con la nuova norma voluta da Forza Italia e dalla Lega Nord gli obblighi relativi a verifiche e manutenzione magicamente sparirono e rimase solo l’allungamento della concessione. Questi i fatti, ammessi a denti stretti anche da Matteo Salvini, tra i votanti quel provvedimento.
Come nella nota vicenda dei 49 milioni sottratti illecitamente da Bossi e Belsito e rimasti nella disponibilità del partito (come dichiarato ed accertato da una sentenza confermata anche in Cassazione), anche in questo caso non basterà ai due furbacchioni – Salvini & Giorgetti – allestire una nuova sceneggiata in quel di Pontida a base di ramazze, né basteranno le cortine fumogene alzate dal loro staff di seminatori di fake news attivi in rete 24h, per nascondere questa semplice e cristallina verità: la Lega Nord ha contribuito a massacrare il paese per circa vent’anni,

E ora crede di cavarsela con tonnellate di razzismo a go-go e dichiarazioni roboanti. Si chiama doppio gioco ma anche, se preferite, vecchia politica.

https://parlamento16.openpolis.it/votazione/camera/conversione-in-legge-del-decreto-legge-8-aprile-2008-n-59-recante-disposizioni-urgenti-per-lattuazione-di-obblighi-comunitari-e-lesecuzione-di-sentenze-della-corte-di-giustizia-delle-comunit/18648

 
 
 


1 réactions


  • paolo (---.---.---.49) 7 settembre 2018 06:40
    Cari, siete un esempio di scuola nel campo delle giravolte.
    Vada per Paolo Barnard, teorico alla matriciana della decrescita felice, sacrosanto attribuire a tutti i governi una quota di indubbia responsabilità, scontato dare alla Lega ciò che è della Lega, ma riuscire a non citare esplicitamente tra i massimi responsabili del disastro un certo Renzi, un certo Gentiloni ed un certo Del Rio, credo sia da record mondiale.
    Quel "et al." è a dir poco esilarante.
    Alexik o Renzuxik ?


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